Tracce del Tempo: l'eningma, legami, il sogno
Dal 10 Novembre 2012 al 26 Novembre 2012
Venezia
Luogo: Palazzo Ca' Zanardi
Indirizzo: Cannaregio 4132
Orari: 11-18; lunedì e martedì chiuso
Telefono per informazioni: +39 393 8005588
E-Mail info: info@cazanardi.com
Sito ufficiale: http://www.cazanardi.com/home/
Le immagini che compongono questa mostra si offrono come apparizioni, come un esercizio poetico in cui si fondono liberamente, quasi fluttuando, incontri e ricordi, sogni e visioni oniriche.
“Tracce del Tempo” è il racconto di un viaggio nel mondo, e un percorso di autoanalisi dentro la storia e i vissuti dell’autrice, un viaggio che l’ha portata sulle tracce della Laguna di Venezia: luogo di acqua e di poesia, di luce e di specchi che rimandano in continuazione i contorni di antichi palazzi, come impronte sulla coscienza.
CHI e’ NORMA
Dopo essere stata, tra gli anni Settanta e Novanta, una tra le principali protagoniste milanesi del fotogiornalismo d’inchiesta, dal 2000 Norma Picciotto ha deciso coraggiosamente di rinnovare in modo radicale il proprio linguaggio fotografico.
Queste foto infatti sono nate da un complesso e attento montaggio digitale con stratificazioni multiple di immagini scattate in giro per il mondo e di suoi ritratti trovati nell’album di famiglia –che giustapposte e sovrapposte, mettono in gioco una duplicità e una coesistenza stratificata di realtà e tempi diversi che si confrontano fino a creare un nuovo mondo visivo, sospeso tra passato e presente. Un mondo a volte sognante ed evocativo, a volte invece doloroso (come quando fa emergere suoi malinconici e intensi ritratti di adolescente tra pareti sommerse da scritte stratificate), a volte sulle tracce delle proprie radici ebraiche, in Israele, in una Gerusalemme vista attraverso una lente visionaria, ma da cui emergono frammenti significativi del suo passato di “Città Celeste”.
A suggerire un’apertura verso una dimensione onirica e poetica è sempre una bolla di sapone che, simile a una lente d’ingrandimento un po’ magica, sottolinea e incornicia i suoi ritratti, oppure fa apparire particolari di luoghi ed elementi significativi della storia ebraica, come il deserto israeliano o una Gerusalemme evocata solo attraverso alcuni dettagli.
Resa coerente da uno stile e da una poetica unitaria, la mostra propone dunque due ricerche, unite dal filo rosso della memoria: da una parte si offre come un percorso nel vissuto dell’autrice grazie anche al recupero di immagini che la ritraggono da bambina fino all’età adulta; dall’altra è una sorta di ispirato e lirico omaggio alla cultura ebraica e Israele, terra delle sue radici.
In questa serie di immagini tra le luci di Gerusalemme si vede miticamente aleggiare la tomba di Abramo; mentre dall’accampamento romano che attaccò la fortezza di Masada (luogo simbolo della resistenza ebraica) si stagliano, di volta in volta, il nuovo e avveniristico padiglione del Museo d’Arte di Tel Aviv, la città contemporanea o antichi testi ebraici che, alzandosi in volo, paiono voler portare nel mondo la parola scritta, la storia e la cultura.
Norma Picciotto è nata a Milano nel 1953, dove vive e lavora. Nel 1973 fonda insieme a Giancarlo De Bellis, che diventerà suo marito, l’agenzia De Bellis: una tra le più note agenzie fotogiornalistiche di Milano che realizzava foto di cronaca per i principali quotidiani e periodici italiani: dal Corriere della Sera a Panorama, L’Espresso e l’Unità.
Dagli anni ’70 fino agli anni ’90 Norma Picciotto documenta le rivolte di piazza, il terrorismo, gli eventi di cronaca nera e giudiziaria. In parallelo al lavoro di reporter s’impegna a dare un’impronta internazionale all’agenzia De Bellis e ottiene la rappresentanza in Italia di alcune tra le più importanti agenzie di fotogiornalismo europee e americane.
Nel 1991 stringe anche un accordo con l’agenzia France Press Photo, la più avanzata in campo tecnologico, ed importa per la prima volta in Italia le fotografie d’attualità da tutto il mondo in formato digitale. La De Bellis, grazie a questo importante accordo, sarà quindi la prima agenzia in Italia a ricevere in tempo reale le foto della prima guerra del Golfo.
