Grisha Bruskin. Icone Sovietiche

Grisha Bruskin, Lessico Fondamentale, 1985-1990, parte 1 (particolare). Olio su tela, 220x304 cm. Collezione Shalva Breus

 

Dal 18 Ottobre 2017 al 15 Aprile 2018

Vicenza

Luogo: Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari

Indirizzo: Contra’ Santa Corona 25

Orari: Da martedì a domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17:30). Chiuso il lunedì

Costo del biglietto: Intero: 5€, Ridotto: 3€. Gratuito per le scuole, i minori di 18 anni e la prima domenica del mese. Prenotazione obbligatoria per i gruppi e le scuole

Telefono per informazioni: 800.578875

E-Mail info: info@palazzomontanari.com

Sito ufficiale: http://www.gallerieditalia.com/it/vicenza/grisha-bruskin-icone-sovietiche/



La mostra si impernia su due grandi dipinti di Grisha Bruskin (Mosca, 1945), un dittico intitolato Fundamental’nyj Leksikon (Lessico Fondamentale). Un capolavoro che non è mai stato esposto nella sua interezza, nemmeno in Russia. Le due tele presentano ognuna 128 personaggi, 256 figure per l’intera opera. Tutti i personaggi sono monocromi, in bianco, e traggono ispirazione, tra molte altre risonanze, dall’importanza e dalla pervasiva diffusione della statuaria in Unione Sovietica.

Nella storia dell’arte russa del secondo Novecento Fundamental’nyj Leksikon gode di uno status mitico: in occasione della prima e unica asta internazionale in Unione Sovietica, bandita da Sotheby’s a Mosca il 7 luglio 1988, una delle due tele fu battuta per una cifra record, generando una svolta definitiva all’interno del panorama artistico russo, fino a quella data privo di uno sbocco nel mercato ufficiale.

In Lessico Fondamentale ogni personaggio, colto di tre quarti, rappresenta un archetipo del mito ideologico sovietico (il pioniere, l’operaio, il soldato ecc.); tutti i volti mostrano una stessa espressione, con uno sguardo vuoto in avanti. Ciascuna figura reca tuttavia degli accessori, dipinti in tonalità molto accese, che ne fissano il ruolo all’interno della società – e della mitologia – sovietica. L’artista ha rappresentato insomma l’aspetto apparente di un’umanità irrigidita, di un regime che pareva destinato a durare all’infinito e che invece collassò pochi anni dopo. Bruskin stesso ha definito il suo dittico «un dipinto epistolare per gli uomini del futuro».

La struttura del dittico riprende quella dei menologi (dal greco menologion, “mese” e “discorso”): le icone che, dal X secolo, raffigurano l’intero ciclo dei santi e delle feste liturgiche, e che per questo vengono considerate come icone-calendario. Alcuni esempi (due dei quali in mostra) sono presenti all’interno della collezione Intesa Sanpaolo di icone russe, conservata alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, sede museale della Banca a Vicenza. Lessico Fondamentale li ricorda non solo da un punto di vista formale, ma anche concettuale, anche se i santi e le feste religiose sono sostituiti dagli operai, gli atleti, i funzionari, i cosmonauti ecc.

La mostra presenta inoltre una significativa selezione di disegni preparatori alle due tele ma anche due gruppi di piccole sculture, realizzate in seguito, in porcellana (25 pezzi) e in bronzo (49). La mostra di Vicenza rende esplicito così, per la prima volta, il passaggio dalla bidimensionalità di Lessico Fondamentale alla tridimensionalità degli importanti progetti che Bruskin ha concepito e realizzato dopo il crollo dell’URSS, trasfigurato dall’artista in una affascinante dimensione “archeologica”.
Il percorso espositivo presenta tre originali installazioni multimediali, di grande e spettacolare coinvolgimento, sull’universo visivo delle icone e sovietico.

Numerose le attività collaterali per approfondire i temi della mostra: si spazierà dai tradizionali laboratori e visite guidate a incontri arte/musica, ai workshop fotografici, ad una maratona cinematografica, senza dimenticare i percorsi di alternanza scuola-lavoro realizzati con l’ausilio dei curatori, affinché giovani liceali possano essere mediatori culturali – nel corso delle domeniche – per rispondere alle domande dei visitatori.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI