La Vittoria Alata restaurata torna in città nel rinnovato Capitolium
A Brescia è il giorno della Vittoria
Il bronzo della Vittoria Alata di Brescia torna al Capitolium di Brescia nel nuovo allestimento realizzato da Juan Navarro Baldeweg, dopo un intervento di restauro durato oltre due anni. Credits: Archivio fotografico Musei di Brescia ©Fotostudio Rapuzzi
Samantha De Martin
17/12/2020
Brescia - Si è fatta attendere per oltre due anni, come una dama preziosa. Ma adesso che la signora di Brescia, planando sulla città con le sue ali piumate, rese ancora più morbide dal restauro, ha conquistato il suo nuovo posto, nella cella orientale del Capitolium, il suo abbraccio con il pubblico è davvero un momento che commuove.
Entrando nella sala dove grandeggia solitaria nell’inedito allestimento curato dall'architetto Juan Navarro Baldeweg, che si pone all’avanguardia nella museografia internazionale, sembra di sentirne il fruscio.
Oggi saranno in pochi a poterla ammirare, è vero, dal momento che la Vittoria alata si mostrerà al pubblico, nel nuovo allestimento progettato dall’architetto spagnolo, solo con la riapertura dei musei a partire dal 16 gennaio 2021.
Ma da oggi la scultura torna ufficialmente a riabbracciare la città di cui è sempre stata icona e simbolo, a grandeggiare trionfante, più imponente che mai, a proteggere con le sue ali una popolazione duramente sferzata dalla pandemia.
Il grande giorno è arrivato. Dopo una lunga assenza, al termine del restauro condotto a Firenze dall’Opificio delle Pietre Dure, il monumentale bronzo romano modellato e fuso intorno alla metà del I secolo d.C, si presenta ufficialmente alla sua città, in splendida forma dopo il restyling fiorentino.
"La collocazione della Vittoria alata al centro del Tempio Capitolino è un punto di arrivo e al tempo stesso il punto di forza di un programma che vuole riportare l'attenzione su Brescia come città d'arte, a partire dallo straordinario patrimonio romano" afferma Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei. "Brescia, che fu una delle capitali dell'impero romano del Nord, custodisce un immenso parco archeologico, il Museo di Santa Giulia, il Teatro romano. Un patrimonio museale, ancora poco conosciuto al di fuori della città, che rappresenta un grandissimo asset per lo sviluppo socio-economico di Brescia".
Frutto di un impegno che ha visto coinvolti enti pubblici, associazioni di categoria e aziende private del territorio, il restauro della Vittoria alata e il nuovo allestimento museale - a cui fa da sponda un ricco programma di mostre ed eventi che si protrarrà fino al 2022, messo a punto da Fondazione Brescia Musei-, sono la prova tangibile che l'esperimento ha funzionato.
Ma quali sono le basi su cui poggia la formula vincente?
"Brescia ha un'importante tradizione di partecipazione alla cosa pubblica anche da parte degli attori privati, un solido associazionismo e un'associazione degli industriali molto attiva. Si tratta di valori propri della comunità locale bresciana che esprime un forte spirito di identità" afferma Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei. "Noi di Fondazione Brescia Musei abbiamo lavorato a un progetto culturale strategico pluriennale, basato sulla valorizzazione della comunità e della città di Brescia, e non solo dei suoi musei, attraverso la promozione dei cespiti più importanti del patrimonio museale individuati tra quelli che potevano esprimere un valore anche internazionale per la loro iconicità. E in questo senso la Vittoria Alata è l'elemento detonate della cultura romana della città di Brescia".
