Penumbra
Dal 20 Aprile 2022 al 27 Novembre 2022
Venezia
Luogo: Complesso dell'Ospedaletto
Indirizzo: Barbaria de le Tole 6691
Fondazione In Between Art Film è lieta di annunciare la sua prima mostra, Penumbra, che aprirà al pubblico il 20 aprile 2022 all’Ospedaletto e alla Chiesa di Santa Maria dei Derelitti a Venezia, in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia.
Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi – rispettivamente Direttore Artistico e Curatore della Fondazione – Penumbra presenterà una serie di nuove produzioni video di Karimah Ashadu (1985, Regno Unito), Jonathas de Andrade (1982, Brasile), Aziz Hazara (1992, Afghanistan), He Xiangyu (1985, Cina), Masbedo (Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970, Italia), James Richards (1983, Regno Unito), Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) e Ana Vaz (1986, Brasile). Commissionate e prodotte dalla Fondazione In Between Art Film, l’istituzione fondata e presieduta da Beatrice Bulgari, le otto opere affrontano, in modo diverso, i temi urgenti della contemporaneità.
La mostra Penumbra, il cui titolo evoca uno spazio parzialmente illuminato, è ispirata all’atmosfera rarefatta di Venezia e all’architettura ibrida dell’Ospedaletto e della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, i cui spazi vengono trasformati in un dispositivo cinematografico. L’esposizione mette in mostra una riflessione sulle immagini in movimento come spazio di trasformazione materiale e metaforica. Penumbra conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere la cultura delle immagini in movimento e nel supportare gli artisti, le istituzioni e i teorici internazionali che esplorano il dialogo tra discipline e time-based media.
Beatrice Bulgari, Presidente della Fondazione In Between Art Film, dichiara: “Da appassionata sostenitrice delle immagini in movimento e di istituzioni come il Museo MAXXI, la Tate Modern, la Biennale di Venezia e dOCUMENTA, ho creato la Fondazione In Between Art Film nel 2019 per estendere questo sostegno agli artisti, ai curatori e agli scrittori internazionali che lavorano nell’ambito delle immagini in movimento. In questi anni, ci siamo progressivamente dedicati a commissionare e produrre opere originali: la scelta di accompagnare gli artisti nel processo di realizzazione delle loro visioni si inserisce nella missione della Fondazione di espandere il ruolo e il potenziale delle immagini in movimento nel nostro presente. Venezia è una città unica e con la Biennale diventa un palcoscenico internazionale, per questo è stata la scelta più naturale per la nostra prima mostra. Sono felice di portare otto nuove commissioni all’attenzione di un pubblico mondiale, nella speranza di contribuire alla vita artistica della città e al dibatto su alcuni dei temi più urgenti del nostro tempo”.
In dialogo con le aree del Complesso dell’Ospedaletto, dove le diverse epoche e funzioni si sono sovrapposte in maniera inaspettata, le opere di Penumbra propongono una riflessione sulle zone d’ombra degli stati divulnerabilità e di immunità, dei concetti di memoria e di storia, di verità e di finzione, all’interno del panorama delle attuali trasformazioni globali. L’allestimento della mostra, curato da Ippolito Pestellini Laparelli e dal suo studio 2050+, rimanda alla storia del luogo e al tempo stesso spazializza il concept della mostra.
Costruito nel 1517 come struttura provvisoria per accogliere i bisognosi, l’Ospedaletto ben presto diventò uno dei più importanti ospedali di Venezia. La struttura provvisoria fu progressivamente sostituita da reparti permanenti e da una chiesa, il cui progetto rivela l’influenza di Andrea Palladio. Nel corso dei secoli il Complesso dell’Ospedaletto fu sottoposto a rimaneggiamenti che rispecchiavano il gusto dell’epoca: dagli interventi barocchi di Baldassare Longhena sulla facciata della chiesa alle decorazioni di alcuni degli artisti più celebri del momento, tra cui Giambattista Tiepolo. Il complesso fu poi ampliato ulteriormente da un cortile, un loggiato, una scala a chiocciola progettata da Giuseppe Sardi e una sala concerto ellittica decorata dai dipinti illusionistici di Jacopo Guarana, discepolo del Tiepolo. A questa stratificazione architettonica corrispondono i cambiamenti nelle destinazioni d’uso che si sono avvicendati fino a tempi recenti, quando il Complesso dell’Ospedaletto è diventata la sede di una casa di riposo, prima di essere trasformata in uno spazio culturale grazie a Ospedaletto Contemporaneo, un’iniziativa promossa da Venews Arts.
