Celti sui monti di smeraldo

 

Dal 20 Giugno 2015 al 31 Ottobre 2015

Zuglio | Udine

Luogo: Museo Archeologico Iulium Carnicum

Indirizzo: via Giulio Cesare 19

Enti promotori:

  • Comune di Zuglio
  • Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia
  • Soprintendenza Archeologia del Veneto
  • Musei italiani ed esteri

Costo del biglietto: intero € 3, ridotto € 2

Telefono per informazioni: +39 0433 92562

E-Mail info: museo.zuglio@libero.it


Dopo il fortunato successo di pubblico della mostra “In viaggio verso le Alpi. Itinerari romani dell’Italia nord-orientale diretti al Norico” del 2013, sabato, 20 giugno, alle ore 16, presso il Museo Archeologico di Zuglio, verrà inaugurata una nuova, importante mostra dall’affascinante titolo “Celti sui monti di smeraldo”, frutto della sinergia tra il Comune di Zuglio, la Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia, la Soprintendenza Archeologia del Veneto e numerosi Musei italiani ed esteri. Ancora una volta il piccolo ma attivissimo Comune di Zuglio si cimenta in un’esposizione di sicura rilevanza culturale e lo fa in coincidenza con i 20 anni di apertura del suo Museo Archeologico, dove avrà sede la mostra. L’allestimento,  curato e pensato per offrire contenuti di qualità anche ad un pubblico non esperto del settore, è stato realizzato con il sostegno di numerosi enti pubblici e privati e durerà dal 20 giugno al 31 ottobre 2015. Il perché della sua importanza: per la prima volta verrà affrontato il tema della presenza celtica nell’arco alpino orientale e, per la prima volta, verranno riuniti, in una mostra, reperti fondamentali, legati alla presenza celtica nel comparto territoriale compreso tra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Austria e Slovenia. Un progetto ambizioso che vede coinvolti, oltre alle già citate Soprintendenze e a vari Musei di Archeologia, anche il Landesmuseum für Kärnten di Klagenfurt, il Narodni muzej Slovenije di Ljubljana e il Tolminski muzej di Tolmin in Slovenia.   Il titolo della mostra:  “Celti sui monti di smeraldo” evoca il paesaggio della Carnia, dove l'archeologia ha acquisito negli ultimi anni dati che hanno cambiato il panorama degli studi. Il territorio carnico fu infatti percorso da guerrieri transalpini, che si soffermarono sulle alture più strategiche, in posizione dominante rispetto ai corsi d'acqua. Armi celtiche provenienti da rilievi e altipiani carnici sono gli indicatori preziosi della penetrazione, a partire dalla fine del IV-III secolo a.C., dei Taurisci e degli Scordisci, gruppi in movimento dall'area danubiana verso la penisola balcanica. Ma fin dal V secolo a.C. la documentazione archeologica suggerisce la presenza di stranieri abbigliati alla maniera celtica, inseriti all'interno delle comunità locali.   Il percorso espositivo: pensato per offrire una sintesi ragionata e aggiornata della presenza celtica, il percorso espositivo prevede una prima sezione “Primi Celti a Nordest (V-IV secolo a.C.)” in cui viene dato risalto a materiali rinvenuti a Montebello Vicentino, Montebelluna e Paularo-Misincinis: la composizione dei corredi tombali suggerisce una mobilità non solo individuale ma anche di gruppi di stranieri, che via via si integrarono con la popolazione locale, dando vita così a nuove produzioni originali, come le fibule tipo Paularo. La seconda sezione è dedicata invece ai luoghi di culto tra Cadore e alto Isonzo. I due principali contesti esposti, la straordinaria deposizione di armi e cavalli scoperta di recente a Kobarid/Caporetto e il luogo di culto militare di Monte Sorantri di Raveo, rientrano nei casi di aree consacrate dove venivano conservate le spoglie di nemici vinti o venivano dedicate offerte di armi alle divinità. Da ultima la sezione dedicata alle necropoli in uso tra il III e I secolo a.C., rappresentata da diversi corredi  funerari, emblematici del Celtismo finale, da Montebelluna a S. Floriano di Polcenigo a Dernazzacco,. a Socerb/San Servolo e Škocjan/S. Canziano del Carso fino a Reka presso Cerkno, Idrija di Ba?a, Most na So?i /S. Lucia di Tolmino e Kobarid/Caporetto. Le lunghe spade e le lance, spesso ritualmente ripiegate caratterizzano i personaggi maschili, preziosi ornamenti d’argento spiccano nelle tombe femminili. Nè mancano i famosi torques intrecciati che tanto hanno contributo al fascino del Celtismo, tra il Veneto orientale e il golfo di Trieste. Il percorso si conclude con una piccola ma preziosa sezione numismatica.


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