Carla Tolomeo & Fabrizio Plessi. Due modi di creare Arte
Dal 18 Settembre 2020 al 15 Novembre 2020
Venezia
Luogo: Galleria d’Arte Contini
Indirizzo: San Marco 2769
Orari: Tutti i giorni 10.30 - 13 / 14 - 19.30
Telefono per informazioni: +39 041 2771200
E-Mail info: veneziacs@continiarte.com
Sito ufficiale: http://www.continiarte.com
La Galleria d’Arte Contini dal 18 settembre al 15 novembre 2020 renderà omaggio a due grandi artisti del panorama contemporaneo, Carla Tolomeo e Fabrizio Plessi, entrambe eccellenze italiane che hanno saputo affermarsi nell’ambiente artistico internazionale. La mostra intitolata Due modi di creare Arte è allestita presso la sede di Venezia situata nei pressi di Campo Santo Stefano e dell’Accademia, un quartiere conosciuto per i suoi musei e per il suo fermento artistico e culturale.
L’esposizione mira a celebrare la lunga e produttiva carriera di Tolomeo e Plessi ponendo l’attenzione sulla capacità di questi artisti di plasmare, innovare e rimodellare la propria arte abbracciando e impossessandosi degli strumenti e del linguaggio, sempre mutevole, dell’arte contemporanea.
I due maestri hanno alle spalle una ricca storia fatta di sperimentazioni, di studio e di ricerca, sempre rivolta all’indagine del mezzo espressivo che meglio li rappresenta; da un lato la nobilitazione di un oggetto di uso quotidiano, quale la sedia, di Carla Tolomeo e dall’altro il binomio natura e digitale che contraddistingue l’arte di Fabrizio Plessi.
Entrambi sono accomunati dalla scelta di un supporto artistico, un medium, che appartiene alla vita quotidiana: la seduta e la televisione.
La tecnica, la sperimentazione sui materiali e l’originalità espressiva identificano il lavoro di Carla Tolomeo, artista che ha saputo distinguersi per la sua ricercatezza e la sua sontuosa creatività.
La sua carriera artistica spazia tra numerose tecniche come la pittura e la scultura ma ciò che la rende immediatamente riconoscibile è la creazione delle sue originali sedie-sculture.
Nell’arte di Carla Tolomeo, come in quella di Fabrizio Plessi, l’aspetto progettuale è fondamentale per la realizzazione dell’opera: il procedimento creativo inizia con il recupero di una sedia antica, o con la creazione di una forma inedita sulla cui struttura si sviluppa la fase di ricerca e scelta di moduli e di tessuti, che l’artista equipara alla selezione dei colori nella pittura. I moduli sono disegnati, ritagliati e assemblati al fine di creare le forme scultoree che connotano la sua creatività. Arricchite e personalizzate da velluti dai disegni esclusivi, da broccati, lampassi e moire.
Le creazioni di Tolomeo prendono ispirazione, proprio come per Plessi, dalla natura ma con una visione totalmente differente che predilige un approccio onirico e magico.
Attraverso la sua estrosa manualità i preziosi tessuti si trasformano in un universo di forme e colori cangianti che raccontano un mondo fiabesco, un giardino incantato, popolato da fiori smisurati e animali fantastici.
Ne è un esempio l’opera The Goldenparrots harmchair, 2019, composta da uno schienale decorato con pappagalli dai toni arancioni in velluto cangiante ed una seduta in delicato goffrè Hermès o ancora The Roses Garden, 2019, un divanetto arricchito da morbide rose dai toni delicati quasi a rappresentare l’esplosione della primavera.
Un connubio elegante tra barocco e surrealismo nato dalla costante ricerca sui racconti di Borges e sulla pittura giapponese ha permesso all’artista di avventurarsi tra pittura, scultura e scrittura, quasi a dimostrazione che non esiste un vero confine tra espressioni d’arte differenti.
Da questo approccio ad un’arte totale nasce l’apprezzatissima mostra personale organizzata dalla Galleria d’Arte Contini presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 2019 dal titolo Never Rest. Il visitatore poteva ammirare la produzione pittorica, caratterizzata da pennellate delicate e da colori corposi e le celebri poltrone che, non più limitate a semplice oggetto d’arredo, divengono opere in grado di trasportare in una dimensione di totemistica immersione con la natura e la vita. Blueturtles, 2019, è il risultato di questa ricerca artistica ed estetica: il blu vellutato e intenso dei tessuti, intarsiato da ritagli di stoffa Bevilacqua, avvolge lo schienale composto da tartarughe di varie dimensioni che, posizionate in un abbraccio, creano una spettacolare coda di pavone.
