Rachele Maistrello. Beyond Reasonable Evidence
Dal 21 Marzo 2015 al 15 Aprile 2015
Venezia
Luogo: Galleria Upp
Indirizzo: Giudecca 282
Orari: dal martedi al sabato 16-19 (chiamare per conferma); domenica e lunedì su appuntamento
Curatori: Stephanie Noach, Inez Pizo
Telefono per informazioni: +39 328 4643887
E-Mail info: info@galleriaupp.com
Sito ufficiale: http://www.galleriaupp.com/
Le fotografie di Rachele Maistrello mettono insieme passato e presente. Avvicinando un visitatore contemporaneo alla tela di un antico ritratto, l'artista, offre al pubblico l'occasione di mettere in discussione l'evidenza della realtà; la somiglianza tra i due ritratti balza subito agli occhi dell'osservatore e sfida ogni distanza cronologica.
Tale somiglianza nella fotografia mette in contrapposizione realtà e pittura: l'immagine dipinta, infatti, potrebbe essere definita come fittizia, poichè quella cosiddetta “reale” lo è in quanto contrapposta allo sfondo dipinto. Realtà e pittura sono qui rappresentate insieme e si definiscono l'un l'altra.
La doppia rappresentazione, pittorica e fotografica, sottolinea, non solo le somiglianze, ma anche le incongruenze tra le due figure. La foto rivela infatti piccoli dettagli, segni riconoscibili di contingenza, come la cerniera della giacchetta o alcuni tratti marcati del viso, ma al confronto con l'immagine dipinta questi dettagli si leggono, ironicamente, come imperfezioni che ne convalidano la realtà.
Tuttavia, il confine tra realtà e finzione che si crea dalla reciproca opposizione si dissolve nel momento stesso in cui lo spettatore non guarda semplicemente la realtà, ma vi include se stesso come terza persona. Poiché, la persona “reale”, fotografata nell'immagine, non è altro che un ulteriore ritratto e l'unica vera persona rimasta è colui che osserva la fotografia. Questo duplice farsi spettatore ha luogo nel momento in cui lo sguardo del visitatore del museo nella fotografia incrocia lo sguardo del visitatore che si volge a guardare.
In quel momento si stabilisce un contatto speciale che concede allo spettatore un viaggio nel tempo. I due visitatori sono contemporanei, ma la somiglianza con la figura dipinta permette di procedere in linea retta fino a quest'ultima spezzando i confini di tempo tra le tre identità, tutte unite in uno stesso momento.
Rachele Maistrello narra qui di un'esistenza slegata dal tempo, di un gioco di mutue relazioni con il momento di realtà che vivono i protagonisti. Tutto parte dall'idea che queste tre figure rappresentino cronologicamente momenti differenti, sotto forma di dipinto, fotografia e realtà, ma alla fine esistono insieme nel momento in cui il visitatore della mostra vede l'altro visitatore della mostra del vecchio capolavoro ed ecco che la definizione di realtà è cambiata ancora.
Così quell'istante in cui è stata scattata la fotografia è obliterato dal contenuto dell'immagine e dallo spettatore che l'ha catturato. Tanto tempo era necessario in passato per completare un ritratto ad olio, forse tanto quanto la lunga attesa dell'artista per cogliere quel fugace momento nella fotografia.
Rachele Maistrello
(1986, Vittorio Veneto)
Vive e lavora a Venezia
Formatasi presso lo IUAV a Venezia, l’ENSBA di Parigi (atelier Messager) e lo ZHDK di Zurigo, nel 2013 in residenza presso la fondazione Bevilacqua La Masa. Il suo lavoro è stato esposto in collettive e personali in Italia e all’estero, tra cui: BYOB, 54 Biennale di Venezia (2011), museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, Italia (2012), galleria 201, Zurigo (2014) museo di Ca’ Rezzonico, Italia (2013), museo MS+MSUM, Slovenia (2012), museo ZKM di Karlsruhe, Germania (2009), galleria IMMIX, Parigi, Francia (2008)
Inez Pizo
(1988, Brunssum, Paesi Bassi)
Vive e lavora a Madrid
Attualmente lavora al CA2M Centro de Arte Dos de Mayo de Madrid, ha curato le seguenti mostre: Orgullo/Verguenza: la Identidad Española (Madrid), Fünzig Verfassungen (Berlin) and The Travelling Artwork insieme a Stephanie Noach (Amsterdam); tiene workshops come ‘Future Memories’ (Kassel and Madrid), inoltre ha conseguito una master in storia all'Universita Autonoma di Madrid in collaborazione col Museo Reina Sofia.