Chiusa l’agenzia nel 2000, Norma Picciotto inizia a viaggiare e fotografare in giro per il mondo. Nello stesso tempo si appassiona all’elaborazione digitale delle immagini di cui sperimenta e approfondisce le potenzialità espressive.
“Tracce del Tempo” è il racconto di un viaggio nel mondo, e un percorso di autoanalisi dentro la storia e i vissuti dell’autrice, un viaggio che l’ha portata sulle tracce della Laguna di Venezia: luogo di acqua e di poesia, di luce e di specchi che rimandano in continuazione i contorni di antichi palazzi, come impronte sulla coscienza.
CHI e’ NORMA
Dopo essere stata, tra gli anni Settanta e Novanta, una tra le principali protagoniste milanesi del fotogiornalismo d’inchiesta, dal 2000 Norma Picciotto ha deciso coraggiosamente di rinnovare in modo radicale il proprio linguaggio fotografico.
Queste foto infatti sono nate da un complesso e attento montaggio digitale con stratificazioni multiple di immagini scattate in giro per il mondo e di suoi ritratti trovati nell’album di famiglia –che giustapposte e sovrapposte, mettono in gioco una duplicità e una coesistenza stratificata di realtà e tempi diversi che si confrontano fino a creare un nuovo mondo visivo, sospeso tra passato e presente. Un mondo a volte sognante ed evocativo, a volte invece doloroso (come quando fa emergere suoi malinconici e intensi ritratti di adolescente tra pareti sommerse da scritte stratificate), a volte sulle tracce delle proprie radici ebraiche, in Israele, in una Gerusalemme vista attraverso una lente visionaria, ma da cui emergono frammenti significativi del suo passato di “Città Celeste”.
A suggerire un’apertura verso una dimensione onirica e poetica è sempre una bolla di sapone che, simile a una lente d’ingrandimento un po’ magica, sottolinea e incornicia i suoi ritratti, oppure fa apparire particolari di luoghi ed elementi significativi della storia ebraica, come il deserto israeliano o una Gerusalemme evocata solo attraverso alcuni dettagli.
Resa coerente da uno stile e da una poetica unitaria, la mostra propone dunque due ricerche, unite dal filo rosso della memoria: da una parte si offre come un percorso nel vissuto dell’autrice grazie anche al recupero di immagini che la ritraggono da bambina fino all’età adulta; dall’altra è una sorta di ispirato e lirico omaggio alla cultura ebraica e Israele, terra delle sue radici.
In questa serie di immagini tra le luci di Gerusalemme si vede miticamente aleggiare la tomba di Abramo; mentre dall’accampamento romano che attaccò la fortezza di Masada (luogo simbolo della resistenza ebraica) si stagliano, di volta in volta, il nuovo e avveniristico padiglione del Museo d’Arte di Tel Aviv, la città contemporanea o antichi testi ebraici che, alzandosi in volo, paiono voler portare nel mondo la parola scritta, la storia e la cultura.
Norma Picciotto è nata a Milano nel 1953, dove vive e lavora. Nel 1973 fonda insieme a Giancarlo De Bellis, che diventerà suo marito, l’agenzia De Bellis: una tra le più note agenzie fotogiornalistiche di Milano che realizzava foto di cronaca per i principali quotidiani e periodici italiani: dal Corriere della Sera a Panorama, L’Espresso e l’Unità.
Dagli anni ’70 fino agli anni ’90 Norma Picciotto documenta le rivolte di piazza, il terrorismo, gli eventi di cronaca nera e giudiziaria. In parallelo al lavoro di reporter s’impegna a dare un’impronta internazionale all’agenzia De Bellis e ottiene la rappresentanza in Italia di alcune tra le più importanti agenzie di fotogiornalismo europee e americane.
Nel 1991 stringe anche un accordo con l’agenzia France Press Photo, la più avanzata in campo tecnologico, ed importa per la prima volta in Italia le fotografie d’attualità da tutto il mondo in formato digitale. La De Bellis, grazie a questo importante accordo, sarà quindi la prima agenzia in Italia a ricevere in tempo reale le foto della prima guerra del Golfo.
Chiusa l’agenzia nel 2000, Norma Picciotto inizia a viaggiare e fotografare in giro per il mondo. Nello stesso tempo si appassiona all’elaborazione digitale delle immagini di cui sperimenta e approfondisce le potenzialità espressive.
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