Gangcity

Gangcity, Spazio Thetis Arsenale Nord, Venezia

 

Dal 27 Maggio 2016 al 27 Novembre 2016

Venezia

Luogo: Spazio Thetis Arsenale Nord

Indirizzo: Calle Donà Castello 2737

Orari: 11-18; chiuso lunedì (tranne 30.5-05.9-31.10-21.11); sabato e domenica 11-20 dal 28.5 al 24.9

Enti promotori:

  • Politecnico di Torino
  • Università degli Studi di Torino

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Sito ufficiale: http://www.gangcity.it



Il mondo delle gang raccontato attraverso mostre, performance artistiche, spettacoli, concerti, cinema e incontri. Un viaggio nelle periferie disagiate delle grandi città alla ricerca del profondo legame tra tessuto urbano e fenomeni sociali caratterizzati da illegalità e violenza. E’ quanto proposto dal Gangcity, evento collaterale della 15. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia che si svolgerà dal 28 maggio al 27 novembre 2016 nello spazio Thetis dell’Arsenale Nord. Il progetto, coordinato da Fabio Armao, docente di Politica e processi di Globalizzazione dell’Università di Torino, ha lo scopo di divulgare e coinvolgere attivamente a livello internazionale il mondo accademico, la comunità scientifica e artisti di ogni settore per far emergere soluzioni operative innovative e sostenibili al problema dei cluster urbani come terreno fertile per la proliferazione di gang e criminalità.

Gangcity è un programma di ricerca che documenta il fenomeno delle associazioni criminali come forma di controllo dei tessuti urbani periferici nelle grandi città del mondo, con l’obiettivo di studiare processi di riqualificazione, riappropriazione e cura degli spazi pubblici e privati colpiti dal degrado. Il progetto si articola in diverse fasi e attività, declinando il percorso di indagine: una mostra fotografica collettiva dal 28 maggio al 27 novembre con 80 scatti dei fotografi Letizia Battaglia, Francesco Cito, Donna De Cesare, Salvatore Esposito, Walter Leonardi, Valerio Polici; un’esposizione sui simboli e sul linguaggio delle gang, sempre dal 28 maggio al 27 novembre, per raccontare abbigliamento, tatuaggi, accessori e oggetti di culto caratteristici dei gruppi criminali; un simposio internazionale, in data 23 e 24 giugno, alla presenza di esperti e studiosi di tutto il mondo; un percorso con erogazione di crediti formativi, tra giugno e novembre, con workshop per studenti e cicli di seminari per mettere in rete professionisti di tutti i settori; un programma di iniziative culturali che spaziano dal teatro ai concerti, dalla proiezione di film, documentari e corti alle installazioni artistiche; un concorso fotografico internazionale rivolto agli studenti, chiamati a raccontare per immagini manifestazioni e soluzioni del problema. 
La mostra fotografica, a cura di Anna Zemella, intende raccontare da diverse angolazioni quaranta anni di drammatica relazione tra degrado urbano e degrado civile. L’esposizione si sviluppa tra la tragica Palermo di Letizia Battaglia, la Roma borderline dei graffitari di Valerio Polici, la desolazione di Scampia di Salvatore Esposito, la Napoli degli storici fatti di camorra e le visioni dell’Albania di Francesco Cito, le gang dell’America latina di Donna De Cesare, la violenta East Los Angeles di Walter Leonardi. 

Il fenomeno delle gang si è acuito negli ultimi anni anche in relazione alla progressiva riduzione del welfare, all’esponenziale crescita demografica e alla privatizzazione di molti settori a gestione pubblica. “Avvantaggiandosi della crescita della conflittualità civile e delle diseguaglianze sociali – spiega Fabio Armao – i gruppi criminali praticano azioni commerciali espansionistiche e trasformano intere aree urbane in snodi di importanza strategica per la gestione di traffici di beni illeciti e per l’insediamento di gruppi migratori con una solida coesione interna e un forte carattere identitario. Per l’Italia è emblematico il caso di Milano, con l’insediamento di cellule delle salvadoregne Mara Salvatrucha e Barrio 18, network di criminalità transnazionale che praticano forme estreme di violenza organizzata, terrorizzando da qualche tempo anche le periferie lombarde, sebbene queste siano già segnate dalla presenza di altre organizzazioni a carattere mafioso”. In assenza di forme alternative di socialità e di assistenza, lo spazio urbano può diventare terreno di sviluppo delle gang e si ritrova vittima di un radicale mutamento territoriale, sociale e culturale. E’ proprio lo studio di questo fenomeno la base di partenza dell’indagine del progetto, che si presenta come piattaforma internazionale di ricerca interdisciplinare per creare azioni di contrasto e di opposizione preventiva alla formazione di Gangcity. 

La 15. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (28 maggio – 27 novembre 2016), dal titolo Reporting from the Front e diretta dal premio Pritzker 2016 Alejandro Aravena, vede nell’evento collaterale Gangcity il primo progetto internazionale al mondo che intende analizzare, studiare e raccontare tutti gli aspetti del legame, tanto stretto e capillare quanto poco conosciuto dall’opinione pubblica, tra criminalità organizzata e tessuto urbano.     Inaugurazione venerdì 27 maggio ore 17

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