Balla Boccioni Depero. Costruire lo spazio del futuro
Dal 22 Giugno 2019 al 03 Novembre 2019
Domodossola | Verbano-Cusio-Ossola
Luogo: Musei Civici di Palazzo San Francesco
Indirizzo: piazza Convenzione 11
Orari: da mercoledì a domenica 10-12 / 15-19; lunedì e martedì chiuso
Curatori: Antonio D’Amico
Enti promotori:
- Comune di Domodossola
- Patrocinio di Mibac – Ministero per i beni e le attività culturali e Regione Piemonte
Costo del biglietto: € 5 intero, € 3 residente a Domodossola, over 65 e portatori di handicap, studenti universitari in Conservazione dei Beni Culturali e Accademia di Belle Arti con tesserino, tesserati AMO, € 10 biglietto famiglia con figli gratuito, € 2 scuole. Gratuito bambini fino a 5 anni, guide, interpreti e accompagnatori turistici
Telefono per informazioni: +39 3385029591
E-Mail info: cultura@comune.domodossola.vb.it
I Musei Civici di Palazzo San Francesco riaprono i battenti con una grande mostra dedicata al Futurismo, per raccontare un’epoca d’oro della città di Domodossola, scaraventata nel pieno della logica futurista e coinvolta nell’immaginario della modernità. Ai piedi delle Alpi arrivano oltre settanta capolavori di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Tullio Crali e tanti altri artisti in dialogo con le affascinanti sculture delle donne ossolane in abiti d’epoca, la prima macchina immatricolata nella Provincia di Novara e l’aeroplano dell’aviatore peruviano Geo Chávez che compì la mirabolante impresa della prima transvolata delle Alpi, sorvolando i cieli del Sempione nel 1910.
La grande mostra Balla Boccioni Depero. Costruire lo spazio del futuro è presentata dal Comune di Domodossola, in partnership con la Fondazione Paola Angela Ruminelli, con il sostegno della Fondazione Comunitaria del VCO, con la fondamentale collaborazione del Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e dell’Associazione Musei dell'Ossola.
È patrocinata dal Mibac – Ministero per i beni e le attività culturali e da Regione Piemonte, ed è ideata e curata da Antonio D’Amico, con l’intento di realizzare un evento che racconti l’espressione della modernità di Domodossola, a inizio secolo, in cui si fondono tre elementi, l’uomo, lo spazio e la velocità.
Dopo il grande successo dello scorso anno, con De Chirico De Pisis. La mente altroveche ha registrato un notevole successo di critica e di pubblico, la nuova stagione espositiva del suggestivo Palazzo San Francesco prosegue con questa grande mostra che, per la prima volta, racconta un incalzante percorso che si sviluppa con lo strumento della tecnologia e con la grandezza di un pensiero proiettato nel futuro.
Agli albori del Novecento l’Italia accarezzava il sogno della modernità e il futurismo concepisce l’idea di un’arte totale, dove l’estetica si fonde con la scienza. Nelle parole di Filippo Tommaso Marinetti, risiede l’essenza del movimento futurista: “La magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un’automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo…, un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia[...]”. Il padre fondatore del movimento confida apertamente nelle capacità dell’uomo, nuovo protagonista assoluto, sostenendo che, in questa nuova era, “noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita”.
La mostra presenta oltre settanta opere che propongono una visione coinvolgente, dall’ultimo decennio dell’Ottocento fino al 1960, dalla stagione prefuturista all’aeropittura, attraversando gli anni tra le due guerre mondiali, per mettere in evidenza il cambiamento del rapporto tra l’uomo e la natura, tra il centro e la periferia, tra la tradizione e il futuro.
Umberto Boccioni, Giacomo Ballae Fortunato Depero sono i protagonisti di un percorso evolutivo che vede nella velocità, nel movimento e nel volo il fulcro di un linguaggio rivoluzionario che impregna di sé la nuova “cultura figurativa europea”.
Il percorso espositivo si dipana in tre sezioni fluide e dinamiche in cui esplode l’essenza del cambiamento. La mostra si apre con un affondo sulla visione placida e silente del paesaggio d’inizio secolo e sulla contemplazione dell’uomo in rapporto con la natura. Protagoniste sono le opere di Balla e Boccioni, realizzate nella fase divisionista e prefuturista, e di Depero in dialogo con due mannequin in legno con costumi della Val D’Ossola realizzati nel corso del Settecento e restaurati in occasione di questa mostra. Queste fascinose sculture a misura d’uomo, vengono riesposte al pubblico per la prima volta dopo l’Esposizione Nazionale di Milano del 1881. Andando avanti prende forma il concetto di movimento e velocità nelle sorprendenti opere di Balla, Dudreville, Dottori e Pippo Rizzo, del quale si potrà vedere il Treno notturno in velocità, rappresentato anche nella cartolina che Balla invia il maestro siciliano nel 1926, custodita alla Fondazione Lercaro di Bologna. La percezione del movimento e della velocità, esaltata tra l’altro nello straordinario Colpo di fucile domenicale di Balla, che arriva a Domodossola dalla collezione della Banca d’Italia, culmina nel volo, tema che traina la mostra verso l’ultima stagione del futurismo post bellico, con opere di Balla, Crali, Tato, Cambellotti, Dottori, Monachesi e altri ancora. L’aeroplano di Geo Chávez, aviatore peruviano che per primo portò a termine l’impresa di trasvolare le Alpi, sospeso nel soffitto di Palazzo San Francesco, custodisce la sensibilità che emana dall’intera mostra. L’uomo alato, come lo definì Giovanni Pascoli, vola sui cieli del Sempione nel 1910 per annunciare l’emancipazione dal limite dello spazio e del tempo, proprio come un perfetto futurista, compiendo un gesto totalizzante, a costo della sua stessa vita. Come Chavez, anche Gabriele D’Annunzio veste i panni del superuomo e lascia un segno memorabile della sua intraprendenza nell’inedito ritratto, proveniente dalla Fondazione Cirulli, impreziosito dal fiore porta fortuna che lo protesse durante il volo su Vienna, nel 1918.
Questa mostra potenzia la proposta artistica e culturale della città di Domodossola, come ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Daniele Folino: “Il progetto della mostra è per Domodossola un nuovo momento di rilancio, che consente alla nostra città di rafforzare la propria vocazione culturale. Infatti, avremo la possibilità di vedere riuniti a Palazzo San Francesco grandi capolavori provenienti da musei pubblici, fondazioni e prestigiose collezioni private. Sarà l’occasione di vedere come i nuovi principi del futurismo dialogano con alcuni eventi storici e della cultura di Domodossola, terra di confine e territorio che abbraccia le novità del secolo breve”.
Anche il Sindaco Lucio Pizzi afferma: “In linea con le avanguardie del Novecento, la città si fa trovare pronta alla sfida tecnologica dell’epoca e il Futurismo è la piena manifestazione di questo esclusivo rapporto con la scienza e la tecnologia; la mostra di Domodossola propone una visione esclusiva che si sposa con la storia della città”.
La mostra si avvale di unprestigioso comitato di studi, del quale fanno parte Nicoletta Boschiero, responsabile di Casa d’Arte Futurista Depero, Federica Pirani, coordinatrice delle Attività Espositive e Culturali della Sovrintendenza Capitolina, Massimo Duranti, Presidente Archivi Dottori, Elena Gigli, responsabile dell’Archivio Balla, Chiara Pagani, storica dell’arte, Paola Caretti, studiosa delle tradizioni popolari e Aurelio Sciaraffa, coordinatore organizzativo.
Inaugurazione 22 giugno 2019, ore 18
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