Alessandro Rabottini, Direttore Artistico, e Leonardo Bigazzi, Curatore, di Fondazione In Between Art Film, affermano: “Gli spazi del Complesso dell’Ospedaletto evocano una polifonia di storie, epoche e funzioni. Per secoli questo è stato un luogo di cura e di speranza, e oggi la sua struttura rivela una molteplicità di narrazioni stratificate nel tempo. A partire da questo contesto molto speciale, la mostra Penumbra raccoglie otto nuove installazioni video commissionate ad altrettanti artisti internazionali. Queste opere ci accompagnano attraverso i molteplici significati del concetto di ‘zona grigia’, raccontando stati transitori e spazi di trasformazione: dalle tenebre alla luce, dall’umano al non-umano, dalla storia alla finzione e dalla verità all’incertezza. A partire dall’interpretazione letterale di ‘penombra’ come effetto dell’eclissi solare sulla Terra, ci muoviamo attraverso l’interpretazione metaforica di uno spazio dove la linea di demarcazione tra categorie opposte si rivela ambigua e fallace. Il titolo della mostra si riferisce anche all’assenza di luce, condizione necessaria per la visione delle immagini in movimento. Difficile immaginare un miglior contesto di Venezia per una mostra fatta di oscurità e lampi improvvisi di luce. Non vediamo l’ora di continuare a mostrare queste opere anche in altri contesti nel futuro”.
Penumbra sarà accompagnata da un programma pubblico interdisciplinare curato da Bianca Stoppani e Paola Ugolini – rispettivamente editor e curatrice di Fondazione – che coinvolgerà gli artisti presenti in mostra ed espanderà il dibattito riguardo alle loro pratiche attraverso panel con curatori e intellettuali internazionali.
Fondazione In Between Art Film nasce a Roma nell’ottobre 2019 con lo scopo di promuovere la cultura delle immagini in movimento e di sostenere artisti, istituzioni e centri di ricerca internazionali che esplorano il dialogo tra le discipline e i confini tra film, video, performance e installazione. Sotto la guida della sua fondatrice e presidente Beatrice Bulgari, Fondazione In Between Art Film si propone di contribuire al dibattito artistico internazionale promuovendo il ruolo e le potenzialità delle immagini in movimento nel nostro tempo.
La Fondazione prosegue e amplia il lavoro della casa di produzione In Between Art Film, che dal 2012 al 2019 ha sostenuto produzioni video e cinematografiche di importanti artisti e registi internazionali come Vanessa Beecroft, Pierre Bismuth, William Kentridge, Diego Marcon, Shirin Neshat, e Orhan Pamuk; nonché Angela Ricci Lucchi/Yervant Gianikian per dOCUMENTA 14; Adelita Husni-Bey e Anna Franceschini per i Padiglioni Italia alla Biennale di Venezia, rispettivamente nel 2017 e nel 2019; e Yuri Ancarani, Jordi Colomer e Masbedo per Manifesta 12 a Palermo. Inoltre, ha supportato la programmazione di musei e manifestazioni come Museo MAXXI, Roma; Tate Modern, Londra; Manifesta 12, Palermo; miart - fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea, Milano; Centre d’Art Contemporain, Ginevra; Centro Pecci, Prato; Lo schermo dell’arte - Festival Internazionale di Cinema e d’Arte Contemporanea, Firenze; Rencontres Internationales, Parigi; GAMeC, Bergamo; Dhaka Art Summit e LOOP Barcelona.
