Emanuele Giannelli. Deus Ex Machina
Emanuele Giannelli, Mr. Arbitrium, 2021, Particolare, Bronzo
Dal 12 November 2022 al 4 December 2022
Venezia
Luogo: 1758 Venice Art Studio
Indirizzo: Calle del Campaniel 1758 - San Polo
Orari: Mer - Ven 16 - 20 | Sab - Dom 11 - 13 / 16 - 20 o su appuntamento
Curatori: Studio Tivarnella Art Consulting di Trieste
Telefono per informazioni: +39 347 609 1354
E-Mail info: info@veniceartstudio.com
Sito ufficiale: http://www.veniceartstudio.com
Lo studio Tivarnella Art Consulting è lieto di presentare presso la galleria d’arte contemporanea 1758 Venice Art Studio la mostra personale di Emanuele Giannelli, intitolata "Deus Ex Machina”. L’inaugurazione si terrà sabato 12 novembre 2022 alle 18 presso la sede in Calle del Campaniel 1758, San Polo, Venezia.
Dopo il successo nazionale ottenuto grazie alla monumentale esposizione pubblica di Mr. Arbitrium, lo scultore di origini romane presenta in una mostra personale a Venezia, una serie di opere tra i cicli più importanti del suo operato. Il suo rapporto con la società contemporanea è controverso e protagonista della sua poetica progressista, basata sul superamento dell’attuale realtà per avvicinarsi al concetto di postumano.
La cultura pop influenza la sua estetica, mentre concetti derivanti dalla filosofia punk condizionano la sua analisi critica sui conflitti socio-culturali che macchiano il nostro tempo rendendo il futuro un luogo incerto in cui vivere.
Questi movimenti di protesta acuiscono la sua visione provocatoria trasmessa attraverso la realizzazione di sculture che affrontando tematiche scottanti e strettamente contemporanee, cercano di risvegliare la coscienza collettiva.
Il fenomeno di interesse creatosi intorno alla figura di Mr. Arbitrium fa leva sul concetto di scelta: la scultura che attraverso un’interpretazione soggettiva, spinge o sorregge l’edificio a cui è appoggiata, porta a interrogarsi sull’importanza che alcuni luoghi dal carattere religioso e culturale rivestono tutt’oggi nella società in cui viviamo. In questo modo la visione si ribalta e lo spettatore diviene protagonista della scena che sta osservando, sentendosi chiamato a compiere una personale decisione di fronte a questo enigma.
L’esposizione presenta tante occasioni in cui lo spettatore è chiamato a ragionare sul labile confine che intercorre tra la natura del determinismo collettivo e quello individuale. Le opere scultoree si trovano sospese tra un avvenire incerto e un presente in costante evoluzione, affrontando in modo dinamico i drammi più attuali e dalle conseguenze potenzialmente irreversibili. Ne scaturisce l’urlo di sofferenza di una società che si ritrova a dover prendere una decisione, immersa in una lacerante incertezza che potrebbe rallentare o scagionare il processo, elevando la condizione umana, o facendola una volta per tutte, crollare.
Dopo il successo nazionale ottenuto grazie alla monumentale esposizione pubblica di Mr. Arbitrium, lo scultore di origini romane presenta in una mostra personale a Venezia, una serie di opere tra i cicli più importanti del suo operato. Il suo rapporto con la società contemporanea è controverso e protagonista della sua poetica progressista, basata sul superamento dell’attuale realtà per avvicinarsi al concetto di postumano.
La cultura pop influenza la sua estetica, mentre concetti derivanti dalla filosofia punk condizionano la sua analisi critica sui conflitti socio-culturali che macchiano il nostro tempo rendendo il futuro un luogo incerto in cui vivere.
Questi movimenti di protesta acuiscono la sua visione provocatoria trasmessa attraverso la realizzazione di sculture che affrontando tematiche scottanti e strettamente contemporanee, cercano di risvegliare la coscienza collettiva.
Il fenomeno di interesse creatosi intorno alla figura di Mr. Arbitrium fa leva sul concetto di scelta: la scultura che attraverso un’interpretazione soggettiva, spinge o sorregge l’edificio a cui è appoggiata, porta a interrogarsi sull’importanza che alcuni luoghi dal carattere religioso e culturale rivestono tutt’oggi nella società in cui viviamo. In questo modo la visione si ribalta e lo spettatore diviene protagonista della scena che sta osservando, sentendosi chiamato a compiere una personale decisione di fronte a questo enigma.
L’esposizione presenta tante occasioni in cui lo spettatore è chiamato a ragionare sul labile confine che intercorre tra la natura del determinismo collettivo e quello individuale. Le opere scultoree si trovano sospese tra un avvenire incerto e un presente in costante evoluzione, affrontando in modo dinamico i drammi più attuali e dalle conseguenze potenzialmente irreversibili. Ne scaturisce l’urlo di sofferenza di una società che si ritrova a dover prendere una decisione, immersa in una lacerante incertezza che potrebbe rallentare o scagionare il processo, elevando la condizione umana, o facendola una volta per tutte, crollare.
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