Io è un'altra. Chiara Calore | Greta Ferretti
Dal 26 Marzo 2021 al 19 Giugno 2021
Venezia
Luogo: D3082 | Woman Art Venice
Indirizzo: San Polo 3082
Curatori: Daniele Capra
Enti promotori:
- Con il patrocinio di Accademia di Belle Arti di Venezia
Prolungata: fino al 19 giugno 2021
E-Mail info: info@d3082.org
Sito ufficiale: http://www.d3082.org
D3082 è lieta di annunciare la mostra Io è un’altra, con opere di Chiara Calore e Greta Ferretti. Il progetto espositivo, curato da Daniele Capra, raccoglie nuove opere su carta e su tela concepite dalle artiste appositamente per gli spazi espositivi di D3082 presso Domus Civica, che consentono all’osservatore la visione costante dei lavori dalla strada. L’evento è patrocinato dall’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Le due giovani artiste, che attualmente frequentano i corsi dell’Accademia, praticano una pittura caratterizzata da una figurazione articolata destabilizzante e anarchica, nella quale elementi realistici sono mescolati a ciò che è inaspettato, deforme, sgraziato o mostruoso. Nelle loro opere tanto la composizione quanto l’anatomia dei corpi rappresentati sono turbate da metamorfosi e trasformazioni imprevedibili, in cui liberamente si combinano gli immaginari della mitologia, del bizzarro e del racconto gotico.
Nella ricerca artistica di Calore e Ferretti la spinta all’alterità nasce da una debordante necessità esplorativa, sottesa alla figurazione, in cui l’identità individuale agisce senza vincoli per proiezione, amplificazione o deflagrazione. Le loro opere sono così sentinelle che raccolgono le suggestioni del proprio universo onirico, dell’inconscio e di una fervida immaginazione, grazie a cui l’altro da sé, l’alieno, il diverso o il mutante si materializzano in forma interrogativa sulla superficie pittorica.
Il titolo della mostra è la declinazione in versione femminile di una delle più note affermazioni di Arthur Rimbaud («Io è un altro»), contenuta nella celebre Lettera del veggente. Nello scritto rivolto a Paul Demeny, realizzato in giovane età, il poeta teorizza come sia necessario varcare l’ordinarietà e farsi veggente «mediante un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di pazzia». È nella ricerca di quel limite, nel tentativo di sfiorare l’abisso che Rimbaud trova il senso ultimo della verità della poesia. Un senso esplorativo che ritroviamo nelle opere delle due artiste.
La pittura di Chiara Calore (Abano Terme, 1994) è alimentata dalla continua giustapposizione dei più diversi aspetti figurativi, accostati sulla tela in forma conturbante e visionaria. Le sue opere sono caratterizzate da un’atmosfera lisergica e destabilizzante, in cui elementi animali e umani, proiezioni personali, autoritratti appena accennati e rimandi a opere della storia dell’arte si combinano in modo surreale e caustico. Un ammasso bizzarro e inverosimile di uomini, cani, cavalli, gatti, pavoni e freaks agita in maniera anarchica i lavori dell’artista, in una selva di rimandi resi con una pittura che costringe l’osservatore a dibattersi tra visione d’insieme e lettura dei dettagli. Prende così forma una danza sfrenata e travolgente, dove i soggetti fluttuano sulla superficie, fantasmi seducenti e senza redenzione immersi in un’orgia di colore.
L’opera di Greta Ferretti (Roma, 1996) è caratterizzata da una forte tensione narrativa e da un’intensa carica psicanalitica. I suoi lavori su tela e su carta raccontano storie curiose, fatti paradossali o assurdi, vissuti dai protagonisti in forma apparentemente inconsapevole, immersi in un’atmosfera surreale e kafkiana. Nei suoi dipinti i soggetti umani sono infatti insieme cause e vittime di situazioni imbarazzanti, bislacche o incresciose, i cui effetti indesiderati si stanno per manifestare agli occhi dell’osservatore. Grazie a un’attenta costruzione della composizione, a uno stile asciutto e misurato dominato da colori liquidi ed evanescenti (sovente resi ricorrendo all’acquarello e all’inchiostro), Ferretti evidenzia così le imprevedibili antilogie del comportamento umano e il turbamento emotivo che può originarsi dal continuo ricombinarsi di realtà e proiezione onirica.
D3082 è il contenitore artistico della Domus Civica. Dedicato esclusivamente al lavoro di artiste, è uno spazio non convenzionale nato nel 2018, situato nelle grandi vetrate affacciate su Calle de le Sechere, strada percorsa quotidianamente da centinaia di persone che si inoltrano nel cuore di Venezia.
Le opere qui installate, sempre visibili al pubblico, sono in stretto dialogo con il tessuto urbano e con l’osservatore occasionale. Una scelta espositiva che nell’ultimo anno ha consentito la fruizione costante dei progetti espositivi, in totale sicurezza.
