Paolo Masi. Doppio spazio

Paolo Masi, Correlazioni angolari, 1971

 

Dal 05 Maggio 2018 al 16 Settembre 2018

Gallarate | Varese

Luogo: Museo MA*GA

Indirizzo: via E. de Magri 1

Curatori: Lorenzo Bruni

Costo del biglietto: € 7 intero, € 5 ridotto per studenti fino ai 26 anni, over 65, tesserati FAI – Fondo Ambiente Italiano e residenti in Gallarate. Gratuito per i minori di 14 anni, disabili che necessitano di accompagnatore , accompagnatore del disabile; dipendenti MiBACT; accompagnatori e guide turistiche Regione Lombardia, 1 insegnante ogni 10 studenti, membri ICOM, soci AMACI; giornalisti accreditati, giornalisti con tesserino in corso di validità

Telefono per informazioni: +39 0331 706011

E-Mail info: info@museomaga.it

Sito ufficiale: http://www.museomaga.it/



Dal 6 maggio al 16 settembre 2018, il Museo MA*GA di Gallarate (VA) ospita l’antologica di Paolo Masi (Firenze, 1933) dal titolo Doppio spazio.

Il progetto, a cura di Lorenzo Bruni, offre una lettura approfondita della ricerca che l’artista ha affrontato, tra la fine degli anni '50 a oggi, attorno alla pittura di matrice astratto-geometrica, attraverso otto cicli pittorici che, pur essendo realizzati in decenni distanti tra loro, hanno come soggetto comune il tema della “vibrazione” del segno-colore che si “rivela” in relazione al materiale scelto come supporto. Il percorso espositivo si completa con sei interventi installativi realizzati con differenti materiali, dai telai a terra alle lastre di plexiglas dipinte con strutture geometriche e sospese nel vuoto.

La mostra propone opere che rappresentano i passaggi chiave della carriera dell'artista fiorentino che ha affrontato, decennio dopo decennio, i limiti e le potenzialità dell'oggetto quadro, della pittura astratta e dell'arte come atto politico.

Parallelamente alla pratica pittorica, questa indagine lo ha portato dalla fine degli anni Cinquanta, a impegnarsi anche in una intensa attività di stimolatore del rinnovo culturale realizzando mostre all'interno delle Case del Popolo, ovvero in gallerie commerciali, e successivamente a fondare collettivi artistici e spazi d'arte nella sua città, tra cui F-UnoZona negli anni settanta, e Base / Progetti per l'arte dal 1998 e tutt'ora attivo.

Come afferma Lorenzo Bruni, “Il percorso della mostra Doppio spazio, al pari di un'unica opera organica, è stato pensato come un osservatorio privilegiato da cui poter riconoscere nelle opere di Masi da una parte le differenti tensioni che hanno animato il dibattito artistico italiano e che hanno assunto la nomina di “pittura analitica”, “concreta”, “cinetica” e “programmata”, dall'altra di osservare le soluzioni processuali inventate dall'artista facendo attenzione al voler trovare un’alternativa proprio a quelle ricerche per non ridurre l'opera solo ad una questione ideologica o solo estetica, di razionalizzazione o di istintualità”.

Il titolo della rassegna Doppio spazio vuole sottolineare l'obiettivo da sempre perseguito da Paolo Masi di far convivere lo spazio dell'arte e quello della vita, il gesto del singolo con le esigenze della collettività, la libertà delle regole con le regole della libertà.
Per tale ragione, emergono tre aspetti fondamentali e costanti del suo lavoro. Il primo è l’indagine della vibrazione del colore in dialogo con la storia della pittura e con l'aderenza alla propria attualità, il secondo è quello della dialettica con lo spazio pubblico e l'ultimo quello della libertà combinatoria tra linee, materiali e reazione del colore ai materiali.