Leggi anche: Si scaldano i motori dell'Alleanza per la Cultura grazie alla regia della Fondazione Brescia Musei
Nell'abbraccio della Vittoria
Entrando nello spazio astratto, simbolico, tettonico e illusorio - concepito all’interno del Capitolium da Navarro Baldeweg per creare incanto attraverso un gioco di contrasti che conferisce allo spazio una certa vitalità interna - l’effetto è potente. La statua, avvolta da una pelle di mattoni rossi con linee orizzontali in malta, svetta non al centro della sala, ma leggermente spostata di lato per facilitare l’incontro laterale con gli spettatori che arrivano.
Il suo piedistallo cilindrico, su base antisismica, in marmo di botticino bianco (il calcare locale con il quale è realizzata tutta la città monumentale romana), simile a un cordone ombelicale, rinnova il legame con la sua Brescia.
A far brillare il bronzo è una grande luna solitaria, un’unica lampada composta da diversi corpi illuminanti, sospesa nello spazio a conferire all’aula una dimensione fuori dal tempo.
Fate caso a uno dei faretti. Orientato verso la parete orientale, crea un’ellisse di luce con l’intenzione di insinuare l’idea dello scudo ellittico mancante che la statua sosteneva anticamente tra le mani e sul quale aveva scritto il nome del vincitore.
Il pavimento in terrazzo veneziano è stato trattato alla maniera dei terrazzi romani, leggermente al di sopra di quello originale, lasciando libera una zona di pavimento romano vicino all’altare. Anche il soffitto è stato rialzato al massimo possibile per dare una sensazione di spazio aperto in verticale.
La Vittoria Alata dopo il restauro, nel Capitolium con il nuovo allestimento di Juan Navarro Baldeweg | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Archivio fotografico Musei di Brescia
Il nuovo allestimento accoglie anche le cornici ritrovate nell’area archeologica assieme alla Vittoria, quella la sera del 20 luglio 1826, nell’intercapedine tra due muri del Capitolium, forse occultate assieme alla statua per essere preservate da eventuali distruzioni.
Il visitatore le potrà ammirare esposte in un tavolo-vetrina, mentre altri frammenti di cornici sono disposti sulla parete occidentale della cella, secondo uno schema pensato dall’architetto per richiamare la geometria delle decorazioni di età romana.
“È un intervento che credo susciti una sensazione molto diversa da quella della scultura in bronzo. È un sentimento di architettura aerea, di vibrazione, di ritmo conferito a un’immagine piuttosto seria e imponente. Credo tutto questo susciti la percezione di un luogo speciale, la cui vitalità scaturisce dal contrasto” spiega l’architetto Juan Navarro Baldeweg.
Ed eccolo il bronzo che ha inspirato i versi di Carducci e di D’Annunzio, alto poco più di due metri, il chitone leggero, l’acconciatura raffinata, una fascia illuminata da agemine in argento, che riproducono rosette e foglie di olivo, le vaporose ali piumate.
La Vittoria Alata dopo il restauro, nel Capitolium con il nuovo allestimento di Juan Navarro Baldeweg | Foto: © Fotostudio Rapuzzi | Courtesy Archivio fotografico Musei di Brescia
“L’intervento condotto all’Opificio delle Pietre dure di Firenze - spiega l’archeologa Francesca Morandini, responsabile del Servizio collezioni e aree archeologiche presso i Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia - ha confermato che la statua, realizzata in un unico momento, modellata e fusa intorno alla metà del I secolo d.C, fu concepita sin dall’inizio come Vittoria Alata”.
Marco Ciatti, soprintendente dell' Opificio delle Pietre Dure si sofferma sul complesso restauro che ha portato a un notevole incremento delle conoscenze sulla Vittoria alata. "La statua, in parte offuscata dal passaggio del tempo e da interventi dell’uomo, ha ritrovato la sua luce. Abbiamo provveduto allo svuotamento dei materiali che nell’Ottocento erano stati messi all’interno e che iniziavano ad aggredire il bronzo. Affascinante è stata anche la pulitura della superficie, in ottime condizioni, sebbene leggermente ottenebrata da una patinatura dell’antico restauro. L’intervento ha permesso di riscoprire la finezza di certi dettagli, dai capelli alle ali”.
