Fabio Colussi. La Serenissima
Dal 24 Ottobre 2021 al 12 Novembre 2021
Venezia
Luogo: Galleria d’arte Ghetto et Cetera
Indirizzo: Campo del Ghetto Nuovo 2919
Orari: lunedì, martedì, mercoledì e sabato dalle 10 alle 13,30, giovedì, venerdì e domenica dalle 10 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Si accettano prenotazioni (online tramite sito)
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@ghetto-etcetera.com
Sito ufficiale: http://www.ghetto-etcetera.com
Si inaugura online domenica 24 ottobre 2021 alle ore 12 la mostra personale del pittore triestino Fabio Colussi La Serenissima, organizzata presso la galleria d’arte contemporanea Ghetto Et Cetera con la curatela dell’Arch Marianna Accerboni.
L’inaugurazione sarà in diretta streaming sulla pagina Facebook @ghettoetcetera e sul sito www.ghetto-etcetera.com e prevede la possibilità di interazione virtuale per domande o commenti alla curatrice e all’artista.
L’artista presenta venti quadri, oli su tela e cartone telato, dipinti tra il 2013 e il 2021. Si tratta di paesaggi lagunari catturati al tramonto, o nella piena luce del giorno, o di notte, in cui l’elemento marino è dominante: l’acqua è infatti il tema prediletto dal maestro, l’acqua con le sue luci, le sue ombre, i riflessi, l’atmosfera, ma anche le gondole negli stretti canali veneziani e i palazzi che vi si affacciano, le barche a vela, le barche dei pescatori in mare aperto.
Fabio Colussi dipinge opere che sono finestre che si aprono su paesaggi da sogno, distanti dallo stress, dalla velocità e dalla frenesia della vita quotidiana.
Di lui scrive l’arch. Marianna Accerboni: “... Partendo da una visione quasi neoclassica della città e della natura, Colussi ricostruisce con delicata vena poetica l’immagine dei luoghi, raffinando con equilibrio e perizia nel corso del tempo il suo luminoso e vivido linguaggio attraverso un colorismo avvincente e reale, che lascia tuttavia spazio anche al sogno...”.
Fabio Colussi nasce a Trieste nel 1957, dove vive e opera. E’ in un certo senso autodidatta, poiché si è formato studiando i grandi pittori triestini quali Barison, Zangrando, Flumiani e Grimani. Dipinge i primi acquerelli a 4 anni, i temi sono paesaggi, boschi e figure realizzati anche a pastelli a cera; più tardi approccia la tempera e l’acrilico, per poi passare nei primi anni novanta all’olio su tela e su tavola, tecnica ora prediletta, che non ha più abbandonato. Per realizzare i suoi dipinti, trae spunto dagli schizzi annotati su un taccuino che porta sempre con sé e che talvolta sono implementati, per quanto riguarda le architetture, da appunti fotografici.
L’inaugurazione sarà in diretta streaming sulla pagina Facebook @ghettoetcetera e sul sito www.ghetto-etcetera.com e prevede la possibilità di interazione virtuale per domande o commenti alla curatrice e all’artista.
L’artista presenta venti quadri, oli su tela e cartone telato, dipinti tra il 2013 e il 2021. Si tratta di paesaggi lagunari catturati al tramonto, o nella piena luce del giorno, o di notte, in cui l’elemento marino è dominante: l’acqua è infatti il tema prediletto dal maestro, l’acqua con le sue luci, le sue ombre, i riflessi, l’atmosfera, ma anche le gondole negli stretti canali veneziani e i palazzi che vi si affacciano, le barche a vela, le barche dei pescatori in mare aperto.
Fabio Colussi dipinge opere che sono finestre che si aprono su paesaggi da sogno, distanti dallo stress, dalla velocità e dalla frenesia della vita quotidiana.
Di lui scrive l’arch. Marianna Accerboni: “... Partendo da una visione quasi neoclassica della città e della natura, Colussi ricostruisce con delicata vena poetica l’immagine dei luoghi, raffinando con equilibrio e perizia nel corso del tempo il suo luminoso e vivido linguaggio attraverso un colorismo avvincente e reale, che lascia tuttavia spazio anche al sogno...”.
Fabio Colussi nasce a Trieste nel 1957, dove vive e opera. E’ in un certo senso autodidatta, poiché si è formato studiando i grandi pittori triestini quali Barison, Zangrando, Flumiani e Grimani. Dipinge i primi acquerelli a 4 anni, i temi sono paesaggi, boschi e figure realizzati anche a pastelli a cera; più tardi approccia la tempera e l’acrilico, per poi passare nei primi anni novanta all’olio su tela e su tavola, tecnica ora prediletta, che non ha più abbandonato. Per realizzare i suoi dipinti, trae spunto dagli schizzi annotati su un taccuino che porta sempre con sé e che talvolta sono implementati, per quanto riguarda le architetture, da appunti fotografici.
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