Karimah Ashadu (1985, Regno Unito) è un’artista britannico-nigeriana che vive e lavora tra Amburgo e Lagos. La pratica di Ashadu riguarda la percezione del sé e del luogo, nonché i concetti di lavoro e patriarcato relativi al contesto socio-economico della Nigeria e dell’Africa occidentale. Il suo lavoro è stato esposto e proiettato in istituzioni come Kunstverein in Hamburg; Galerie für Zeitgenössische Kunst, Lipsia; MoMA, New York; e Centre d’Art Contemporain Genève. Ashadu ha ricevuto il premio ars viva (2020) e il Contemporary art prize (2020), Rotary Club. Ha anche ricevuto premi all’interno di festival come Ann Arbor Film Festival, European Media Art Festival e Euro Video. Il suo lavoro è rappresentato nelle collezioni pubbliche di MoMA, New York; e Fonds Municipal d’Art Contemporain de la Ville de Genève (FMAC). Nel 2020, Ashadu ha fondato la sua società di produzione cinematografica Golddust by Ashadu, specializzata in film d’artista sulla cultura nera e temi africani. È stata nominata Abigail R. Cohen Fellow 2021 presso il Columbia Institute for Ideas and Imagination, Parigi.
Jonathas De Andrade (1982, Brasile) è un artista che vive e lavora a Recife. De Andrade utilizza installazioni, fotografie e video per esplorare gli effetti delle dinamiche di potere nella società, l’evoluzione dell’umanità e l’etica con l’obiettivo di comunicare le conseguenze della cultura modernista—cosa che ha profondamente cambiato la società brasiliana a causa di numerose decisioni politiche prese nel XX secolo. I suoi lavori sono stati presentati in mostre personali al Museum of Contemporary Art, Chicago; New Museum, New York; The Power Plant, Toronto; Museu de Arte de São Paulo; Museu de Arte do Rio; Musée d’art Contemporain de Montréal; Kunsthalle Lissabon; Centro Cultural São Paulo; tra molte altre. Le opere di De Andrade sono state presentate anche alla MOMENTA Biennale de l’image, Montréal (2019); Biennale di Istanbul (2019); SITE Santa Fe; 32. Biennale di San Paolo; Performa15, New York; Biennale di Lione (2013); New Museum Triennial, New York (2011); e Mercosul Biennial (2009); tra molte altre.
Aziz Hazara (1992, Afghanistan) è un artista che lavora con media come video installazione, fotografia, suono e scultura. Il suo lavoro affronta la relazione tra dicotomie come prossimità e distanza, migrazione e memoria, realtà e finzione nel contesto della guerra al terrorismo, tra molte altre. Nel 2021, Hazara ha ricevuto il Future Generation Art Prize. Hazara ha presentato i suoi lavori in istituzioni come PinchukArtCentre, Kiev; Museo d’Arte di Hessel - CCS Bard College, New York; Netwerk Aalst; 22. Biennale di Sydney; e IKOB, Eupen; tra le altre. Ha anche partecipato a programmi di residenza presso Colomboscope, Colombo; Embassy of Foreign Artists (EoFA), Ginevra; Camargo Foundation, Cassis; e KHOJ - International Artists’ Association, Nuova Delhi. Attualmente è artista in residenza presso Künstlerhaus Bethanien e un borsista di KfW Stiftung.
He Xiangyu (1986, Cina) è un artista e regista che vive e lavora a Berlino. Il lavoro di He, che appartiene a una generazione di artisti che hanno vissuto i cambiamenti radicali nella società cinese riverberati nell’economia e nelle relazioni internazionali, si basa sulla sua esperienza culturale. Utilizzando una vasta gamma di linguaggi, la sua pratica contempla e amplifica i micro conflitti – fatali su alcuni individui – che accadono in una situazione di macro turbolenze geopolitiche e storiche. Le sue opere sono state esposte in istituzioni come Ullens Center for Contemporary Art, Pechino; OCAT Institute, Shanghai; Para Site, Hong Kong; The Drawing Center, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Smart Museum of Art, Chicago; Kadist Foundation, San Francisco; LACMA, Los Angeles; KW Institute for Contemporary Art, Berlino; Centre Pompidou, Parigi; e Castello di Rivoli, Torino, tra le altre. I suoi lavori sono stati presentati anche alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia - Padiglione Cina, alla 13. Biennale di Lione, alla 10. Biennale di Shanghai, alla 5. Triennale di Yokohama e all’8. Biennale di Busan. Più recentemente, He Xiangyu è stato selezionato per il “Mario Merz Prize” (2021) e il “Future Generation Art Prize” (2014).