Vittoria Alata, Restauro all'opificio delle Pietre Dure
Un progetto "corale"
Il ritorno a Brescia della Vittoria Alata è il risultato di un progetto corale, che ha visto una straordinaria, virtuosa alleanza tra pubblico e privato (il restauro, costato oltre due milioni di euro è stato sostenuto al 51% dai privati tramite Art bonus e sponsorizzazioni tecniche).
L’iniziativa è sostenuta dall’innovativo patto pubblico-privato Alleanza per la Cultura di Fondazione Brescia Musei, a sostegno della valorizzazione e promozione del patrimonio artistico cittadino e dei grandi eventi culturali di Fondazione Brescia Musei.
Un ricco calendario di appuntamenti per celebrare il ritorno della Vittoria Alata
La Vittoria Alata non torna a Brescia da sola. Il progetto ha davanti a sé un lungo cammino narrativo attraverso mostre, convegni, pubblicazioni e persino uno spettacolo teatrale itinerante. “Calma musa immortale. Albe di Vittorie” sarà infatti un viaggio nel tempo, in scena nei primi due fine settimana dopo la riapertura, a cura del Centro Teatrale Bresciano diretto da Gian Mario Bandera.
Per festeggiare la il ritorno del bronzo, la Fondazione Brescia Musei ha pensato a un nutrito palinsesto di eventi espositivi al Museo di Santa Giulia e al Capitolium, inaugurato già nell’estate del 2019, nell’ambito del Brescia Photo Festival, con la mostra Dea. La Vittoria alata dalle immagini d’archivio a Galimberti, che ne ripercorreva la storia fotografica.
Nell’ambito delle mostre, proseguirà fino al 5 aprile l’esposizione dedicata all’architetto Navarro Baldeweg, Architettura, pittura, scultura; mentre dal 5 marzo 2021 Alfred Seiland sarà al centro del percorso fotografico Imperium Romanum. Fotografie 2005-2020. Ad aprile 2021 Francesco Vezzoli sarà nella sua Brescia per rendere omaggio alla Vittoria Alata con Palcoscenici archeologici, una serie di interventi curatoriali dedicati alla scultura.
Il lungo viaggio di un mito sarà invece la grande mostra dedicata alla metamorfosi del bronzo, in programma dal 24 settembre 2021 al 30 gennaio 2022, mentre nel 2022 una retrospettiva di Emilio Isgrò per Santa Giulia riporterà l’artista in città, dopo il suo recente intervento Incancellabile Vittoria, pensato per la parete nord della fermata ‘Stazione FS’ della Metropolitana di Brescia.
E così, dopo essere stata festeggiata da Topolino con la storia Topolino e l’avventura della Minni Alata, che ne ripercorre il mito lungo duemila anni, dopo essere finita sul francobollo celebrativo emesso dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che raffigura la Vittoria Alata in grafica stilizzata, il bronzo aspetta adesso di tornare a incontrare il suo pubblico. Quando ancora non si sa. Certo l’abbraccio ideale, sotto le sue imponenti ali, sarà potente. All’insegna della riscoperta e di una collettiva rinascita.
Emilio Isgrò, Incancellabile Vittoria, 2020. Stazione FS della metropolitana di Brescia. Foto: © Alessandra Chemollo
Leggi anche:
• La Vittoria Alata di Brescia: storia del capolavoro che stregò D'Annunzio e Napoleone
• La Vittoria Alata torna a Brescia. La città riparte dalla luce di Jean Navarro Baldeweg
• Sulle ali della Vittoria: a Brescia il 2020 è nel segno dell'archeologia
Entrando nella sala dove grandeggia solitaria nell’inedito allestimento curato dall'architetto Juan Navarro Baldeweg, che si pone all’avanguardia nella museografia internazionale, sembra di sentirne il fruscio.
