Elisabetta Rogai. Due Leoni per due Repubbliche

Elisabetta Rogai, Due Leoni per Due Repubbliche, 2024. Olio su tela denim, 120x150 cm. I Ph. Umberto Visintini

 

Dal 07 Luglio 2024 al 11 Agosto 2024

Venezia

Luogo: Ca' Sagredo

Indirizzo: Campo Santa Sofia 4198/99

Orari: tutti giorni 10-20

Curatori: Olga Mugnaini e Federica Rotondo

Costo del biglietto: ingresso gratuito


Uno ha le ali e e mostra fiero le pagine aperte del Vangelo di San Marco; l’altro è seduto e poggia la zampa destra su uno scudo recante l’immagine di un giglio rosso in campo bianco. Il primo campeggia in Piazza San Marco a Venezia; l’altro domina l’Arengario di Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria a Firenze.
È l’immagine simbolo di Due Leoni per due Repubbliche, la mostra della pittrice Elisabetta Rogai - ideata e curata da Olga Mugnaini e Federica Rotondo - che si è inaugurata oggi a Ca’ Sagredo, sul Canal Grande a Venezia, alla presenza dell'Artista, delle co-curatrici, dello storico dell'arte Luca Nannipieri, di rappresentanti della cittadinanza veneziana e degli sponsor.
Si tratta di una mostra tutta al femminile - un'Artista e due curatrici - che proseguendo fino all’11 agosto 2024, si svolgerà parallelamente alla 60a Biennale Internazionale d’arte presentando il nuovo progetto dell'Artista fiorentina dedicato a due straordinarie città, Venezia e Firenze, celebri nel mondo per il loro glorioso passato e per il loro fascino contemporaneo.
Proprio per queste caratteristiche, l’inaugurazione dell’esposizione è stata inserita nell’evento di Ars Pace dal titolo “Firenze-Venezia: Pace nell’Arte”, che si conclude domani, dove il ruolo dell’Arte come strumento di Pace è stato il leitmotiv dell’avvincente viaggio iniziato a Firenze, per proseguire in Toscana fino ad arrivare nella Serenissima.
Due leoni, un concept Oltre che da tesori inestimabili, le due storiche Repubbliche sono accomunate sia da una storica alleanza – per esempio la prima Granduchessa italiana di Casa Medici fu una veneziana, Bianca Cappello – sia da problemi attuali che derivano proprio dalla loro straordinaria bellezza, come il cosiddetto overtourism, tema al centro di costanti riflessioni sulla gestione dei flussi turistici nel nostro Paese e direttamente collegato al rispetto dell'ambiente - argomento stesso della 60a Biennale di Venezia -, oltre che alla tutela del patrimonio culturale italiano.
Grazie a tutti questi elementi, la mostra Due Leoni per due Repubbliche risulta originale e senza alcun precedente.
Fiorentina e sempre attenta ai segnali di un mondo che cambia rapidamente, Elisabetta Rogai porta su questo orizzonte tutta la sua sensibilità artistica, scegliendo un simbolo antico, emblema e vessillo storico delle due gloriose Repubbliche: il Leone di San Marco per Venezia e il Marzocco per Firenze. Due animali fieri, eleganti e potenti, da secoli rappresentati dai più grandi artisti ed elevati, secondo tradizione, a protezione delle città.
Eppure, come racconta Rogai in questo nuovo ciclo di opere in larga parte inedite, anche gli stessi leoni sembrano mostrare i segni di un assalto di visitatori non più sostenibile. Un tema, quello della sostenibilità, che da artista contemporanea affronta per condividere il senso di responsabilità nei confronti di quel Patrimonio dell'Umanità che abbiamo tutti il dovere di tutelare e di tramandare alle future generazioni.
Venezia e Firenze sono infatti due siti protetti dall'Unesco fra i più importanti al mondo e non a caso la mostra Due Leoni per due Repubbliche, per questi contenuti culturali ha in corso di approvazione la richiesta di patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e dell'Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale-Unesco.