Masbedo sono Nicolò Massazza (1973, Italia) e Iacopo Bedogni (1970, Italia). Vivono a Milano e lavorano insieme dal 1999, occupandosi di videoarte e installazioni. Si esprimono attraverso il linguaggio del video, utilizzando diversi formati come performance, teatro, installazione, fotografia e, recentemente, cinema. Le loro opere sono state esposte in musei, biennali e istituzioni tra cui ICA, Milano; MAMM - Multimedia Art Museum, Mosca; Manifesta12, Palermo; Centre Pompidou/Forum des Images, Parigi; Haus der Kulturen der Welt, Berlin; Museo d’Arte Contemporanea, Zagabria; MART, Rovereto; Fondazione Merz, Torino; Leopold Museum, Vienna; MAMBA - Museo de Arte Moderno di Buenos Aires; Castello di Rivoli, Torino; MAXXI, Roma; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid; e 53. Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia; solo per citarne alcune.
James Richards (1983, Regno Unito) è un artista che vive e lavora tra Berlino e Londra. Le sue opere sono state presentate in mostre personali al Castello di Rivoli, Torino; Malmö Konsthall; Künstlerhaus Stuttgart; Chapter Arts Centre, Cardiff; ICA, Londra; Bergen Kunsthall; Kunstverein München; Chisenhale Gallery, Londra, tra le altre. La pratica di Richards è stata presentata anche in mostre collettive al Camden Arts Centre, Londra; Whitney Museum of American Art, New York; Walker Arts Center, Minneapolis; MoMA, New York; Artists Space, New York; e la 55. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia. Richards ha rappresentato il Galles alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia; e nel 2014 è stato selezionato per il Turner Prize.
Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) è un’artista e regista. Škarnulytė realizza film e installazioni immersive che esplorano il tempo profondo e le strutture invisibili del cosmo, della geologia, dell’ecologia così come della politica, attraverso un approccio che oscilla tra il documentaristico e l’immaginifico. Škarnulytė ha vinto il Future Generation Art Prize 2019, ha rappresentato la Lituania alla 32. Triennale di Milano, ed è stata inclusa nel Padiglione Baltico alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2018. Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali a Tate Modern, Londra (2021); Kunsthaus Pasquart, Biel (2021); Den Frie, Copenhagen (2021); National Gallery of Art in Vilnius (2021); CAC, Vilnius (2015); e Kunstlerhaus Bethanien, Berlino (2017); così come in mostre collettive presso Ballroom Marfa, Seoul Museum of Art, Kadist Foundation e la 1. Riga Biennial. I suoi film sono rappresentati nelle collezioni di IFA, Kadist Foundation e Centre Pompidou e sono stati proiettati alla Serpentine Gallery, Londra; Centre Pompidou, Parigi; così come nei festival cinematografici di Rotterdam, Busan e Oberhausen. Škarnulytė è fondatrice e attualmente co-dirige il Polar Film Lab, un collettivo a Tromsø che lavora con il cinema analogico, ed è membro del duo artistico New Mineral Collective, a cui è stato recentemente commissionato un nuovo lavoro dalla 1. Toronto Biennial.
Ana Vaz (1986, Brasile) è un’artista e regista che lavora con il cinema, utilizzandolo come strumento. I suoi film, o meglio i suoi film-poesie, percorrono territori ed eventi infestati dalle conseguenze perenni di forme interne ed esterne di colonialismo, e dalle loro impronte sulla terra e su forme di vita umane e diverse dall’umano. La sua pratica si può anche incarnare in scrittura, pedagogia critica, installazioni, programmi cinematografici o eventi effimeri, che sono espansioni o sviluppi dei suoi film. I suoi lavori sono stati presentati, proiettati e discussi in festival cinematografici, seminari e istituzioni come Tate Modern, Londra; Palais de Tokyo, Parigi; Jeu de Paume, Parigi; LUX Moving Images, Londra; New York Film Festival - Projections; TIFF Wavelengths, Toronto; BFI, Londra; Cinéma du Réel, Parigi; TABAKALERA, San Sebastián; Whitechapel Gallery, Londra; MAM – Museum of Modern Art, San Paolo; Sesc-Belenzinho, San Paolo; Matadero, Madrid; Jameel Arts Center, Dubai; Confort Moderne, Poitiers; Savvy Contemporary, Berlino; Sonic Acts, Amsterdam; tra le altre. Vaz è anche membro fondatore del collettivo COYOTE insieme a Tristan Bera, Nuno da Luz, Elida Hoëg e Clémence Seurat, un gruppo interdisciplinare che lavora tra ecologia e scienze politiche attraverso formati concettuali e sperimentali.
Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi – rispettivamente Direttore Artistico e Curatore della Fondazione – Penumbra presenterà una serie di nuove produzioni video di Karimah Ashadu (1985, Regno Unito), Jonathas de Andrade (1982, Brasile), Aziz Hazara (1992, Afghanistan), He Xiangyu (1985, Cina), Masbedo (Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970, Italia), James Richards (1983, Regno Unito), Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) e Ana Vaz (1986, Brasile). Commissionate e prodotte dalla Fondazione In Between Art Film, l’istituzione fondata e presieduta da Beatrice Bulgari, le otto opere affrontano, in modo diverso, i temi urgenti della contemporaneità.
La mostra Penumbra, il cui titolo evoca uno spazio parzialmente illuminato, è ispirata all’atmosfera rarefatta di Venezia e all’architettura ibrida dell’Ospedaletto e della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, i cui spazi vengono trasformati in un dispositivo cinematografico. L’esposizione mette in mostra una riflessione sulle immagini in movimento come spazio di trasformazione materiale e metaforica. Penumbra conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere la cultura delle immagini in movimento e nel supportare gli artisti, le istituzioni e i teorici internazionali che esplorano il dialogo tra discipline e time-based media.
Beatrice Bulgari, Presidente della Fondazione In Between Art Film, dichiara: “Da appassionata sostenitrice delle immagini in movimento e di istituzioni come il Museo MAXXI, la Tate Modern, la Biennale di Venezia e dOCUMENTA, ho creato la Fondazione In Between Art Film nel 2019 per estendere questo sostegno agli artisti, ai curatori e agli scrittori internazionali che lavorano nell’ambito delle immagini in movimento. In questi anni, ci siamo progressivamente dedicati a commissionare e produrre opere originali: la scelta di accompagnare gli artisti nel processo di realizzazione delle loro visioni si inserisce nella missione della Fondazione di espandere il ruolo e il potenziale delle immagini in movimento nel nostro presente. Venezia è una città unica e con la Biennale diventa un palcoscenico internazionale, per questo è stata la scelta più naturale per la nostra prima mostra. Sono felice di portare otto nuove commissioni all’attenzione di un pubblico mondiale, nella speranza di contribuire alla vita artistica della città e al dibatto su alcuni dei temi più urgenti del nostro tempo”.
In dialogo con le aree del Complesso dell’Ospedaletto, dove le diverse epoche e funzioni si sono sovrapposte in maniera inaspettata, le opere di Penumbra propongono una riflessione sulle zone d’ombra degli stati divulnerabilità e di immunità, dei concetti di memoria e di storia, di verità e di finzione, all’interno del panorama delle attuali trasformazioni globali. L’allestimento della mostra, curato da Ippolito Pestellini Laparelli e dal suo studio 2050+, rimanda alla storia del luogo e al tempo stesso spazializza il concept della mostra.
Costruito nel 1517 come struttura provvisoria per accogliere i bisognosi, l’Ospedaletto ben presto diventò uno dei più importanti ospedali di Venezia. La struttura provvisoria fu progressivamente sostituita da reparti permanenti e da una chiesa, il cui progetto rivela l’influenza di Andrea Palladio. Nel corso dei secoli il Complesso dell’Ospedaletto fu sottoposto a rimaneggiamenti che rispecchiavano il gusto dell’epoca: dagli interventi barocchi di Baldassare Longhena sulla facciata della chiesa alle decorazioni di alcuni degli artisti più celebri del momento, tra cui Giambattista Tiepolo. Il complesso fu poi ampliato ulteriormente da un cortile, un loggiato, una scala a chiocciola progettata da Giuseppe Sardi e una sala concerto ellittica decorata dai dipinti illusionistici di Jacopo Guarana, discepolo del Tiepolo. A questa stratificazione architettonica corrispondono i cambiamenti nelle destinazioni d’uso che si sono avvicendati fino a tempi recenti, quando il Complesso dell’Ospedaletto è diventata la sede di una casa di riposo, prima di essere trasformata in uno spazio culturale grazie a Ospedaletto Contemporaneo, un’iniziativa promossa da Venews Arts.
