«Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso». Un viaggio fotografico nella vita della grande attrice. Parte I Eleonora e Venezia
Dal 13 Maggio 2022 al 16 Dicembre 2022
Venezia
Luogo: Fondazione Giorgio Cini
Indirizzo: Isola di San Giorgio Maggiore
Orari: visitabile solo su prenotazione
Curatori: Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni
Telefono per informazioni: +39 041 2710236
E-Mail info: teatromelodramma@cini.it.
Sito ufficiale: http://www.cini.it
Dopo oltre due anni riapre al pubblico la Stanza Duse, uno spazio permanente dedicato alla memoria della grande attrice italiana, pensato per rendere visibile l’archivio personale di Eleonora Duse conservato sull’Isola di San Giorgio. L’Istituto per il Teatro e Melodramma, diretto da Maria Ida Biggi, presenta una serie di mostre preparate in occasione della grande ricorrenza del 2024, che celebra i cento anni dalla scomparsa e che vogliono indagare un particolare aspetto della vicenda biografica e artistica dell’attrice italiana: il rapporto dell’attrice con Venezia e il Veneto (2022), il successo in Italia nel contesto teatrale nazionale (2023) e la fama internazionale (2024).
La prima di queste esposizioni dal titolo «Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso». Un viaggio fotografico nella vita della grande attrice. Parte I Eleonora e Venezia, a cura di Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, vuole enfatizzare il legame della Duse con la città lagunare e con l’intero territorio veneto. Per l’occasione verrà esposta una ricca selezione del fondo fotografico dell’Archivio Duse, che ritrae l’attrice in momenti privati e mentre posa in abiti di scena, insieme ad una serie di oggetti e documenti appartenuti all’attrice italiana.
Il legame di Eleonora Duse(1858-1924) con la città di Venezia è forte e duraturo e affonda le radici nell’infanzia dell’attrice. Il nonno, l’attore Luigi Duse, era originario di Chioggia ed Eleonora, dopo aver passato i primi anni di vita in laguna, istaura con la città un legame unico e indissolubile. Nel corso della relazione con il compositore e letterato Arrigo Boito (Padova, 1842 - Milano, 1918) l’attrice esprime più volte il desiderio di ritirarsi a Venezia con lui e la figlia Enrichetta alla fine della propria carriera. Dopo averlo tanto desiderato, nel 1894 Eleonora si trasferisce per un periodo a palazzo Barbaro-Wolkoff, sul Canal Grande, di fronte alla Casetta Rossa che ospiterà Gabriele D’Annunzio. Venezia sarà per Eleonora anche una “piazza” di lavoro importante. Le tournée veneziane dell’attrice sono esemplificative del suo intero percorso professionale, poiché raccontano episodi centrali della sua crescita artistica, della sua affermazione e della sua celebrità così come rimangono a testimonianza della sua evoluzione.
La Stanza di Eleonora Duse alla Fondazione Giorgio Cini, è un Archivio aperto e presenta una parte dei documenti originali come: autografi (tra cui lettere, copioni, documenti e registri di compagnia), fotografie d’epoca, oggetti personali, ma anche abiti e una parte del mobilio della grande attrice. L’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Cini custodisce il più importante archivio al mondo dedicato a Eleonora Duse, una fonte indispensabile per studiare la vita e l’arte dell’attrice che a Venezia aveva cercato, e trovato, un clima accogliente e una casa dove vivere.
Archivio di Eleonora Duse
L’Archivio Duse rappresenta, ad oggi, la collezione più ampia e completa di documenti sulla vita e sull’arte della grande attrice italiana. Grazie alla sua importanza costituisce, da anni, un’occasione imperdibile per studenti, studiosi e docenti che vogliono approfondire la conoscenza del teatro italiano ed europeo nei decenni a cavallo tra XIX e XX Secolo. All’interno di questa importante collezione confluiscono diverse donazioni che, tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80 del Novecento, hanno dato vita ad altrettanti fondi d’archivio. La più importante di queste donazioni è quella della nipote ed unica erede di Eleonora Duse, Eleonora Ilaria Bullough, Sister Mary Mark, che nel 1968 decise di donare alla Fondazione Cini tutto quello che ancora possedeva della nonna materna. Tra i materiali giunti a San Giorgio dall’Inghilterra una rilevante serie di lettere, libri, molti copioni, alcuni dei quali autografi dell’attrice o dell’autore del testo, diversi bellissimi abiti, mobilio e molti oggetti personali. All’interno dell’Archivio, un posto di rilievo spetta anche al fondo Signorelli, che contiene vari e preziosi materiali raccolti negli anni da Olga Resnevič Signorelli, amica e prima biografa dell’attrice. Questa donazione avvenuta nel dicembre del 1977 da parte della figlia, Vera Signorelli Cacciatori, è giunta in Fondazione nel febbraio del 1978. Tra i materiali donati, innumerevoli immagini fotografiche della Duse in costume e nella vita privata e diverse centinaia di lettere inviate e ricevute dall’attrice negli anni. Di grande interesse anche alcune immagini dei luoghi e dei teatri da lei frequentati e fotografie di amici, familiari e colleghi che restituiscono uno spaccato molto interessante del teatro coevo. La più recente tra le donazioni confluite nell’Archivio Duse è quella dell’Istituto Strasberg di New York che nel 2015 ha donato alla Fondazione Giorgio Cini i documenti che Lee Strasberg aveva collezionato su Eleonora Duse dopo averla vista recitare nel 1923. Il giovanissimo Strasberg assistette alle rappresentazioni ibseniane de La donna del mare e di Spettri, rimanendo profondamente colpito dalla potenza e dal fascino dell’attrice. È lui stesso a ricordare una Duse straordinaria, capace di riempire con l’energia della sua interpretazione l’intero Metropolitan Opera House, allora il teatro d’opera più grande al mondo.
