Anna Skibska. Metamorfosi delle forme
![Anna Skibska. Metamorfosi delle forme, Museo del Vetro, Venezia Anna Skibska. Metamorfosi delle forme, Museo del Vetro, Venezia](http://www.arte.it/foto/600x450/ac/19046-as.jpg)
Anna Skibska. Metamorfosi delle forme, Museo del Vetro, Venezia
Dal 31 Maggio 2013 al 31 Gennaio 2014
Venezia
Luogo: Museo del Vetro
Indirizzo: Fondamenta Giustinian 8, Murano
Orari: 10-18; dal 1° novembre 10-17
Curatori: Anna Skibska, Chiara Squarcina
Costo del biglietto: € 5.50, studenti € 4
Telefono per informazioni: +39 041 739586
E-Mail info: museo.vetro@fmcvenezia.it
Sito ufficiale: http://museovetro.visitmuve.it
L’artista polacca Anna Skibska ama raccontare la metamorfosi delle forme utilizzando magistralmente le tecniche vetraie.
Anna Skibska utilizza il vetro quale medium di un procedere occulto che indaga il tema dellatrasparenza, come ricerca per la determinazione della luce, o meglio della luminosità. Ricamando la massa incorporea del vetro con la stessa abilità dello scultore, che toglie piuttosto che aggiungere, l’artista giunge a realizzare impercettibili “trame” di vetro, vere e proprie “ragnatele geometriche”, sulle quali la luce si deposita cristallizzandosi così come fa la brina nelle mattine d’inverno, svelando la natura euclidea dei cristalli d’acqua gelati.
Mediante una piccola torcia “stira” delle canne di vetro creando sottili fili di vetro trasparenti, piegati e fusi tra loro a formare eteree sculture dal perfetto equilibrio. Il risultato sono “grappoli di nuvole” sospesi in uno spazio che diventa contenitore e contenuto della rappresentazione. Un gioco tra visibile e invisibile che conduce all’essenza-assenza della gravità e alla lievità delle sue composizioni.
Anna Skibska utilizza il vetro quale medium di un procedere occulto che indaga il tema dellatrasparenza, come ricerca per la determinazione della luce, o meglio della luminosità. Ricamando la massa incorporea del vetro con la stessa abilità dello scultore, che toglie piuttosto che aggiungere, l’artista giunge a realizzare impercettibili “trame” di vetro, vere e proprie “ragnatele geometriche”, sulle quali la luce si deposita cristallizzandosi così come fa la brina nelle mattine d’inverno, svelando la natura euclidea dei cristalli d’acqua gelati.
Mediante una piccola torcia “stira” delle canne di vetro creando sottili fili di vetro trasparenti, piegati e fusi tra loro a formare eteree sculture dal perfetto equilibrio. Il risultato sono “grappoli di nuvole” sospesi in uno spazio che diventa contenitore e contenuto della rappresentazione. Un gioco tra visibile e invisibile che conduce all’essenza-assenza della gravità e alla lievità delle sue composizioni.
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