Alessandro Rabottini, Direttore Artistico, e Leonardo Bigazzi, Curatore, di Fondazione In Between Art Film, affermano: “Gli spazi del Complesso dell’Ospedaletto evocano una polifonia di storie, epoche e funzioni. Per secoli questo è stato un luogo di cura e di speranza, e oggi la sua struttura rivela una molteplicità di narrazioni stratificate nel tempo. A partire da questo contesto molto speciale, la mostra Penumbra raccoglie otto nuove installazioni video commissionate ad altrettanti artisti internazionali. Queste opere ci accompagnano attraverso i molteplici significati del concetto di ‘zona grigia’, raccontando stati transitori e spazi di trasformazione: dalle tenebre alla luce, dall’umano al non-umano, dalla storia alla finzione e dalla verità all’incertezza. A partire dall’interpretazione letterale di ‘penombra’ come effetto dell’eclissi solare sulla Terra, ci muoviamo attraverso l’interpretazione metaforica di uno spazio dove la linea di demarcazione tra categorie opposte si rivela ambigua e fallace. Il titolo della mostra si riferisce anche all’assenza di luce, condizione necessaria per la visione delle immagini in movimento. Difficile immaginare un miglior contesto di Venezia per una mostra fatta di oscurità e lampi improvvisi di luce. Non vediamo l’ora di continuare a mostrare queste opere anche in altri contesti nel futuro”.
Penumbra sarà accompagnata da un programma pubblico interdisciplinare curato da Bianca Stoppani e Paola Ugolini – rispettivamente editor e curatrice di Fondazione – che coinvolgerà gli artisti presenti in mostra ed espanderà il dibattito riguardo alle loro pratiche attraverso panel con curatori e intellettuali internazionali.
Fondazione In Between Art Film nasce a Roma nell’ottobre 2019 con lo scopo di promuovere la cultura delle immagini in movimento e di sostenere artisti, istituzioni e centri di ricerca internazionali che esplorano il dialogo tra le discipline e i confini tra film, video, performance e installazione. Sotto la guida della sua fondatrice e presidente Beatrice Bulgari, Fondazione In Between Art Film si propone di contribuire al dibattito artistico internazionale promuovendo il ruolo e le potenzialità delle immagini in movimento nel nostro tempo.
La Fondazione prosegue e amplia il lavoro della casa di produzione In Between Art Film, che dal 2012 al 2019 ha sostenuto produzioni video e cinematografiche di importanti artisti e registi internazionali come Vanessa Beecroft, Pierre Bismuth, William Kentridge, Diego Marcon, Shirin Neshat, e Orhan Pamuk; nonché Angela Ricci Lucchi/Yervant Gianikian per dOCUMENTA 14; Adelita Husni-Bey e Anna Franceschini per i Padiglioni Italia alla Biennale di Venezia, rispettivamente nel 2017 e nel 2019; e Yuri Ancarani, Jordi Colomer e Masbedo per Manifesta 12 a Palermo. Inoltre, ha supportato la programmazione di musei e manifestazioni come Museo MAXXI, Roma; Tate Modern, Londra; Manifesta 12, Palermo; miart - fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea, Milano; Centre d’Art Contemporain, Ginevra; Centro Pecci, Prato; Lo schermo dell’arte - Festival Internazionale di Cinema e d’Arte Contemporanea, Firenze; Rencontres Internationales, Parigi; GAMeC, Bergamo; Dhaka Art Summit e LOOP Barcelona.
Karimah Ashadu (1985, Regno Unito) è un’artista britannico-nigeriana che vive e lavora tra Amburgo e Lagos. La pratica di Ashadu riguarda la percezione del sé e del luogo, nonché i concetti di lavoro e patriarcato relativi al contesto socio-economico della Nigeria e dell’Africa occidentale. Il suo lavoro è stato esposto e proiettato in istituzioni come Kunstverein in Hamburg; Galerie für Zeitgenössische Kunst, Lipsia; MoMA, New York; e Centre d’Art Contemporain Genève. Ashadu ha ricevuto il premio ars viva (2020) e il Contemporary art prize (2020), Rotary Club. Ha anche ricevuto premi all’interno di festival come Ann Arbor Film Festival, European Media Art Festival e Euro Video. Il suo lavoro è rappresentato nelle collezioni pubbliche di MoMA, New York; e Fonds Municipal d’Art Contemporain de la Ville de Genève (FMAC). Nel 2020, Ashadu ha fondato la sua società di produzione cinematografica Golddust by Ashadu, specializzata in film d’artista sulla cultura nera e temi africani. È stata nominata Abigail R. Cohen Fellow 2021 presso il Columbia Institute for Ideas and Imagination, Parigi.