La doppia tensione di Paolo Masi di cercare di far coesistere gli opposti viene evidenziata in due sezioni, ideate appositamente per il MA*GA. La prima è l'installazione progettata specificatamente per il piazzale del Museo, che consiste in cerchi di plexiglas di colore monocromo fluo e specchianti in grado di espandere la percezione dello spazio. La seconda sezione prevede una selezione di opere dalla collezione museale, curata dallo stesso Masi, finalizzata a evocare il clima artistico tra gli anni sessanta e settanta, a cui lui stesso ha partecipato, con lavori di autori quali Lucio Fontana, Gianni Colombo, Getulio Alviani, Giorgio Griffa, Bruno Munari, Dadamaino e altri.

Paolo Masi è nato a Firenze nel 1933. Fin dagli anni cinquanta partecipa a quella elaborazione sperimentale di nuove tendenze artistiche che a Firenze si caratterizzerà come frattura profonda e mai più rimarginabile nei confronti del passato. Paolo Masi passerà dalle iniziali esperienze della pittura informale e dell’astrattismo concreto a un’attività articolata, complessa e diversificata sul piano tecnico-linguistico.
Negli anni sessanta l’attività di tipo programmatico e teorico si esplica per Masi con la partecipazione a collettivi e gruppi, ed è sempre strettamente legata ad una ininterrotta e continua sperimentazione sul modo di operare e trasformare la materia. Ricordiamo, ad esempio, la sua partecipazione con Lanfranco Baldi, Auro Lecci, Maurizio Nannucci, al gruppo di ricerca estetica Centro F/Uno (1967-70). Di questo momento sono gli interventi collettivi o abbinati, come quello sulle Cromointerferenze riflesse (condotto con Baldi) realizzato nel settembre 1970 a Zafferana Etnea per la manifestazione Interventi sulla città e nel paesaggio.  
In seguito si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglas colorato, che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello "spazio-colore" (Galleria Schema, Galleria Christian Stein). 
La fase successiva coincide con il ritorno alla bidimensionalità attraverso il progetto Rilevamenti esterni - conferme interne (1974-76) e con il lavoro iniziato nel 1974 a New York delle Polaroid di tombini, muri e pavimenti. Contemporaneamente realizza le Tessiture (tela grezza cucita) e i Cartoni da imballaggio, dove utilizza per la prima volta adesivi trasparenti e coprenti, facendo emergere la struttura interna del materiale. 
Dal 1974 Masi è co-fondatore insieme a Maurizio Nannucci e Mario Mariotti di un collettivo che gestisce lo spazio no profit di Zona a Firenze, spazio che ha lo scopo di diffondere esperienze artistiche nazionali e internazionali. Tale esperienza troverà poi la sua continuazione a partire dal 2000 nel collettivo Base
Ricordiamo le partecipazioni alla Biennale di Venezia (1978); alla XI Quadriennale romana (1986); alle mostre Kunstlerbücher di Francoforte e Erwitert Photographie Wiener Secession di Vienna (1980); alla mostra parigina sul libro d’artista (Centre Georges Pompidou, 1985), ad Arte in Toscana 1945-2000 (a cura di Alberto Boatto e Daniel Soutif, Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Fabroni, Pistoia, 2002) e alla mostra Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980 (a cura di Marco Meneguzzo, Museo della Permanente, Milano 2007). 
La recente serie di plexiglas, Trasparenze, iniziata nel 2000, dipinta con la tecnica della vernice spray, suggella l'incessante evoluzione sperimentale del lavoro di Masi, permettendo all'artista di operare una nuova definizione dello spazio attraverso "sollecitazioni cinetico-cromatiche" di luci e ombre. L'installazione Senza titolo (Trasparenza) del 2003, composta da decine di esili lastre di plexiglas dipinto, è entrata a far parte della Collezione permanente del Museo Pecci di Prato ed è stata presentata recentemente al Museum of Contemporary Art di Shanghai.

Inaugurazione: sabato 5 maggio, ore 18
Orari
Lunedì chiuso
Martedì-venerdì, 10|13.00 - 14.30|18.30
Sabato e domenica, 11.00|19.00

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