Stephanie Noach
(1986, Amsterdam, Paesi Bassi)
Vive e lavora in Havana e ad Amsterdam
Attualmente è curatrice alla 12ma Biennale dell'Havana con la sua mostra ‘Sin oficio, ni beneficio’. I suoi progetti curatoriali più recenti includono: I would prefer not to (Amsterdam), We’ve got time (Schloss Ringenberg, Germany). Ha partecipato a conferenze sul tema lavoro al Printemps del Laboratoires (Paris) ed ha conseguito un master in storia dell'arte (con lode) all'Università di Amsterdam ed in Studi Latinoamericani con una specializzazione in Studi Museali alla New York University.
Tale somiglianza nella fotografia mette in contrapposizione realtà e pittura: l'immagine dipinta, infatti, potrebbe essere definita come fittizia, poichè quella cosiddetta “reale” lo è in quanto contrapposta allo sfondo dipinto. Realtà e pittura sono qui rappresentate insieme e si definiscono l'un l'altra.
La doppia rappresentazione, pittorica e fotografica, sottolinea, non solo le somiglianze, ma anche le incongruenze tra le due figure. La foto rivela infatti piccoli dettagli, segni riconoscibili di contingenza, come la cerniera della giacchetta o alcuni tratti marcati del viso, ma al confronto con l'immagine dipinta questi dettagli si leggono, ironicamente, come imperfezioni che ne convalidano la realtà.
Tuttavia, il confine tra realtà e finzione che si crea dalla reciproca opposizione si dissolve nel momento stesso in cui lo spettatore non guarda semplicemente la realtà, ma vi include se stesso come terza persona. Poiché, la persona “reale”, fotografata nell'immagine, non è altro che un ulteriore ritratto e l'unica vera persona rimasta è colui che osserva la fotografia. Questo duplice farsi spettatore ha luogo nel momento in cui lo sguardo del visitatore del museo nella fotografia incrocia lo sguardo del visitatore che si volge a guardare.
In quel momento si stabilisce un contatto speciale che concede allo spettatore un viaggio nel tempo. I due visitatori sono contemporanei, ma la somiglianza con la figura dipinta permette di procedere in linea retta fino a quest'ultima spezzando i confini di tempo tra le tre identità, tutte unite in uno stesso momento.
Rachele Maistrello narra qui di un'esistenza slegata dal tempo, di un gioco di mutue relazioni con il momento di realtà che vivono i protagonisti. Tutto parte dall'idea che queste tre figure rappresentino cronologicamente momenti differenti, sotto forma di dipinto, fotografia e realtà, ma alla fine esistono insieme nel momento in cui il visitatore della mostra vede l'altro visitatore della mostra del vecchio capolavoro ed ecco che la definizione di realtà è cambiata ancora.
Così quell'istante in cui è stata scattata la fotografia è obliterato dal contenuto dell'immagine e dallo spettatore che l'ha catturato. Tanto tempo era necessario in passato per completare un ritratto ad olio, forse tanto quanto la lunga attesa dell'artista per cogliere quel fugace momento nella fotografia.
Rachele Maistrello
(1986, Vittorio Veneto)
Vive e lavora a Venezia
Formatasi presso lo IUAV a Venezia, l’ENSBA di Parigi (atelier Messager) e lo ZHDK di Zurigo, nel 2013 in residenza presso la fondazione Bevilacqua La Masa. Il suo lavoro è stato esposto in collettive e personali in Italia e all’estero, tra cui: BYOB, 54 Biennale di Venezia (2011), museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, Italia (2012), galleria 201, Zurigo (2014) museo di Ca’ Rezzonico, Italia (2013), museo MS+MSUM, Slovenia (2012), museo ZKM di Karlsruhe, Germania (2009), galleria IMMIX, Parigi, Francia (2008)
Inez Pizo
(1988, Brunssum, Paesi Bassi)
Vive e lavora a Madrid
Attualmente lavora al CA2M Centro de Arte Dos de Mayo de Madrid, ha curato le seguenti mostre: Orgullo/Verguenza: la Identidad Española (Madrid), Fünzig Verfassungen (Berlin) and The Travelling Artwork insieme a Stephanie Noach (Amsterdam); tiene workshops come ‘Future Memories’ (Kassel and Madrid), inoltre ha conseguito una master in storia all'Universita Autonoma di Madrid in collaborazione col Museo Reina Sofia.
Stephanie Noach
(1986, Amsterdam, Paesi Bassi)
Vive e lavora in Havana e ad Amsterdam
Attualmente è curatrice alla 12ma Biennale dell'Havana con la sua mostra ‘Sin oficio, ni beneficio’. I suoi progetti curatoriali più recenti includono: I would prefer not to (Amsterdam), We’ve got time (Schloss Ringenberg, Germany). Ha partecipato a conferenze sul tema lavoro al Printemps del Laboratoires (Paris) ed ha conseguito un master in storia dell'arte (con lode) all'Università di Amsterdam ed in Studi Latinoamericani con una specializzazione in Studi Museali alla New York University.
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