Jonathas De Andrade (1982, Brasile) è un artista che vive e lavora a Recife. De Andrade utilizza installazioni, fotografie e video per esplorare gli effetti delle dinamiche di potere nella società, l’evoluzione dell’umanità e l’etica con l’obiettivo di comunicare le conseguenze della cultura modernista—cosa che ha profondamente cambiato la società brasiliana a causa di numerose decisioni politiche prese nel XX secolo. I suoi lavori sono stati presentati in mostre personali al Museum of Contemporary Art, Chicago; New Museum, New York; The Power Plant, Toronto; Museu de Arte de São Paulo; Museu de Arte do Rio; Musée d’art Contemporain de Montréal; Kunsthalle Lissabon; Centro Cultural São Paulo; tra molte altre. Le opere di De Andrade sono state presentate anche alla MOMENTA Biennale de l’image, Montréal (2019); Biennale di Istanbul (2019); SITE Santa Fe; 32. Biennale di San Paolo; Performa15, New York; Biennale di Lione (2013); New Museum Triennial, New York (2011); e Mercosul Biennial (2009); tra molte altre.
Aziz Hazara (1992, Afghanistan) è un artista che lavora con media come video installazione, fotografia, suono e scultura. Il suo lavoro affronta la relazione tra dicotomie come prossimità e distanza, migrazione e memoria, realtà e finzione nel contesto della guerra al terrorismo, tra molte altre. Nel 2021, Hazara ha ricevuto il Future Generation Art Prize. Hazara ha presentato i suoi lavori in istituzioni come PinchukArtCentre, Kiev; Museo d’Arte di Hessel - CCS Bard College, New York; Netwerk Aalst; 22. Biennale di Sydney; e IKOB, Eupen; tra le altre. Ha anche partecipato a programmi di residenza presso Colomboscope, Colombo; Embassy of Foreign Artists (EoFA), Ginevra; Camargo Foundation, Cassis; e KHOJ - International Artists’ Association, Nuova Delhi. Attualmente è artista in residenza presso Künstlerhaus Bethanien e un borsista di KfW Stiftung.
He Xiangyu (1986, Cina) è un artista e regista che vive e lavora a Berlino. Il lavoro di He, che appartiene a una generazione di artisti che hanno vissuto i cambiamenti radicali nella società cinese riverberati nell’economia e nelle relazioni internazionali, si basa sulla sua esperienza culturale. Utilizzando una vasta gamma di linguaggi, la sua pratica contempla e amplifica i micro conflitti – fatali su alcuni individui – che accadono in una situazione di macro turbolenze geopolitiche e storiche. Le sue opere sono state esposte in istituzioni come Ullens Center for Contemporary Art, Pechino; OCAT Institute, Shanghai; Para Site, Hong Kong; The Drawing Center, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Smart Museum of Art, Chicago; Kadist Foundation, San Francisco; LACMA, Los Angeles; KW Institute for Contemporary Art, Berlino; Centre Pompidou, Parigi; e Castello di Rivoli, Torino, tra le altre. I suoi lavori sono stati presentati anche alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia - Padiglione Cina, alla 13. Biennale di Lione, alla 10. Biennale di Shanghai, alla 5. Triennale di Yokohama e all’8. Biennale di Busan. Più recentemente, He Xiangyu è stato selezionato per il “Mario Merz Prize” (2021) e il “Future Generation Art Prize” (2014).
Masbedo sono Nicolò Massazza (1973, Italia) e Iacopo Bedogni (1970, Italia). Vivono a Milano e lavorano insieme dal 1999, occupandosi di videoarte e installazioni. Si esprimono attraverso il linguaggio del video, utilizzando diversi formati come performance, teatro, installazione, fotografia e, recentemente, cinema. Le loro opere sono state esposte in musei, biennali e istituzioni tra cui ICA, Milano; MAMM - Multimedia Art Museum, Mosca; Manifesta12, Palermo; Centre Pompidou/Forum des Images, Parigi; Haus der Kulturen der Welt, Berlin; Museo d’Arte Contemporanea, Zagabria; MART, Rovereto; Fondazione Merz, Torino; Leopold Museum, Vienna; MAMBA - Museo de Arte Moderno di Buenos Aires; Castello di Rivoli, Torino; MAXXI, Roma; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid; e 53. Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia; solo per citarne alcune.