Oggi saranno in pochi a poterla ammirare, è vero, dal momento che la Vittoria alata si mostrerà al pubblico, nel nuovo allestimento progettato dall’architetto spagnolo, solo con la riapertura dei musei a partire dal 16 gennaio 2021.
Ma da oggi la scultura torna ufficialmente a riabbracciare la città di cui è sempre stata icona e simbolo, a grandeggiare trionfante, più imponente che mai, a proteggere con le sue ali una popolazione duramente sferzata dalla pandemia.
Il grande giorno è arrivato. Dopo una lunga assenza, al termine del restauro condotto a Firenze dall’Opificio delle Pietre Dure, il monumentale bronzo romano modellato e fuso intorno alla metà del I secolo d.C, si presenta ufficialmente alla sua città, in splendida forma dopo il restyling fiorentino.
"La collocazione della Vittoria alata al centro del Tempio Capitolino è un punto di arrivo e al tempo stesso il punto di forza di un programma che vuole riportare l'attenzione su Brescia come città d'arte, a partire dallo straordinario patrimonio romano" afferma Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei. "Brescia, che fu una delle capitali dell'impero romano del Nord, custodisce un immenso parco archeologico, il Museo di Santa Giulia, il Teatro romano. Un patrimonio museale, ancora poco conosciuto al di fuori della città, che rappresenta un grandissimo asset per lo sviluppo socio-economico di Brescia".
Frutto di un impegno che ha visto coinvolti enti pubblici, associazioni di categoria e aziende private del territorio, il restauro della Vittoria alata e il nuovo allestimento museale - a cui fa da sponda un ricco programma di mostre ed eventi che si protrarrà fino al 2022, messo a punto da Fondazione Brescia Musei-, sono la prova tangibile che l'esperimento ha funzionato.
Ma quali sono le basi su cui poggia la formula vincente?
"Brescia ha un'importante tradizione di partecipazione alla cosa pubblica anche da parte degli attori privati, un solido associazionismo e un'associazione degli industriali molto attiva. Si tratta di valori propri della comunità locale bresciana che esprime un forte spirito di identità" afferma Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei. "Noi di Fondazione Brescia Musei abbiamo lavorato a un progetto culturale strategico pluriennale, basato sulla valorizzazione della comunità e della città di Brescia, e non solo dei suoi musei, attraverso la promozione dei cespiti più importanti del patrimonio museale individuati tra quelli che potevano esprimere un valore anche internazionale per la loro iconicità. E in questo senso la Vittoria Alata è l'elemento detonate della cultura romana della città di Brescia".
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Nell'abbraccio della Vittoria
Entrando nello spazio astratto, simbolico, tettonico e illusorio - concepito all’interno del Capitolium da Navarro Baldeweg per creare incanto attraverso un gioco di contrasti che conferisce allo spazio una certa vitalità interna - l’effetto è potente. La statua, avvolta da una pelle di mattoni rossi con linee orizzontali in malta, svetta non al centro della sala, ma leggermente spostata di lato per facilitare l’incontro laterale con gli spettatori che arrivano.
Il suo piedistallo cilindrico, su base antisismica, in marmo di botticino bianco (il calcare locale con il quale è realizzata tutta la città monumentale romana), simile a un cordone ombelicale, rinnova il legame con la sua Brescia.
A far brillare il bronzo è una grande luna solitaria, un’unica lampada composta da diversi corpi illuminanti, sospesa nello spazio a conferire all’aula una dimensione fuori dal tempo.
Fate caso a uno dei faretti. Orientato verso la parete orientale, crea un’ellisse di luce con l’intenzione di insinuare l’idea dello scudo ellittico mancante che la statua sosteneva anticamente tra le mani e sul quale aveva scritto il nome del vincitore.
Il pavimento in terrazzo veneziano è stato trattato alla maniera dei terrazzi romani, leggermente al di sopra di quello originale, lasciando libera una zona di pavimento romano vicino all’altare. Anche il soffitto è stato rialzato al massimo possibile per dare una sensazione di spazio aperto in verticale.
