Dal 4 maggio all'11 settembre
Il MAST racconta l'Emilia Romagna al lavoro
Michelangelo Antonioni, fotografia di scena tratta dal film “Il deserto rosso”, 1964 A still from the film “Red Desert” © Ferrara, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Michelangelo Antonioni Archive
Ludovica Sanfelice
04/05/2016
Bologna -
Il MAST presenta una nuova mostra fotografica dal titolo “Ceramica, latte, macchine e logistica - Fotografie dell'Emilia-Romagna al lavoro”, che porta la firma del curatore Urs Stahel.
Circa 200 immagini, realizzate da 16 maestri della fotografia italia e internazionale in parte frutto di prestiti, in parte estratte dall'archivio della collezione MAST, sono disposte lungo il percorso secondo un criterio di contrapposizione. Si racconta così una frattura tra le vecchie industrie smantellate e avviate all'estinzione e i nuovi impianti ad altissimo contenuto tecnologico; il paesaggio rurale e antico contro le nuove aree urbane su cui domina un terziario avanzato.
La profonda impronta curatoriale organizza infatti l'esposizione attorno ad una complessa riflessione che investe le sfere dello sviluppo economico e paesaggistico che negli ultimi decenni hanno interessato il mondo e anche l'Emilia Romagna qui osservata da vicino nei suoi mutamenti, nelle metamorfosi dei processi produttivi e nel conseguente fenomeno di accelerazione dovuto all'impiego massiccio della tecnologia.
Stahel paragona la mostra ad un'istantanea della quiete prima della tempesta. Tempesta identificata con la rivoluzione dei processi produttivi che finiranno per escludere l'uomo: quell'operaio bolognese ritratto da Enrico Pasquali, scelto per aprire il percorso.
L'accelerazione si coglie negli scatti di attrezzi, macchinari, dispositivi, e anche di stabilimenti dismessi immortalati da Gabriele Basilico o William Guerrieri, delle lavorazioni tradizionali descritte da Paola De Pietri fino alle industrie modernissime di Carlo Valsecchi.
L'accelerazione invade quindi il paesaggio, lo modifica uscendo per strada dove correrà sulle nuove linee ferroviarie ad alta velocità immortalate in costruzione nelle serie di Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr e Bas Princen, e presentate in contrasto con le immagini nostalgiche del Delta del Po realizzate da Marco Zanta.
Questi stravolgimenti entrano infine nelle case, si insinuano nelle nuove abitudini che ci dispongono in lunghe code alle casse dei centri commerciali come quelli catturati da Olivo Barbieri a Cavriago.
E' questa l'istantanea che ritrae l'attesa del nuovo.
Dal 4 maggio all'11 settembre.
Consulta anche:
Guida d'arte di Bologna
Circa 200 immagini, realizzate da 16 maestri della fotografia italia e internazionale in parte frutto di prestiti, in parte estratte dall'archivio della collezione MAST, sono disposte lungo il percorso secondo un criterio di contrapposizione. Si racconta così una frattura tra le vecchie industrie smantellate e avviate all'estinzione e i nuovi impianti ad altissimo contenuto tecnologico; il paesaggio rurale e antico contro le nuove aree urbane su cui domina un terziario avanzato.
La profonda impronta curatoriale organizza infatti l'esposizione attorno ad una complessa riflessione che investe le sfere dello sviluppo economico e paesaggistico che negli ultimi decenni hanno interessato il mondo e anche l'Emilia Romagna qui osservata da vicino nei suoi mutamenti, nelle metamorfosi dei processi produttivi e nel conseguente fenomeno di accelerazione dovuto all'impiego massiccio della tecnologia.
Stahel paragona la mostra ad un'istantanea della quiete prima della tempesta. Tempesta identificata con la rivoluzione dei processi produttivi che finiranno per escludere l'uomo: quell'operaio bolognese ritratto da Enrico Pasquali, scelto per aprire il percorso.
L'accelerazione si coglie negli scatti di attrezzi, macchinari, dispositivi, e anche di stabilimenti dismessi immortalati da Gabriele Basilico o William Guerrieri, delle lavorazioni tradizionali descritte da Paola De Pietri fino alle industrie modernissime di Carlo Valsecchi.
L'accelerazione invade quindi il paesaggio, lo modifica uscendo per strada dove correrà sulle nuove linee ferroviarie ad alta velocità immortalate in costruzione nelle serie di Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr e Bas Princen, e presentate in contrasto con le immagini nostalgiche del Delta del Po realizzate da Marco Zanta.
Questi stravolgimenti entrano infine nelle case, si insinuano nelle nuove abitudini che ci dispongono in lunghe code alle casse dei centri commerciali come quelli catturati da Olivo Barbieri a Cavriago.
E' questa l'istantanea che ritrae l'attesa del nuovo.
Dal 4 maggio all'11 settembre.
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