Paolo Vigevani. Dal bianco - nero al colore
Dal 20 Marzo 2015 al 10 Maggio 2015
Verona
Luogo: Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri
Indirizzo: piazza Viviani
Orari: mar-dom 10-19
Curatori: Italo Zannie
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 045 8007490
E-Mail info: scaviscaligeri@comune.verona.it
Sito ufficiale: http://www.comune.verona.it
Il Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona ospita la mostra "Quando l’occhio diventa una spia: Paolo Vigevani dal bianco-nero al colore", opere dell’artista Paolo Vigevani, a cura di Italo Zannier. L'esposizione raccoglie una selezione di 134 fotografie realizzate dall’artista a partire dalla fine degli anni ’60 fino ad oggi.
Dagli scatti in bianco e nero a quelli a colori, dall’uso sapiente dell’analogico alla scoperta del digitale, la mostra presenta le diverse anime di questo artista, il quale, pur rimanendo fedele a se stesso, ha saputo stare al passo con le innovazioni tecniche e tecnologiche del mezzo fotografico, studiandone e sfruttandone con curiosità le più ampie possibilità espressive. Paolo Vigevani è un «fotoamatore», come lo definisce Zannier, che con rigore e inventiva «individua nel caos del paesaggio reale, di volta in volta un elemento significativo […] per coglierne l’essenza figurativa».
Geometrie, riflessi, linee, forti contrasti e delicati equilibri compongono la semiotica del linguaggio artistico di Vigevani, che si sviluppa su diverse direttrici, concettuali prima che cronologiche. Il particolare, spesso molto circoscritto, quel «qualcosa che fa scattare l’immagine», il gioco dei riflessi, del doppio, di vetri e specchi, anche d’acqua; il paesaggio rappresentato come un quadro astratto - dove dominano, ancora una volta, sia linee e geometrie che contrasti e campi di puro colore-; gli scatti che immortalano murales usurati, manifesti strappati e muri scrostati, testimoni dell’inesorabile passare del tempo, ma anche della perfezione che si può nascondere dietro l’imperfezione; questi i temi cari a Vigevani.
Anche quando il suo obbiettivo cattura l’essere umano, la composizione dell’immagine vive di equilibri e schemi nascosti dietro ad un’apparente spontaneità dello scatto. Immagini rubate certo, ma costruite con sapienza e consapevolezza.
Italo Zannier prende per mano lo spettatore e lo accompagna attraverso queste direttrici di senso, con salti cronologici necessari per una più profonda comprensione del percorso di un artista, Paolo Vigevani appunto, capace di cogliere e mostrare quell’ordine e quell’armonia che si celano dietro al caos della realtà, ordine ed armonia che raramente i nostri occhi sono in grado di cogliere.
Dagli scatti in bianco e nero a quelli a colori, dall’uso sapiente dell’analogico alla scoperta del digitale, la mostra presenta le diverse anime di questo artista, il quale, pur rimanendo fedele a se stesso, ha saputo stare al passo con le innovazioni tecniche e tecnologiche del mezzo fotografico, studiandone e sfruttandone con curiosità le più ampie possibilità espressive. Paolo Vigevani è un «fotoamatore», come lo definisce Zannier, che con rigore e inventiva «individua nel caos del paesaggio reale, di volta in volta un elemento significativo […] per coglierne l’essenza figurativa».
Geometrie, riflessi, linee, forti contrasti e delicati equilibri compongono la semiotica del linguaggio artistico di Vigevani, che si sviluppa su diverse direttrici, concettuali prima che cronologiche. Il particolare, spesso molto circoscritto, quel «qualcosa che fa scattare l’immagine», il gioco dei riflessi, del doppio, di vetri e specchi, anche d’acqua; il paesaggio rappresentato come un quadro astratto - dove dominano, ancora una volta, sia linee e geometrie che contrasti e campi di puro colore-; gli scatti che immortalano murales usurati, manifesti strappati e muri scrostati, testimoni dell’inesorabile passare del tempo, ma anche della perfezione che si può nascondere dietro l’imperfezione; questi i temi cari a Vigevani.
Anche quando il suo obbiettivo cattura l’essere umano, la composizione dell’immagine vive di equilibri e schemi nascosti dietro ad un’apparente spontaneità dello scatto. Immagini rubate certo, ma costruite con sapienza e consapevolezza.
Italo Zannier prende per mano lo spettatore e lo accompagna attraverso queste direttrici di senso, con salti cronologici necessari per una più profonda comprensione del percorso di un artista, Paolo Vigevani appunto, capace di cogliere e mostrare quell’ordine e quell’armonia che si celano dietro al caos della realtà, ordine ed armonia che raramente i nostri occhi sono in grado di cogliere.
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