Dal 3 dicembre al 26 febbraio al Museo Morandi
Un Morandi "privato" in arrivo a Bologna. In mostra le opere della Collezione Antonio e Matilde Catanese
Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese, Veduta della mostra al Museo Morandi | Foto: © Ornella De Carlo | Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi
Samantha De Martin
01/12/2022
Bologna - Un raro autoritratto del 1914 che ritrae Giorgio Morandi a soli 24 anni, con un berretto calato sul capo, avvolto in un capospalla nero che lo ripara dal freddo della stagione invernale, lo stupore infantile di chi rimane a bocca socchiusa di fonte alla magia di un incanto.
E poi una sfilata di fiori e nature morte realizzate tra il 1918 e il 1959, interessanti per risalire allo sviluppo della ricerca del raffinato maestro di vasi, ciotole e bottiglie.
E ancora i paesaggi, come La strada bianca dipinto a Grizzana e ripreso in alcune varianti nel 1939 e nel 1941.
Sono solo alcune delle 27 opere provenienti dalla collezione privata di Antonio e Matilde Catanese, pronte a mostrarsi ai visitatori del Museo Morandi di Bologna dal 3 dicembre al 26 febbraio in occasione della mostra Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese.
A partire dagli anni Sessanta gli appassionati coniugi iniziano ad acquistare i primi Morandi, dando prova del loro gusto raffinato e lungimirante in una città come Milano, che nel Novecento ebbe un ruolo fondamentale nel mondo dell’arte e del collezionismo. Un’attitudine, quella dei coniugi Catanese verso la produzione di Giorgio Morandi, ben descritta da Antonio in alcuni passaggi dell’intervista concessa alla curatrice della mostra Mariella Gnani.
Giorgio Morandi, Autoritratto,1914, Olio su tela, 35 x 44 cm, Collezione Antonio e Matilde Catanese © Giorgio Morandi by SIAE, 2022
“Di fronte ad un’opera di Morandi - confessa Catanese - mi sento un soggetto attivo, non passivo, come non mi accade per altri autori, se pur importanti, che ho scelto e di cui mi circondo. Ma con Morandi è diverso. La sua pittura mi costringe all’osservazione prolungata del soggetto. Ad ogni riflessione sulla pennellata, sulla lieve variazione di colore, sulla polvere percepita, sento che devo rimanere più a lungo, ritornare con il pensiero per cogliere di più”.
La mostra al Museo Morandi nasce dal desiderio della famiglia Catanese di condividere con il pubblico parte della propria collezione e dalla volontà dei figli di esprimere nei confronti dei genitori tutta la loro gratitudine per aver avuto la possibilità di affinare la propria sensibilità a contatto con simili capolavori.
Così passeggiando in questo “microcosmo esemplare per decifrare e intendere l’attività di Morandi”, come la storica dell’arte Maria Cristina Bandera definisce la collezione Catanese, è possibile ripercorrere l’intera attività del maestro bolognese, le tecniche e le tematiche trattate dall'artista, apprezzando l'indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte. A partire dal raro Autoritratto giovanile del 1914, opera di primaria importanza, già collezione Valdameri, il pubblico attraverserà nature morte, fiori e paesaggi che permettono di seguire lo sviluppo della ricerca del maestro che seppe conservare la resa realistica dei propri soggetti malgrado la semplificazione quasi cezanniana delle loro forme.
Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese, Veduta della mostra al Museo Morandi | Foto: © Ornella De Carlo | Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi
Tra i dieci lavori - oli, acquerelli e incisioni - che privilegiano il tema dei fiori tanto caro a Morandi, spicca un acquerello del 1918, esemplare di rara maestria che testimonia una capacità tecnica già pienamente acquisita. Molte delle opere esposte vantano anche un’illustre storia collezionistica, come il Paesaggio del 1941 transitato dall’importante raccolta di Pietro Feroldi a quella di Gianni Mattioli e approdato in seguito in quella dei coniugi Plaza; e ancora i Fiori di collezione Jucker, o ancora la Natura morta del 1940 già nella collezione Rockefeller.
“Dipingo e incido paesi e nature morte” scriveva Morandi a proposito delle acqueforti, tecnica che maneggiò da autodidatta in modo magistrale e che considerò sempre come un linguaggio parallelo alla pittura. Ad accompagnare la mostra sarà una pubblicazione edita da Silvana Editoriale, con testi critici di Mariella Gnani, Maria Cristina Bandera, Luca Cecchetto, Federica Bucolini, Paolo Triolo, Sabrina Burattini, Laura Valentini, e le schede delle 90 opere appartenenti alla collezione Catanese a cura di Stella Seitun.