La sua arte è di sorprendente modernità, da ammirare ed interpretare a tuttotondo, con continue sorprese, inattese costruzioni, insolite cromie e forme evocatrici. Un’arte che ha il coraggio di proporsi in maniera personalissima, veicolando con sé qualcosa di magico, che rimanda ad un’infanzia quasi ritrovata.
Per Fabrizio Plessi, alchimista contemporaneo, l’obbiettivo è quello di abbattere le barriere tra tecnologia e arte e lo fa sfruttando il potenziale comunicativo e sofisticato dello schermo e quello più poetico ed emotivo del disegno. L’innesto tra i due elementi, apparentemente distanti, genera opere fluide che affrontano tematiche sempre attuali quali lo scorrere del tempo, il rapporto primordiale e indissolubile tra uomo e ambiente ed evoluzione sociale. Tra gli elementi geologici, uno dei prediletti è l’acqua che nel suo scorrere diviene metafora di purificazione e di progresso, una fluidità continua, ancestrale capace di trasportare l’uomo verso il futuro. Ad esempio nella sua opera Up-Down, video installazione composta da quattro pannelli digitali alti più di due metri, l’immagine continua dello scorrere dell’acqua pone il fruitore nella condizione di osservatore attivo stimolandone la riflessione e il sentire emotivo.
La ricerca artistica di Fabrizio Plessi sfocia nelle video installazioni le quali, tuttavia, sono solo una parte del suo intero processo creativo. Legato intimamente alla materia, alla gestualità e alla manualità, Plessi considera il disegno come motore indispensabile alla creazione delle sue sculture digitali. I progetti e gli studi, ammirabili in mostra, sono parte fondamentale del lavoro dell’artista.
Ne sono un esempio gli splendidi progetti per Barca Digitale, una serie di schizzi raffiguranti una struttura che ricorda una canoa lignea all’interno della quale un fluido d’acqua limpida e azzurra procede con flusso incessante e leggero che cattura l’osservatore accompagnandolo in un percorso riflessivo e immaginifico. Così come l’acqua anche l’elemento della lava caratterizza l’immaginario dell’artista, in Lava Project Digital Stone, si possono ammirare i progetti esposti in occasione della mostra Lava del 2008 anch’essa organizzata dalla Galleria d’Arte Contini. In questo caso l’esperta gestualità crea delle rocce dalle quali fluisce la lava che, come materia animata, si cela sotto la superficie delle cose fino a riversarsi sull’immagine digitale. La attraversa e si rende visibile mostrandosi come una metafora artistica del nesso vitale tra tutti gli elementi.
L’esposizione mira a celebrare la lunga e produttiva carriera di Tolomeo e Plessi ponendo l’attenzione sulla capacità di questi artisti di plasmare, innovare e rimodellare la propria arte abbracciando e impossessandosi degli strumenti e del linguaggio, sempre mutevole, dell’arte contemporanea.
I due maestri hanno alle spalle una ricca storia fatta di sperimentazioni, di studio e di ricerca, sempre rivolta all’indagine del mezzo espressivo che meglio li rappresenta; da un lato la nobilitazione di un oggetto di uso quotidiano, quale la sedia, di Carla Tolomeo e dall’altro il binomio natura e digitale che contraddistingue l’arte di Fabrizio Plessi.
Entrambi sono accomunati dalla scelta di un supporto artistico, un medium, che appartiene alla vita quotidiana: la seduta e la televisione.
La tecnica, la sperimentazione sui materiali e l’originalità espressiva identificano il lavoro di Carla Tolomeo, artista che ha saputo distinguersi per la sua ricercatezza e la sua sontuosa creatività.
La sua carriera artistica spazia tra numerose tecniche come la pittura e la scultura ma ciò che la rende immediatamente riconoscibile è la creazione delle sue originali sedie-sculture.
Nell’arte di Carla Tolomeo, come in quella di Fabrizio Plessi, l’aspetto progettuale è fondamentale per la realizzazione dell’opera: il procedimento creativo inizia con il recupero di una sedia antica, o con la creazione di una forma inedita sulla cui struttura si sviluppa la fase di ricerca e scelta di moduli e di tessuti, che l’artista equipara alla selezione dei colori nella pittura. I moduli sono disegnati, ritagliati e assemblati al fine di creare le forme scultoree che connotano la sua creatività. Arricchite e personalizzate da velluti dai disegni esclusivi, da broccati, lampassi e moire.
