Alessandro Sciaraffa. The Flower of Mars
Dal 17 Aprile 2024 al 02 Giugno 2024
Venezia
Luogo: Chiostro di SS Cosma e Damiano
Indirizzo: Giudecca 620
Orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 14.00 alle 19.00
Enti promotori:
- Città di Venezia
- Fondazione Bevilacqua La Masa
Costo del biglietto: Ingresso libero
E-Mail info: info@bevilacqualamasa.it
Sito ufficiale: http://www.bevilacqualamasa.it
La mostra personale di Alessandro Sciaraffa The Flower of Mars alla Fondazione Bevilacqua La Masa, presso la Stanza del Camino, nel Chiostro di SS Cosma e Damiano alla Giudecca, si propone come una grande e articolata installazione, costruita attraverso molteplici linguaggi artistici che, all’interno di un originale percorso, presenta un messaggio radicale e poetico.
Il fiore di Marte allude una ricerca polimorfa che si articola tra opere, fotomontaggi, appunti, viaggi, documentazione di esperienze. Si tratta di un campo di forze che alimentano sperimentazioni tecniche ed esperienza fisica, corporea fino a visioni della natura come rigenerazione.
Un colore filtra la luce naturale nello spazio architettonico; i paesaggi su tela lo rendono tattile; sculture sonanti in asse lo riempiono di armoniche; un’onda lo attraversa; un racconto accompagna il percorso fino al costituirsi di una immagine magica e baluginante nel buio.
Alessandro Sciaraffa, sofisticato inventore di sculture e oggetti sonanti, produce visioni. Come le onde generano pressione nell’acqua e producono effetti sui nostri corpi, i suoi strumenti, innervati di aria, algoritmi, matericità naturale e metallica, analogica e digitale fanno riflettere sulla complessità del reale che ci circonda. L’artista, inoltre, in un senso più vasto, attraverso video in forma di documenti performativi, si fa testimone di viaggi, azioni, sguardi tra l’umano e il naturale, tra il terrestre e il cosmico. Tutto per orientarci verso il seme del fiore possibile che ricolloca il soggetto, inteso non più solo come un mero individuo che percepisce con i sensi.
Il fiore di Marte, infatti, potrebbe evocare il Blaue Blume del poeta tedesco Novalis, che appare in sogno e in cui convergono desiderio e ispirazione. Eppure il tema di Sciaraffa non è il soggetto romantico, bensì il suo superamento, anche corporeo, in una installazione in cui l’esperienza sinestetica diviene profondamente partecipativa e trasformativa.
“Se ci consideriamo come note, possiamo riconoscere che ci muoviamo all’interno di questa melodia assumendo forme diverse. La nota è qualcosa di speciale. Sta nel presente, contiene il suo passato, anticipa il futuro. Se estrapoli una nota al di fuori della melodia, è solo una nota. Ma se la inserisci all’interno della melodia quella diventa qualcosa di molto più grande”. (Alessandro Sciaraffa)
Il fiore di Marte è la visione che materializza il campo magnetico della terra, con i suoi assi e le frequenze che produce. La risonanza, a cui il lavoro di Sciaraffa ci invita, è con il pianeta che cerchiamo dentro di noi, nel fiore che possiamo già essere, che già possiamo far crescere, nella terra marziana che innaffiamo. Per questo potremmo essere ora nel futuro, nella cura del nostro paesaggio immaginario che rende l’immagine di un pianeta più vicino della luna. In questo senso l’agency, l’intenzione romantica del soggetto diviene animacy, che ci riconnette agli elementi originari con un mutamento prezioso.
“Le opere richiedono di rifinire la nostra capacità di essere complici. Il suono, in fondo, è la vita. È la riorganizzazione delle forme, la continua trasformazione dei viventi, l’insieme delle possibilità che si presentano”. (Alessandro Sciaraffa)
La mostra è realizzata dalla Fondazione Bevilacqua La Masa con il prestigioso sostegno della Galleria Mazzoli (Berlino e Modena) e della Galleria Giorgio Persano (Torino).
Il fiore di Marte allude una ricerca polimorfa che si articola tra opere, fotomontaggi, appunti, viaggi, documentazione di esperienze. Si tratta di un campo di forze che alimentano sperimentazioni tecniche ed esperienza fisica, corporea fino a visioni della natura come rigenerazione.
Un colore filtra la luce naturale nello spazio architettonico; i paesaggi su tela lo rendono tattile; sculture sonanti in asse lo riempiono di armoniche; un’onda lo attraversa; un racconto accompagna il percorso fino al costituirsi di una immagine magica e baluginante nel buio.
Alessandro Sciaraffa, sofisticato inventore di sculture e oggetti sonanti, produce visioni. Come le onde generano pressione nell’acqua e producono effetti sui nostri corpi, i suoi strumenti, innervati di aria, algoritmi, matericità naturale e metallica, analogica e digitale fanno riflettere sulla complessità del reale che ci circonda. L’artista, inoltre, in un senso più vasto, attraverso video in forma di documenti performativi, si fa testimone di viaggi, azioni, sguardi tra l’umano e il naturale, tra il terrestre e il cosmico. Tutto per orientarci verso il seme del fiore possibile che ricolloca il soggetto, inteso non più solo come un mero individuo che percepisce con i sensi.
Il fiore di Marte, infatti, potrebbe evocare il Blaue Blume del poeta tedesco Novalis, che appare in sogno e in cui convergono desiderio e ispirazione. Eppure il tema di Sciaraffa non è il soggetto romantico, bensì il suo superamento, anche corporeo, in una installazione in cui l’esperienza sinestetica diviene profondamente partecipativa e trasformativa.
“Se ci consideriamo come note, possiamo riconoscere che ci muoviamo all’interno di questa melodia assumendo forme diverse. La nota è qualcosa di speciale. Sta nel presente, contiene il suo passato, anticipa il futuro. Se estrapoli una nota al di fuori della melodia, è solo una nota. Ma se la inserisci all’interno della melodia quella diventa qualcosa di molto più grande”. (Alessandro Sciaraffa)
Il fiore di Marte è la visione che materializza il campo magnetico della terra, con i suoi assi e le frequenze che produce. La risonanza, a cui il lavoro di Sciaraffa ci invita, è con il pianeta che cerchiamo dentro di noi, nel fiore che possiamo già essere, che già possiamo far crescere, nella terra marziana che innaffiamo. Per questo potremmo essere ora nel futuro, nella cura del nostro paesaggio immaginario che rende l’immagine di un pianeta più vicino della luna. In questo senso l’agency, l’intenzione romantica del soggetto diviene animacy, che ci riconnette agli elementi originari con un mutamento prezioso.
“Le opere richiedono di rifinire la nostra capacità di essere complici. Il suono, in fondo, è la vita. È la riorganizzazione delle forme, la continua trasformazione dei viventi, l’insieme delle possibilità che si presentano”. (Alessandro Sciaraffa)
La mostra è realizzata dalla Fondazione Bevilacqua La Masa con il prestigioso sostegno della Galleria Mazzoli (Berlino e Modena) e della Galleria Giorgio Persano (Torino).
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