Metropolismo. La fine dell'euforia
Dal 29 Dicembre 2012 al 26 Gennaio 2013
Viterbo
Luogo: ProgettArte3D
Indirizzo: piazza del Fosso 2
Orari: feriali per appuntamento; festivi 10-13/ 15-18
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 335 8379357
E-Mail info: metropolismo@email.it
La mostra “Metropolismo, la fine dell’euforia” rappresenta l’ultimo appuntamento relativo al progetto pittorico espresso nel manifesto del Metropolismo da alcuni artisti che, nel 1987, diedero vita a questa corrente artistica e di pensiero. Essi notarono come le loro opere, ognuna con caratteristiche diverse, di fatto esprimessero gli stessi contenuti. Il loro comune denominatore è la “rappresentazione della comunicazione di massa”, del consumo e di alcuni prodotti che in quegli anni diventano un “must”. Consapevoli che il mondo dei media esercita una forte influenza su tutta la società, questi artisti scelgono la forma figurativa ed il forte cromatismo per una rappresentazione leggera di temi molto seri.
La prima mostra sul Metropolismo risale al 3 Giugno 1993 quando, a cura della Banca di Roma e in uno spazio messo a disposizione dal Comune di Roma, il Maestro Alberto Sughi, allora Presidente della Quadriennale, inaugura la mostra “Metropolismo, immagini e riflessi del nuovo movimento pittorico”
Il clamore mediatico sollevato dall’importanza di quell’evento non sfugge al Prof. Achille Bonito Oliva che il 12 gennaio 1995 a Madrid, presso l’Istituto Italiano di Cultura, in occasione dell’omonima mostra, presenta il suo volume “Metropolismo, ostensible value”, in cui teorizza il movimento e scrive : “…gli artisti del Metropolismo hanno sicuramente tenuto conto dell’apporto disinibente della transavanguardia che ha ristabilito con forza l’uso della pittura nell’ambito della contemporaneità… ” .
Dopo quasi vent’anni di numerose ed importanti manifestazioni lo stesso Bonito Oliva per ribadire quanto da lui sostenuto organizza e cura nel Marzo scorso, presso Le Scuderie di Palazzo Ruspoli a Roma, la mostra “Metropolismo, l’altra Storia”.
L’attualità della mostra di Viterbo, “Metropolismo, la fine dell’euforia”, è già sottolineata dal titolo. Come le precedenti è una collettiva e segue lo stesso schema temporale suddividendo il percorso in tre decenni ma, diversamente dalle precedenti, vuole sottolineare l’aspetto più attuale rappresentato dalla fine di quell’euforia collettiva che ha caratterizzato gli anni ’80 e buona parte degli anni ’90.
Il percorso della mostra ci fa guardare indietro, ai mitici anni ’80, quando l’attenzione al superfluo coinvolse tutte le classi sociali e portò tutti a vivere quel decennio in una sorta di euforia permanente, in un mondo in cui possedere un oggetto griffato era sufficiente a farci sentire speciali. Questo particolare aspetto, probabilmente sottovalutato, certamente fu responsabile di alcuni fenomeni comportamentali che cambiarono la nostra società. Il linguaggio pittorico dei metropolisti, essendo essi al contempo spettatori e attori del loro tempo, non fa altro che testimoniare la storia dell’influenza del consumo di massa sulla società.
Proseguendo nel percorso le opere esposte ci mostrano che, se gli anni ’80 sono stati l’epoca della griffe, gli anni ’90 sono stati certamente quelli dell’esplosione della comunicazione, sia tradizionale, tutto diventa occasione di pubblicità, che innovativa, attraverso l’uso di nuovi strumenti: dai telefoni cellulari fino alla straripante affermazione dell’internet e dei social network nei primi anni 2000. Una parentesi molto interessante e, in alcuni casi, di indubbio valore artistico è stata rappresentata in questi anni dal fenomeno dei writers, interpretata anch’essa dai metropolisti come ulteriore forma di comunicazione.
E ancora si mostra come, dalla fine del XX secolo ad oggi, siamo passati dalla vita scintillante delle discoteche e delle vacanze alla moda (Ibiza e Sharm El Sheick) alla crisi economica e culturale che ci ha colti quasi di sorpresa. Grandi questioni sociali si profilano all’orizzonte del nostro Paese come il lavoro, la lotta all’evasione fiscale, il dissesto idrogeologico e la sostenibilità ambientale. L’arte, come sempre, ha precorso i tempi facendone contenuto per le sue opere.