Le creazioni di Tolomeo prendono ispirazione, proprio come per Plessi, dalla natura ma con una visione totalmente differente che predilige un approccio onirico e magico.
Attraverso la sua estrosa manualità i preziosi tessuti si trasformano in un universo di forme e colori cangianti che raccontano un mondo fiabesco, un giardino incantato, popolato da fiori smisurati e animali fantastici.
Ne è un esempio l’opera The Goldenparrots harmchair, 2019, composta da uno schienale decorato con pappagalli dai toni arancioni in velluto cangiante ed una seduta in delicato goffrè Hermès o ancora The Roses Garden, 2019, un divanetto arricchito da morbide rose dai toni delicati quasi a rappresentare l’esplosione della primavera.
Un connubio elegante tra barocco e surrealismo nato dalla costante ricerca sui racconti di Borges e sulla pittura giapponese ha permesso all’artista di avventurarsi tra pittura, scultura e scrittura, quasi a dimostrazione che non esiste un vero confine tra espressioni d’arte differenti.
Da questo approccio ad un’arte totale nasce l’apprezzatissima mostra personale organizzata dalla Galleria d’Arte Contini presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nel 2019 dal titolo Never Rest. Il visitatore poteva ammirare la produzione pittorica, caratterizzata da pennellate delicate e da colori corposi e le celebri poltrone che, non più limitate a semplice oggetto d’arredo, divengono opere in grado di trasportare in una dimensione di totemistica immersione con la natura e la vita. Blueturtles, 2019, è il risultato di questa ricerca artistica ed estetica: il blu vellutato e intenso dei tessuti, intarsiato da ritagli di stoffa Bevilacqua, avvolge lo schienale composto da tartarughe di varie dimensioni che, posizionate in un abbraccio, creano una spettacolare coda di pavone.
La sua arte è di sorprendente modernità, da ammirare ed interpretare a tuttotondo, con continue sorprese, inattese costruzioni, insolite cromie e forme evocatrici. Un’arte che ha il coraggio di proporsi in maniera personalissima, veicolando con sé qualcosa di magico, che rimanda ad un’infanzia quasi ritrovata.
Per Fabrizio Plessi, alchimista contemporaneo, l’obbiettivo è quello di abbattere le barriere tra tecnologia e arte e lo fa sfruttando il potenziale comunicativo e sofisticato dello schermo e quello più poetico ed emotivo del disegno. L’innesto tra i due elementi, apparentemente distanti, genera opere fluide che affrontano tematiche sempre attuali quali lo scorrere del tempo, il rapporto primordiale e indissolubile tra uomo e ambiente ed evoluzione sociale. Tra gli elementi geologici, uno dei prediletti è l’acqua che nel suo scorrere diviene metafora di purificazione e di progresso, una fluidità continua, ancestrale capace di trasportare l’uomo verso il futuro. Ad esempio nella sua opera Up-Down, video installazione composta da quattro pannelli digitali alti più di due metri, l’immagine continua dello scorrere dell’acqua pone il fruitore nella condizione di osservatore attivo stimolandone la riflessione e il sentire emotivo.
La ricerca artistica di Fabrizio Plessi sfocia nelle video installazioni le quali, tuttavia, sono solo una parte del suo intero processo creativo. Legato intimamente alla materia, alla gestualità e alla manualità, Plessi considera il disegno come motore indispensabile alla creazione delle sue sculture digitali. I progetti e gli studi, ammirabili in mostra, sono parte fondamentale del lavoro dell’artista.
Ne sono un esempio gli splendidi progetti per Barca Digitale, una serie di schizzi raffiguranti una struttura che ricorda una canoa lignea all’interno della quale un fluido d’acqua limpida e azzurra procede con flusso incessante e leggero che cattura l’osservatore accompagnandolo in un percorso riflessivo e immaginifico. Così come l’acqua anche l’elemento della lava caratterizza l’immaginario dell’artista, in Lava Project Digital Stone, si possono ammirare i progetti esposti in occasione della mostra Lava del 2008 anch’essa organizzata dalla Galleria d’Arte Contini. In questo caso l’esperta gestualità crea delle rocce dalle quali fluisce la lava che, come materia animata, si cela sotto la superficie delle cose fino a riversarsi sull’immagine digitale. La attraversa e si rende visibile mostrandosi come una metafora artistica del nesso vitale tra tutti gli elementi.
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