La prima di queste esposizioni dal titolo «Se mi dura questo entusiasmo finirò come Narciso». Un viaggio fotografico nella vita della grande attrice. Parte I Eleonora e Venezia, a cura di Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, vuole enfatizzare il legame della Duse con la città lagunare e con l’intero territorio veneto. Per l’occasione verrà esposta una ricca selezione del fondo fotografico dell’Archivio Duse, che ritrae l’attrice in momenti privati e mentre posa in abiti di scena, insieme ad una serie di oggetti e documenti appartenuti all’attrice italiana.
Il legame di Eleonora Duse(1858-1924) con la città di Venezia è forte e duraturo e affonda le radici nell’infanzia dell’attrice. Il nonno, l’attore Luigi Duse, era originario di Chioggia ed Eleonora, dopo aver passato i primi anni di vita in laguna, istaura con la città un legame unico e indissolubile. Nel corso della relazione con il compositore e letterato Arrigo Boito (Padova, 1842 - Milano, 1918) l’attrice esprime più volte il desiderio di ritirarsi a Venezia con lui e la figlia Enrichetta alla fine della propria carriera. Dopo averlo tanto desiderato, nel 1894 Eleonora si trasferisce per un periodo a palazzo Barbaro-Wolkoff, sul Canal Grande, di fronte alla Casetta Rossa che ospiterà Gabriele D’Annunzio. Venezia sarà per Eleonora anche una “piazza” di lavoro importante. Le tournée veneziane dell’attrice sono esemplificative del suo intero percorso professionale, poiché raccontano episodi centrali della sua crescita artistica, della sua affermazione e della sua celebrità così come rimangono a testimonianza della sua evoluzione.
La Stanza di Eleonora Duse alla Fondazione Giorgio Cini, è un Archivio aperto e presenta una parte dei documenti originali come: autografi (tra cui lettere, copioni, documenti e registri di compagnia), fotografie d’epoca, oggetti personali, ma anche abiti e una parte del mobilio della grande attrice. L’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Cini custodisce il più importante archivio al mondo dedicato a Eleonora Duse, una fonte indispensabile per studiare la vita e l’arte dell’attrice che a Venezia aveva cercato, e trovato, un clima accogliente e una casa dove vivere.
Archivio di Eleonora Duse
L’Archivio Duse rappresenta, ad oggi, la collezione più ampia e completa di documenti sulla vita e sull’arte della grande attrice italiana. Grazie alla sua importanza costituisce, da anni, un’occasione imperdibile per studenti, studiosi e docenti che vogliono approfondire la conoscenza del teatro italiano ed europeo nei decenni a cavallo tra XIX e XX Secolo. All’interno di questa importante collezione confluiscono diverse donazioni che, tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80 del Novecento, hanno dato vita ad altrettanti fondi d’archivio. La più importante di queste donazioni è quella della nipote ed unica erede di Eleonora Duse, Eleonora Ilaria Bullough, Sister Mary Mark, che nel 1968 decise di donare alla Fondazione Cini tutto quello che ancora possedeva della nonna materna. Tra i materiali giunti a San Giorgio dall’Inghilterra una rilevante serie di lettere, libri, molti copioni, alcuni dei quali autografi dell’attrice o dell’autore del testo, diversi bellissimi abiti, mobilio e molti oggetti personali. All’interno dell’Archivio, un posto di rilievo spetta anche al fondo Signorelli, che contiene vari e preziosi materiali raccolti negli anni da Olga Resnevič Signorelli, amica e prima biografa dell’attrice. Questa donazione avvenuta nel dicembre del 1977 da parte della figlia, Vera Signorelli Cacciatori, è giunta in Fondazione nel febbraio del 1978. Tra i materiali donati, innumerevoli immagini fotografiche della Duse in costume e nella vita privata e diverse centinaia di lettere inviate e ricevute dall’attrice negli anni. Di grande interesse anche alcune immagini dei luoghi e dei teatri da lei frequentati e fotografie di amici, familiari e colleghi che restituiscono uno spaccato molto interessante del teatro coevo. La più recente tra le donazioni confluite nell’Archivio Duse è quella dell’Istituto Strasberg di New York che nel 2015 ha donato alla Fondazione Giorgio Cini i documenti che Lee Strasberg aveva collezionato su Eleonora Duse dopo averla vista recitare nel 1923. Il giovanissimo Strasberg assistette alle rappresentazioni ibseniane de La donna del mare e di Spettri, rimanendo profondamente colpito dalla potenza e dal fascino dell’attrice. È lui stesso a ricordare una Duse straordinaria, capace di riempire con l’energia della sua interpretazione l’intero Metropolitan Opera House, allora il teatro d’opera più grande al mondo.
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