Infine, la mostra di Viterbo sarà anche l’occasione per presentare la brochure “Dossier mostra” attraverso la quale si potrà rivisitare la mostra di Palazzo Ruspoli curata da Achille Bonito Oliva e che illustra con precisione la filosofia del Metropolismo e il suo rapporto consequenziale con la Transavanguardia.
La prima mostra sul Metropolismo risale al 3 Giugno 1993 quando, a cura della Banca di Roma e in uno spazio messo a disposizione dal Comune di Roma, il Maestro Alberto Sughi, allora Presidente della Quadriennale, inaugura la mostra “Metropolismo, immagini e riflessi del nuovo movimento pittorico”
Il clamore mediatico sollevato dall’importanza di quell’evento non sfugge al Prof. Achille Bonito Oliva che il 12 gennaio 1995 a Madrid, presso l’Istituto Italiano di Cultura, in occasione dell’omonima mostra, presenta il suo volume “Metropolismo, ostensible value”, in cui teorizza il movimento e scrive : “…gli artisti del Metropolismo hanno sicuramente tenuto conto dell’apporto disinibente della transavanguardia che ha ristabilito con forza l’uso della pittura nell’ambito della contemporaneità… ” .
Dopo quasi vent’anni di numerose ed importanti manifestazioni lo stesso Bonito Oliva per ribadire quanto da lui sostenuto organizza e cura nel Marzo scorso, presso Le Scuderie di Palazzo Ruspoli a Roma, la mostra “Metropolismo, l’altra Storia”.
L’attualità della mostra di Viterbo, “Metropolismo, la fine dell’euforia”, è già sottolineata dal titolo. Come le precedenti è una collettiva e segue lo stesso schema temporale suddividendo il percorso in tre decenni ma, diversamente dalle precedenti, vuole sottolineare l’aspetto più attuale rappresentato dalla fine di quell’euforia collettiva che ha caratterizzato gli anni ’80 e buona parte degli anni ’90.
Il percorso della mostra ci fa guardare indietro, ai mitici anni ’80, quando l’attenzione al superfluo coinvolse tutte le classi sociali e portò tutti a vivere quel decennio in una sorta di euforia permanente, in un mondo in cui possedere un oggetto griffato era sufficiente a farci sentire speciali. Questo particolare aspetto, probabilmente sottovalutato, certamente fu responsabile di alcuni fenomeni comportamentali che cambiarono la nostra società. Il linguaggio pittorico dei metropolisti, essendo essi al contempo spettatori e attori del loro tempo, non fa altro che testimoniare la storia dell’influenza del consumo di massa sulla società.
Proseguendo nel percorso le opere esposte ci mostrano che, se gli anni ’80 sono stati l’epoca della griffe, gli anni ’90 sono stati certamente quelli dell’esplosione della comunicazione, sia tradizionale, tutto diventa occasione di pubblicità, che innovativa, attraverso l’uso di nuovi strumenti: dai telefoni cellulari fino alla straripante affermazione dell’internet e dei social network nei primi anni 2000. Una parentesi molto interessante e, in alcuni casi, di indubbio valore artistico è stata rappresentata in questi anni dal fenomeno dei writers, interpretata anch’essa dai metropolisti come ulteriore forma di comunicazione.
E ancora si mostra come, dalla fine del XX secolo ad oggi, siamo passati dalla vita scintillante delle discoteche e delle vacanze alla moda (Ibiza e Sharm El Sheick) alla crisi economica e culturale che ci ha colti quasi di sorpresa. Grandi questioni sociali si profilano all’orizzonte del nostro Paese come il lavoro, la lotta all’evasione fiscale, il dissesto idrogeologico e la sostenibilità ambientale. L’arte, come sempre, ha precorso i tempi facendone contenuto per le sue opere.
Infine, la mostra di Viterbo sarà anche l’occasione per presentare la brochure “Dossier mostra” attraverso la quale si potrà rivisitare la mostra di Palazzo Ruspoli curata da Achille Bonito Oliva e che illustra con precisione la filosofia del Metropolismo e il suo rapporto consequenziale con la Transavanguardia.
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