Non solo: durante l'esposizione di Elisabetta Rogai a Ca' Sagredo, come ogni anno, su iniziativa del WWF, il 10 agosto si celebra la "Giornata Mondiale del leone", animale anch'esso a rischio estinzione, un destino che pare ricordare quello delle due città, Venezia e Firenze, di cui è il simbolo.
La mostra Elisabetta Rogai ha girato il mondo con le sue opere, ha visto molti orizzonti, ma è la sua terra - Firenze e la Toscana -, che rimane riferimento imprescindibile per la sua creatività. Nonostante ciò, l’Artista stavolta pone il suo sguardo sulla laguna veneziana, ascoltando il richiamo di una città per tanti aspetti gemella della sua Firenze, pur nella profonda diversità.
Amare un luogo vuol dire cantarne la bellezza, ma anche desiderare di proteggerlo, conservarlo per tutti gli occhi che anche nel futuro potranno ammirarlo e ricevere in dono la magnificenza costruita nel passato. E l'arte è uno dei messaggeri più potenti.
Nasce da qui il desiderio di portare a Venezia la sua mostra che renda omaggio a queste due insuperabili e antiche Repubbliche, Venezia e Firenze, che tutto il mondo corre ad abbracciare. Perché non si può non aver visto il Canal Grande e il Ponte Vecchio.
La location sarà altrettanto prestigiosa e simbolica, Ca' Sagredo, splendida dimora sul Canal Grande, dove altri artisti internazionali hanno già esposto le proprie opere.
Qui Elisabetta Rogai porterà dipinti che sono frutto di nuove sfide, ricerche e sperimentazioni tecniche, ma anche risultato di nuovi contenuti, sentimenti e riflessioni che nascono dalla contemporaneità.
In totale la mostra Due Leoni per due Repubbliche comprende 28 opere pittoriche: 20 tele (di cui cinque dipinti su denim, il tessuto dei jeans) e otto schegge di marmo bianco di Carrara. In larga parte si tratterà di opere inedite, realizzate per l'occasione, come il grande Autoritratto che vede l'Artista nell'atto di dipingere una testa di cavallo con il vino, oppure dipinti già acclamati come il Dante infernale, realizzato nel 2021 in occasione del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta.
Sarà comunque un viaggio che tocca l'intera carriera, da cui sono nate opere che fanno parte oggi delle più importanti collezioni in tutto il mondo; inoltre la mostra è impreziosita dal catalogo che ospita i testi delle curatrici e i saggi critici di Cristina Acidini e di Luca Nannipieri.
«L’arte è la mia vita, la mia passione – afferma Elisabetta Rogai -. E anche in questa avventura che rende omaggio alla mia città, Firenze, e a Venezia, ho metto tutto il mio entusiasmo e la mia anima: talvolta mi sento Leone di San Marco, tranquillo ponderante, talvolta Marzocco, più battagliero, ma sempre me stessa: forte, determinata, incorruttibile, generosa. Come mi auguro sappiano sempre essere queste due antiche e gloriose Repubbliche a cui dono i miei colori».
«Due Leoni per due Repubbliche è una mostra che unisce idealmente due città che hanno scritto importanti pagine di storia nel mondo dell’arte e dei mercanti – aggiungono Olga Mugnaini e Federica Rotondo, curatrici della mostra -. Ma davvero questi fasti, questo patrimonio dell’umanità, possono resistere indenni all’avanzata e all’assedio di tutti coloro che corrono ad ammirare le due antiche Repubbliche? Per quanto ancora i due leoni saranno in grado di continuare a difendere Venezia e Firenze? É il viaggio che Elisabetta Rogai attraverso la sua arte ci invita a intraprendere, accompagnandoci in suggestioni e riflessioni, luci e ombre, colori vivi e spenti, desideri e malinconie».
«L’impiego così esperto e, al tempo stesso, inventivo del vino come veicolo espressivo e, in combinazione con esso, un attento esercizio sulla figurazione – chiosa il critico d’arte Luca Nannipieri -, ci dicono quanto Rogai s’impegni e s’industri su una strada che, per molti altri artisti contemporanei, è data per sorpassata: la ricerca intorno alla potenzialità del colore e alla potenzialità della figura. Osservando le opere realizzate per l’esposizione veneziana che tematizza due dei simboli di Firenze e Venezia, ovvero i due leoni che detengono, con orgoglio, l’uno il giglio cittadino, l’altro l’iscrizione latina a San Marco, vediamo che i volti e i musi sono precisati nei loro lineamenti, lavorati, ma mai definiti».
Una vita di successi Elisabetta Rogai è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale.
Ha rappresentato tante volte l’arte toscana negli USA, in Cina, Giappone e Grecia, in tutto il mondo, in occasione di celebrazioni che esaltano l’Italia come il suo Astrid dipinto nel 2003 con il Chianti Classico e diventata l’etichetta della bottiglia del vino ufficiale del semestre della Presidenza dell’Unione Europea.
In oltre 50 anni di attività pittorica Elisabetta Rogai ha all’attivo una serie infinita di mostre: Washington, Cannes, Venezia, Assisi, Franciacorta, Lituania, Hong Kong, Forte dei Marmi, in Palazzo Medici Riccardi a Firenze (dicembre 2014) e nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation.
Autrice il Ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana, Elisabetta Rogai è l’unica artista donna che ha eseguito l’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze e una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per gli 85 anni della Forza Armata.
Inoltre il Corriere della Sera ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015. Sempre nel 2015 – anno dell’Expo - ha dipinto il Drappellone del Palio di Siena (Palio dell’Assunta del 16 agosto) vivendo un’emozione «mai così forte in tutta la mia vita» ha rivelato l’Artista, rappresentando la Madonna Assunta in cielo con un'aureola di spighe di grano, con esplicito riferimento al contenuto dell’Expo “Nutrire il pianeta”.
Dal 2011 la pittrice fiorentina “comunica anche il vino”, cioè diffonde l’amore per l’arte e per il vino nel mondo in maniera singolare, anche perché con la sua EnoArte è riuscita ad incentivare l’incontro tra pittura e enologia.
Infatti Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso (e poi bianco per le velature) al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura. Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie, passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato, infine il processo si arresta mantenendo la luminosità delle tinte. I suoi dipinti hanno insomma qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini, i suoi soggetti preferiti sono femminili, donne dai lunghi capelli, in momenti di riflessione e sogno, ma anche cavalli dalle criniere al vento, aquile, falchi.
Nel 2020 è stata invitata a tenere una personale nel Foyer del Gran Teatro Puccini di Torre del Lago, in occasione del 66° Festival Pucciniano e per festeggiare i 50 di carriera di Elisabetta Rogai: nella stessa occasione, sempre con la tecnica della EnoArte, ha realizzato una personalissima Cio Cio San dal vivo che poi ha donato alla Fondazione Festival Pucciniano.  
L’anno successivo, in occasione del G20 dell’Agricoltura che si tenne a Firenze, l’Artista fu protagonista della mostra “Territori, arte e cultura del vino a Palazzo Vecchio. L’Enoarte di Elisabetta Rogai” allestita negli spazi della Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, gli stessi che poi avrebbero accolto l’incontro dei ministri.
I riferimenti artistici sono contemporanei, con una grande attenzione all’equilibrio compositivo e a un’espressività sussurrata, a volte triste, ma sempre coerente, quasi una riflessione sul destino femminile, il parallelismo fra vino e donne.
Negli anni, sono molti i premi e i riconoscimenti ricevuti da Elisabetta Rogai: tra questi va ricordato che nel 2015 l'Artista è stata insignita del titolo di “Accademica d'onore" all’Accademia delle Arti del disegno di Firenze, la più antica accademia del mondo.
 

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