L’esposizione si potrà visitare martedì e mercoledì dalle 14 alle 19, giovedì dalle 14 alle 20, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.
Leggi anche:
• Giorgio Morandi e Luigi Magnani: storia di un'amicizia (e di una collezione) in mostra a Londra
E poi una sfilata di fiori e nature morte realizzate tra il 1918 e il 1959, interessanti per risalire allo sviluppo della ricerca del raffinato maestro di vasi, ciotole e bottiglie.
E ancora i paesaggi, come La strada bianca dipinto a Grizzana e ripreso in alcune varianti nel 1939 e nel 1941.
Sono solo alcune delle 27 opere provenienti dalla collezione privata di Antonio e Matilde Catanese, pronte a mostrarsi ai visitatori del Museo Morandi di Bologna dal 3 dicembre al 26 febbraio in occasione della mostra Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese.
A partire dagli anni Sessanta gli appassionati coniugi iniziano ad acquistare i primi Morandi, dando prova del loro gusto raffinato e lungimirante in una città come Milano, che nel Novecento ebbe un ruolo fondamentale nel mondo dell’arte e del collezionismo. Un’attitudine, quella dei coniugi Catanese verso la produzione di Giorgio Morandi, ben descritta da Antonio in alcuni passaggi dell’intervista concessa alla curatrice della mostra Mariella Gnani.
Giorgio Morandi, Autoritratto,1914, Olio su tela, 35 x 44 cm, Collezione Antonio e Matilde Catanese © Giorgio Morandi by SIAE, 2022
“Di fronte ad un’opera di Morandi - confessa Catanese - mi sento un soggetto attivo, non passivo, come non mi accade per altri autori, se pur importanti, che ho scelto e di cui mi circondo. Ma con Morandi è diverso. La sua pittura mi costringe all’osservazione prolungata del soggetto. Ad ogni riflessione sulla pennellata, sulla lieve variazione di colore, sulla polvere percepita, sento che devo rimanere più a lungo, ritornare con il pensiero per cogliere di più”.
La mostra al Museo Morandi nasce dal desiderio della famiglia Catanese di condividere con il pubblico parte della propria collezione e dalla volontà dei figli di esprimere nei confronti dei genitori tutta la loro gratitudine per aver avuto la possibilità di affinare la propria sensibilità a contatto con simili capolavori.
Così passeggiando in questo “microcosmo esemplare per decifrare e intendere l’attività di Morandi”, come la storica dell’arte Maria Cristina Bandera definisce la collezione Catanese, è possibile ripercorrere l’intera attività del maestro bolognese, le tecniche e le tematiche trattate dall'artista, apprezzando l'indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte. A partire dal raro Autoritratto giovanile del 1914, opera di primaria importanza, già collezione Valdameri, il pubblico attraverserà nature morte, fiori e paesaggi che permettono di seguire lo sviluppo della ricerca del maestro che seppe conservare la resa realistica dei propri soggetti malgrado la semplificazione quasi cezanniana delle loro forme.
Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese, Veduta della mostra al Museo Morandi | Foto: © Ornella De Carlo | Courtesy Settore Musei Civici Bologna | Museo Morandi
Tra i dieci lavori - oli, acquerelli e incisioni - che privilegiano il tema dei fiori tanto caro a Morandi, spicca un acquerello del 1918, esemplare di rara maestria che testimonia una capacità tecnica già pienamente acquisita. Molte delle opere esposte vantano anche un’illustre storia collezionistica, come il Paesaggio del 1941 transitato dall’importante raccolta di Pietro Feroldi a quella di Gianni Mattioli e approdato in seguito in quella dei coniugi Plaza; e ancora i Fiori di collezione Jucker, o ancora la Natura morta del 1940 già nella collezione Rockefeller.
“Dipingo e incido paesi e nature morte” scriveva Morandi a proposito delle acqueforti, tecnica che maneggiò da autodidatta in modo magistrale e che considerò sempre come un linguaggio parallelo alla pittura. Ad accompagnare la mostra sarà una pubblicazione edita da Silvana Editoriale, con testi critici di Mariella Gnani, Maria Cristina Bandera, Luca Cecchetto, Federica Bucolini, Paolo Triolo, Sabrina Burattini, Laura Valentini, e le schede delle 90 opere appartenenti alla collezione Catanese a cura di Stella Seitun.
L’esposizione si potrà visitare martedì e mercoledì dalle 14 alle 19, giovedì dalle 14 alle 20, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.
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