James Richards (1983, Regno Unito) è un artista che vive e lavora tra Berlino e Londra. Le sue opere sono state presentate in mostre personali al Castello di Rivoli, Torino; Malmö Konsthall; Künstlerhaus Stuttgart; Chapter Arts Centre, Cardiff; ICA, Londra; Bergen Kunsthall; Kunstverein München; Chisenhale Gallery, Londra, tra le altre. La pratica di Richards è stata presentata anche in mostre collettive al Camden Arts Centre, Londra; Whitney Museum of American Art, New York; Walker Arts Center, Minneapolis; MoMA, New York; Artists Space, New York; e la 55. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia. Richards ha rappresentato il Galles alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia; e nel 2014 è stato selezionato per il Turner Prize.
Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) è un’artista e regista. Škarnulytė realizza film e installazioni immersive che esplorano il tempo profondo e le strutture invisibili del cosmo, della geologia, dell’ecologia così come della politica, attraverso un approccio che oscilla tra il documentaristico e l’immaginifico. Škarnulytė ha vinto il Future Generation Art Prize 2019, ha rappresentato la Lituania alla 32. Triennale di Milano, ed è stata inclusa nel Padiglione Baltico alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2018. Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali a Tate Modern, Londra (2021); Kunsthaus Pasquart, Biel (2021); Den Frie, Copenhagen (2021); National Gallery of Art in Vilnius (2021); CAC, Vilnius (2015); e Kunstlerhaus Bethanien, Berlino (2017); così come in mostre collettive presso Ballroom Marfa, Seoul Museum of Art, Kadist Foundation e la 1. Riga Biennial. I suoi film sono rappresentati nelle collezioni di IFA, Kadist Foundation e Centre Pompidou e sono stati proiettati alla Serpentine Gallery, Londra; Centre Pompidou, Parigi; così come nei festival cinematografici di Rotterdam, Busan e Oberhausen. Škarnulytė è fondatrice e attualmente co-dirige il Polar Film Lab, un collettivo a Tromsø che lavora con il cinema analogico, ed è membro del duo artistico New Mineral Collective, a cui è stato recentemente commissionato un nuovo lavoro dalla 1. Toronto Biennial.
Ana Vaz (1986, Brasile) è un’artista e regista che lavora con il cinema, utilizzandolo come strumento. I suoi film, o meglio i suoi film-poesie, percorrono territori ed eventi infestati dalle conseguenze perenni di forme interne ed esterne di colonialismo, e dalle loro impronte sulla terra e su forme di vita umane e diverse dall’umano. La sua pratica si può anche incarnare in scrittura, pedagogia critica, installazioni, programmi cinematografici o eventi effimeri, che sono espansioni o sviluppi dei suoi film. I suoi lavori sono stati presentati, proiettati e discussi in festival cinematografici, seminari e istituzioni come Tate Modern, Londra; Palais de Tokyo, Parigi; Jeu de Paume, Parigi; LUX Moving Images, Londra; New York Film Festival - Projections; TIFF Wavelengths, Toronto; BFI, Londra; Cinéma du Réel, Parigi; TABAKALERA, San Sebastián; Whitechapel Gallery, Londra; MAM – Museum of Modern Art, San Paolo; Sesc-Belenzinho, San Paolo; Matadero, Madrid; Jameel Arts Center, Dubai; Confort Moderne, Poitiers; Savvy Contemporary, Berlino; Sonic Acts, Amsterdam; tra le altre. Vaz è anche membro fondatore del collettivo COYOTE insieme a Tristan Bera, Nuno da Luz, Elida Hoëg e Clémence Seurat, un gruppo interdisciplinare che lavora tra ecologia e scienze politiche attraverso formati concettuali e sperimentali.
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Dal 13 dicembre 2024 al 31 agosto 2025
Roma | Museo dell'Ara Pacis
Franco Fontana. Retrospective