Fino al 30 settembre nelle acque della Guitgia
La Sicilia luminosa di Domenico Pellegrino torna tra i fondali di Lampedusa
La Cosmogonia mediterranea di Domenico Pellegrino nel mare di Lampedusa. Courtesy of Simonetta Trovato
Samantha De Martin
09/08/2017
Agrigento - Una Sicilia in chiave pop, descritta da luci e forme barocche ispirate ai carretti e alle tradizionali luminarie di paese nei giorni di festa, torna a splendere nel mare di Lampedusa, accendendo un sentiero fatto di stelle colorate - rannicchiate come le Pleiadi - per i tanti migranti riusciti ad approdare, ma anche per quelli che non ce l'hanno fatta.
La Cosmogonia mediterranea di Domenico Pellegrino è intimamente e storicamente legata all'isola in cui ha preso forma. È una festa di cerchi a colori - che simboleggiano l'eterno ritorno - ma anche di fiori illuminati di giallo, verde, rosa, espressione di pace e di accoglienza, che accendono le profondità dell'isola distesa tra l'Italia e l'Africa, non distante dalla Porta d'Europa, l'omaggio di Mimmo Paladino ai migranti.
Pensata per Lampedusa e adagiata per un solo giorno, nel luglio del 2016, nei fondali della Guitgia, l'installazione subacquea - immaginata dall’artista per raccontare una vera e propria “visione sottosopra” del Mediterraneo - dopo un viaggio di un anno in giro per la Sicilia, sarà colllocata, fino al 30 settembre, proprio nel punto in cui approdano le navi che soccorrono i migranti.
«L’ho pensata per Lampedusa perché, andando in quest’isola, ho fatto un viaggio al contrario - spiega l'artista Domenico Pellegrino parlando della sua installazione realizzata in laminato di zinco 6 mm, con luci Led a basso voltaggio che brillano sott’acqua. - Ho percorso la rotta dei viaggiatori, ma anche degli immigrati dal mare. Ho pensato a una luce da raggiungere, ma ad una luce che non ha una forma ben precisa. È una via di salvezza nel buio totale della navigazione. Ho come immaginato chi non è riuscito ad arrivare a questa luce, ma se l’è portata dietro. È come se fosse rimasta nella retina dell’occhio l’ultima immagine: la luce della mia terra, la luce della Sicilia».
Quello di Pellegrino è un gesto d'amore e complicità tra l'artista stesso e Lampedusa, un gesto forte per spiegare che «una Sicilia esiste, lotta, si inabissa con i migranti o disegna sentieri di stelle colorate per indicare la strada».
In contemporanea, oltre a Lampedusa, la Cosmogonia di Pellegrino risplenderá in altri lidi e con altre forme: altre due Sicilie si accenderanno, infatti, al parco Cerriolo di Custonaci e sul lungomare di Capo d’Orlando.
Prima di far ritorno sulla regina delle Pelagie, l'ultima opera dell'artista siciliano, aveva toccato altre località, per “ricaricarsi” attraverso i luoghi, le voci e le persone che virtualmente ha incontrato. Com'è accaduto per la Biennale Arcipelago Mediterraneo al porticciolo di Sant’Erasmo, ma anche a Palazzo Branciforte a Palermo, alla Fondazione Orestiadi a Gibellina e allo spazio LOC di Capo D’Orlando.
Il 3 ottobre - giorno in cui si ricordano i 366 morti del naufragio del 2013 - l'isola luminosa verrà sollevata dal fondale per essere collocata sul molo Favaloro e diventare un simbolo di accoglienza e rinascita.
Leggi anche:
• Nasce Arcipelago, la Biennale del Mediterraneo
• Sulle tracce dei migranti con la nuova installazione di Ai Weiwei
La Cosmogonia mediterranea di Domenico Pellegrino è intimamente e storicamente legata all'isola in cui ha preso forma. È una festa di cerchi a colori - che simboleggiano l'eterno ritorno - ma anche di fiori illuminati di giallo, verde, rosa, espressione di pace e di accoglienza, che accendono le profondità dell'isola distesa tra l'Italia e l'Africa, non distante dalla Porta d'Europa, l'omaggio di Mimmo Paladino ai migranti.
Pensata per Lampedusa e adagiata per un solo giorno, nel luglio del 2016, nei fondali della Guitgia, l'installazione subacquea - immaginata dall’artista per raccontare una vera e propria “visione sottosopra” del Mediterraneo - dopo un viaggio di un anno in giro per la Sicilia, sarà colllocata, fino al 30 settembre, proprio nel punto in cui approdano le navi che soccorrono i migranti.
«L’ho pensata per Lampedusa perché, andando in quest’isola, ho fatto un viaggio al contrario - spiega l'artista Domenico Pellegrino parlando della sua installazione realizzata in laminato di zinco 6 mm, con luci Led a basso voltaggio che brillano sott’acqua. - Ho percorso la rotta dei viaggiatori, ma anche degli immigrati dal mare. Ho pensato a una luce da raggiungere, ma ad una luce che non ha una forma ben precisa. È una via di salvezza nel buio totale della navigazione. Ho come immaginato chi non è riuscito ad arrivare a questa luce, ma se l’è portata dietro. È come se fosse rimasta nella retina dell’occhio l’ultima immagine: la luce della mia terra, la luce della Sicilia».
Quello di Pellegrino è un gesto d'amore e complicità tra l'artista stesso e Lampedusa, un gesto forte per spiegare che «una Sicilia esiste, lotta, si inabissa con i migranti o disegna sentieri di stelle colorate per indicare la strada».
In contemporanea, oltre a Lampedusa, la Cosmogonia di Pellegrino risplenderá in altri lidi e con altre forme: altre due Sicilie si accenderanno, infatti, al parco Cerriolo di Custonaci e sul lungomare di Capo d’Orlando.
Prima di far ritorno sulla regina delle Pelagie, l'ultima opera dell'artista siciliano, aveva toccato altre località, per “ricaricarsi” attraverso i luoghi, le voci e le persone che virtualmente ha incontrato. Com'è accaduto per la Biennale Arcipelago Mediterraneo al porticciolo di Sant’Erasmo, ma anche a Palazzo Branciforte a Palermo, alla Fondazione Orestiadi a Gibellina e allo spazio LOC di Capo D’Orlando.
Il 3 ottobre - giorno in cui si ricordano i 366 morti del naufragio del 2013 - l'isola luminosa verrà sollevata dal fondale per essere collocata sul molo Favaloro e diventare un simbolo di accoglienza e rinascita.
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