Robert Wilson for Villa Panza. Tales

© RW Work, Photo by Julian Mommert | Robert Wilson, Lady Gaga: Mademoiselle Caroline Rivière, 2013

 

Dal 04 Novembre 2016 al 15 Ottobre 2017

Varese

Luogo: Villa e Collezione Panza

Indirizzo: piazza Litta 1

Curatori: Anna Bernardini, Noah Khoshbin

Enti promotori:

  • FAI – Fondo Ambiente Italiano
  • Con il patrocinio di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
  • Regione Lombardia
  • Provincia di Varese
  • Comune di Varese

Sito ufficiale: http://www.fondoambiente.it



Con la mostra Robert Wilson for Villa Panza. Tales il FAI – Fondo Ambiente Italiano aggiunge un altro tassello al complesso percorso di valorizzazione della multiforme identità della collezione di Villa Panza. L’artista americano, conosciuto universalmente per gli allestimenti realizzati con importanti musicisti come Philip Glass (Einstein on the Beach), Lou Reed (Lulu), Tom Waits (The Black Rider) e David Byrne (The Knee Plays) e per la collaborazione con molti poeti della Beat Generation (William S. Burroughs, Allen Ginsberg), ha visitato Villa Panza prima di delineare il concept della mostra. È nato così un progetto denso e complesso, ricco di rimandi più o meno espliciti alla storia dell’arte. Oltre alla selezione di Video Portraits, disposta all’interno degli spazi della villa, la mostra si estende al parco con una suggestiva installazione permanente intitolata A House for Giuseppe Panza, aperto omaggio al collezionista milanese che abitò la villa e diede vita al museo. La scelta di dedicare una mostra al poliedrico artista di origini texane, uno dei più grandi maestri della cultura visuale e performativa contemporanea, trova una ragione nelle sottili affinità che legano la sua poetica, visionaria e minimalista allo stesso tempo, alla visione etica ed estetica di Giuseppe Panza. Panza aveva concepito la creazione e l’allestimento della propria collezione come un’avventura intellettuale e un percorso spirituale per poter accedere alla dimensione dell’infinito. Le grandi installazioni portate a Varese negli anni Settanta furono tra le più mature espressioni delle ambizioni idealistiche e universalizzanti del suo pensiero.

Nelle singole stanze della villa Robert Wilson ha realizzato l’allestimento dei video ad alta definizione che uniscono la fissità del ritratto alla sua continua e lenta mutazione (Video Portraits), riuscendo ogni volta a instaurare uno specifico dialogo con gli ambienti, gli arredi e la collezione d’arte. Celebri personaggi del mondo delle arti e dello spettacolo si alternano a esemplari del mondo animale, per lo più in via d’estinzione, lungo una spettacolare galleria di invenzioni, che contamina l’immagine di varie icone della contemporaneità con quella di icone del recente passato o di capolavori della storia dell’arte.

Il nucleo più numeroso, che occupa interamente l’ala sud del primo piano della villa, è costituito dalla serie dei Lady Gaga Portraits, un importante progetto realizzato nel 2013, esposto nello stesso anno al Louvre di Parigi e ora presentato per la prima volta in Italia. La cantautrice statunitense rivive attraverso il riferimento a tre celebri dipinti del passato, connessi in maniera diversa all’idea della morte: il ritratto di Mademoiselle Caroline Rivière (1806) di Jean-Auguste-Dominique Ingres, effige di un’adolescente scomparsa prematuramente, il popolarissimo La morte di Marat (1793) di Jacques-Louis David, con la cruda rappresentazione del momento successivo all’assassinio del rivoluzionario francese, e, infine, Testa di San Giovanni Battista(1507) del leonardesco Andrea Solari, una piccola tavola oggi al Louvre giocata sul netto contrasto luce-ombra e sul virtuosismo dei riflessi luminosi.

Robert Wilson dimostra di essere, come qualcuno lo ha definito, un “Maestro delle luci”, in grado di proporre continue invenzioni, con effetti naturali e nel contempo teatrali. Lo stesso Wilson ha dichiarato “La luce è architettonica. È un altro attore”. Wilson definisce i Video Portaits dei “paesaggi mentali”, delle “finestre” e sottolinea lo stretto rapporto con il suo lavoro teatrale. Spiega anzi come in alcuni di essi ci sia talora una sorta di citazione diretta dal teatro stesso. 

Per il secondo parterre del parco, in dialogo tra l’architettura ottocentesca del Salone Impero e la monumentale magnolia, Robert Wilson ha progettato un’installazione site specific, A House for Giuseppe Panza, un’architettura in stile American Shaker in legno di larice. Nell’interno della casa, visibile attraverso le finestre ma inaccessibile al visitatore, Wilson ha creato una sorta di tableau vivant ispirato alla vita di Giuseppe Panza: una sedia dallo schienale molto alto, un lungo tavolo di legno naturale su cui poggia un grande libro aperto; sospeso sopra di esso, il calco in resina di un avambraccio la cui mano è colta nell’atto di “fermarne” le pagine. In una dimensione sospesa e atemporale, regnano lo stile riduzionista e la poetica del frammento cari al regista. 

Le quinte di fondo del giardino, le linee sobrie della casa e il gioco paradossale delle luci (dentro la casa le luci sono di un colore azzurro freddo) creano un’atmosfera di sospensione spazio-temporale e un senso di sorpresa e straniamento di magrittiana memoria, riproponendo l’ossimoro creato dal pittore belga in dipinti come L’Empire des Lumières, che combina in una medesima scena l’immagine del giorno e della notte, quasi fossero scaturite dal sogno e dalle sue leggi. 

A House for Giuseppe Panza è accompagnata da una colonna sonora del compositore americano Michael Galasso, la stessa del nucleo di ritratti di Lady Gaga, che si propaga all’esterno del parco, e da una registrazione audio in cui Robert Wilson recita alcuni versi tratti dalle Lettere a un giovane poeta (1929) di Rainer Maria Rilke. Il suono della sua voce, e della voce dello scrittore tedesco, vivono all’interno della casa e si ripetono ritualmente come in un mantra. 

Una mostra da vivere nel silenzio e nella contemplazione per immergersi completamente nelle opere in sottile equilibrio tra tempo, spazio e poesia.
 

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