Eros Bonamini. prima pAReTe
Dal 15 Marzo 2017 al 31 Maggio 2017
Verona
Luogo: Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
Indirizzo: Cortile Mercato Vecchio 6
Curatori: Patrizia Nuzzo
Enti promotori:
- Comune di Verona
- Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
Telefono per informazioni: +39 045.8001903
Sito ufficiale: http://www.palazzodellaragioneverona.it
Mercoledì 15 marzo alle ore 17 la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti inaugura a Palazzo della Ragione EROS BONAMINI. prima pAReTe, con la presentazione di una installazione dell’artista Eros Bonamini allestita fino al 31 maggio 2017.
prima pAReTe è uno spazio collocato all’ingresso del percorso di visita, una parete espositiva che si innesta sulla struttura della Torre Mozza e si connota quasi spontaneamente come luogo riservato alle ‘prime’, agli eventi di attualità che la Galleria promuove - una donazione, un premio, una collaborazione con diverse istituzioni - in sinergia con i soggetti del mondo dell'arte dentro e fuori il territorio.
Con prima pAReTe si vuole dare vita ad un progetto espositivo dinamico dedicato ad ospitare periodicamente in galleria nuovi contenuti con un focus particolare sull’arte contemporanea.
In quest’ambito si inserisce l’allestimento di alcune opere di Eros Bonamini dal titolo Vanitas Cronotopografie che appartengono al ciclo degli Acciai (anni 2000). L’iniziativa - in corso dal 15 marzo al 31 maggio - nasce in sinergia con alcune rassegne dedicate all'artista in questi mesi, quali la mostra Spazio – Tempo, a cura di Simona Zava, allestita a Senigallia presso la Rocca Roveresca (5 novembre 2016 - 26 febbraio 2017) e Scrittura-Gesto-Tempo, a cura di Claudio Cerritelli, che si inaugura in questi giorni a Mantova alla Casa del Mantegna (3 marzo - 25 aprile 2017).
La ricerca di Bonamini si sviluppa principalmente attorno al tema del rapporto dell’uomo contemporaneo con il tempo e lo spazio.
“Scritture di tempi e spazi”, le sue Cronotopografie costituiscono una sorta di mappa, una registrazione delle tracce che strumenti, materiali e interventi segnici di natura diversa rilasciano sulla materia nell’intervallo di tempo in cui si dispiega l’azione creativa, con il suo processo metamorfico.
“E' il motivo elementare della linea - scrive Patrizia Nuzzo - che qui costruisce il percorso in ritmi difformi, ad evidenziare quella dialettica, non dualistica, tra i sontuosi lavori barocchi e le rarefazioni minimali. E nel fluire di questo racconto di scritture diverse ma complementari, s’innalza la scansione lirica di un tempo virtuale e di uno spazio interiore, che si contraggono alla tangibilità della materia e al trascorrere del tempo ‘reale’ in una tensione enigmatica del processo creativo aperta, senza drammi, allo stupore della forza liberatrice dell’arte e al sortilegio di un significato altro e inusitato".
E, a proposito della recente serie degli Acciai, Claudio Cerritelli osserva: “...l’idea induce a una riflessione sul tempo e sulla transitorietà della vita, constatazione non solo della sua brevità, ma soprattutto del valore effimero dell’esperienza umana in relazione all’infinito vuoto che il tempo disperde nell’infinito niente. Il valore simbolico di questo tema esistenziale e filosofico è filtrato e commisurato alle nuove prerogative formali che l’acciaio consente di sprigionare in relazione alle dinamiche dell’intervento gestuale”.
Eros Bonamini (Verona, 1942-2012) esordisce negli anni Settanta con la serie dei Cementi utilizzando un medium povero, l’intonaco, che stende sulla tela e incide con un chiodo o con una mina in una sequenza di linee graffite uguali tra loro. Il segno si diversifica in virtù della resistenza che la materia vi oppone: l’intonaco tende infatti ad asciugarsi ed il solco iniziale si trasforma progressivamente in un graffio leggero. Il tempo fisico modifica i segni del fare. A questo concetto si lega quello delle Cronotopografie (scritture di spazio e di tempo) termine con cui, d'ora in poi, l'artista identifica le sue creazioni. Ai Cementi fanno seguito i cicli dei nastri e degli inchiostri mentre, tra gli anni ’70 e ’80, Bonamini dà vita ad una serie di opere per assorbimento dove il dilagare del segno si genera per contatto - tramite un pennarello - o in modo diretto per iniezione del colore sulla tela; così la morfologia dell’icona e il concetto di durata finiscono per coincidere in un tutt’uno tautologico. Negli anni ’80-‘90 i lavori dell'artista mostrano sequenze di motivi elementari (punti, linee, parole, macchie, grovigli di segni, greche, labirinti, spirali) sovrapposti sulla tela in un repertorio stratigrafico di interventi. Della fine degli anni ’90 sono le tele combuste e le opere in plexiglass che proseguono negli anni 2000, quando Bonamini inaugura la serie delle Vanitas Cronotopografie: lastre di acciaio specchiante su cui interviene con la fiamma ossidrica, l’ascia e altri mezzi. Il metallo bruciato, bucato, slabbrato, si imbarca coinvolgendo la figura dello spettatore (anch’essa deformata) nella performance che il dilagare del racconto-segno genera nel tempo-attesa. Il termine Vanitas rimanda alla precarietà, alla transitorietà, a quel passaggio fugace che accomuna, nel gioco della vita e dell'arte, il fruitore e lo statuto dell’opera.
All'inaugurazione intervengono:
Antonia Pavesi, Consigliera incaricata alla Cultura del Comune di Verona
Eristeo Banali, responsabile del progetto espositivo “Spazio-Tempo nell’opera di Eros Bonamini” Claudio Cerritelli, curatore della mostra “Eros Bonamini. Scrittura-Gesto-Tempo” presso la Casa del Mantegna di Mantova
Patrizia Nuzzo, responsabile Direzione Artistica GAM, curatrice del progetto Eros Bonamini prima pAReTe
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