Il progetto si inserisce inoltre nell’intento di Domus Civica: uno studentato femminile, un habitat vissuto dalle nuove generazioni universitarie, da lavoratrici lontane da casa, ma anche di donne prive di mezzi. D3082 è un progetto promosso da ACISJF Venezia, con il contributo di CIF-Centro Italiano Femminile e il sostegno di AF Service audio luci, Aplm architetti Pedron / La Tegola, Studio Mion.
Le due giovani artiste, che attualmente frequentano i corsi dell’Accademia, praticano una pittura caratterizzata da una figurazione articolata destabilizzante e anarchica, nella quale elementi realistici sono mescolati a ciò che è inaspettato, deforme, sgraziato o mostruoso. Nelle loro opere tanto la composizione quanto l’anatomia dei corpi rappresentati sono turbate da metamorfosi e trasformazioni imprevedibili, in cui liberamente si combinano gli immaginari della mitologia, del bizzarro e del racconto gotico.
Nella ricerca artistica di Calore e Ferretti la spinta all’alterità nasce da una debordante necessità esplorativa, sottesa alla figurazione, in cui l’identità individuale agisce senza vincoli per proiezione, amplificazione o deflagrazione. Le loro opere sono così sentinelle che raccolgono le suggestioni del proprio universo onirico, dell’inconscio e di una fervida immaginazione, grazie a cui l’altro da sé, l’alieno, il diverso o il mutante si materializzano in forma interrogativa sulla superficie pittorica.
Il titolo della mostra è la declinazione in versione femminile di una delle più note affermazioni di Arthur Rimbaud («Io è un altro»), contenuta nella celebre Lettera del veggente. Nello scritto rivolto a Paul Demeny, realizzato in giovane età, il poeta teorizza come sia necessario varcare l’ordinarietà e farsi veggente «mediante un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di pazzia». È nella ricerca di quel limite, nel tentativo di sfiorare l’abisso che Rimbaud trova il senso ultimo della verità della poesia. Un senso esplorativo che ritroviamo nelle opere delle due artiste.
La pittura di Chiara Calore (Abano Terme, 1994) è alimentata dalla continua giustapposizione dei più diversi aspetti figurativi, accostati sulla tela in forma conturbante e visionaria. Le sue opere sono caratterizzate da un’atmosfera lisergica e destabilizzante, in cui elementi animali e umani, proiezioni personali, autoritratti appena accennati e rimandi a opere della storia dell’arte si combinano in modo surreale e caustico. Un ammasso bizzarro e inverosimile di uomini, cani, cavalli, gatti, pavoni e freaks agita in maniera anarchica i lavori dell’artista, in una selva di rimandi resi con una pittura che costringe l’osservatore a dibattersi tra visione d’insieme e lettura dei dettagli. Prende così forma una danza sfrenata e travolgente, dove i soggetti fluttuano sulla superficie, fantasmi seducenti e senza redenzione immersi in un’orgia di colore.
L’opera di Greta Ferretti (Roma, 1996) è caratterizzata da una forte tensione narrativa e da un’intensa carica psicanalitica. I suoi lavori su tela e su carta raccontano storie curiose, fatti paradossali o assurdi, vissuti dai protagonisti in forma apparentemente inconsapevole, immersi in un’atmosfera surreale e kafkiana. Nei suoi dipinti i soggetti umani sono infatti insieme cause e vittime di situazioni imbarazzanti, bislacche o incresciose, i cui effetti indesiderati si stanno per manifestare agli occhi dell’osservatore. Grazie a un’attenta costruzione della composizione, a uno stile asciutto e misurato dominato da colori liquidi ed evanescenti (sovente resi ricorrendo all’acquarello e all’inchiostro), Ferretti evidenzia così le imprevedibili antilogie del comportamento umano e il turbamento emotivo che può originarsi dal continuo ricombinarsi di realtà e proiezione onirica.
D3082 è il contenitore artistico della Domus Civica. Dedicato esclusivamente al lavoro di artiste, è uno spazio non convenzionale nato nel 2018, situato nelle grandi vetrate affacciate su Calle de le Sechere, strada percorsa quotidianamente da centinaia di persone che si inoltrano nel cuore di Venezia.
Le opere qui installate, sempre visibili al pubblico, sono in stretto dialogo con il tessuto urbano e con l’osservatore occasionale. Una scelta espositiva che nell’ultimo anno ha consentito la fruizione costante dei progetti espositivi, in totale sicurezza.
Il progetto si inserisce inoltre nell’intento di Domus Civica: uno studentato femminile, un habitat vissuto dalle nuove generazioni universitarie, da lavoratrici lontane da casa, ma anche di donne prive di mezzi. D3082 è un progetto promosso da ACISJF Venezia, con il contributo di CIF-Centro Italiano Femminile e il sostegno di AF Service audio luci, Aplm architetti Pedron / La Tegola, Studio Mion.
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