La Vittoria Alata dopo il restauro, nel Capitolium con il nuovo allestimento di Juan Navarro Baldeweg | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Archivio fotografico Musei di Brescia
Il nuovo allestimento accoglie anche le cornici ritrovate nell’area archeologica assieme alla Vittoria, quella la sera del 20 luglio 1826, nell’intercapedine tra due muri del Capitolium, forse occultate assieme alla statua per essere preservate da eventuali distruzioni.
Il visitatore le potrà ammirare esposte in un tavolo-vetrina, mentre altri frammenti di cornici sono disposti sulla parete occidentale della cella, secondo uno schema pensato dall’architetto per richiamare la geometria delle decorazioni di età romana.
“È un intervento che credo susciti una sensazione molto diversa da quella della scultura in bronzo. È un sentimento di architettura aerea, di vibrazione, di ritmo conferito a un’immagine piuttosto seria e imponente. Credo tutto questo susciti la percezione di un luogo speciale, la cui vitalità scaturisce dal contrasto” spiega l’architetto Juan Navarro Baldeweg.
Ed eccolo il bronzo che ha inspirato i versi di Carducci e di D’Annunzio, alto poco più di due metri, il chitone leggero, l’acconciatura raffinata, una fascia illuminata da agemine in argento, che riproducono rosette e foglie di olivo, le vaporose ali piumate.
La Vittoria Alata dopo il restauro, nel Capitolium con il nuovo allestimento di Juan Navarro Baldeweg | Foto: © Fotostudio Rapuzzi | Courtesy Archivio fotografico Musei di Brescia
“L’intervento condotto all’Opificio delle Pietre dure di Firenze - spiega l’archeologa Francesca Morandini, responsabile del Servizio collezioni e aree archeologiche presso i Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia - ha confermato che la statua, realizzata in un unico momento, modellata e fusa intorno alla metà del I secolo d.C, fu concepita sin dall’inizio come Vittoria Alata”.
Marco Ciatti, soprintendente dell' Opificio delle Pietre Dure si sofferma sul complesso restauro che ha portato a un notevole incremento delle conoscenze sulla Vittoria alata. "La statua, in parte offuscata dal passaggio del tempo e da interventi dell’uomo, ha ritrovato la sua luce. Abbiamo provveduto allo svuotamento dei materiali che nell’Ottocento erano stati messi all’interno e che iniziavano ad aggredire il bronzo. Affascinante è stata anche la pulitura della superficie, in ottime condizioni, sebbene leggermente ottenebrata da una patinatura dell’antico restauro. L’intervento ha permesso di riscoprire la finezza di certi dettagli, dai capelli alle ali”.
Vittoria Alata, Restauro all'opificio delle Pietre Dure
Un progetto "corale"
Il ritorno a Brescia della Vittoria Alata è il risultato di un progetto corale, che ha visto una straordinaria, virtuosa alleanza tra pubblico e privato (il restauro, costato oltre due milioni di euro è stato sostenuto al 51% dai privati tramite Art bonus e sponsorizzazioni tecniche).
L’iniziativa è sostenuta dall’innovativo patto pubblico-privato Alleanza per la Cultura di Fondazione Brescia Musei, a sostegno della valorizzazione e promozione del patrimonio artistico cittadino e dei grandi eventi culturali di Fondazione Brescia Musei.
Un ricco calendario di appuntamenti per celebrare il ritorno della Vittoria Alata
La Vittoria Alata non torna a Brescia da sola. Il progetto ha davanti a sé un lungo cammino narrativo attraverso mostre, convegni, pubblicazioni e persino uno spettacolo teatrale itinerante. “Calma musa immortale. Albe di Vittorie” sarà infatti un viaggio nel tempo, in scena nei primi due fine settimana dopo la riapertura, a cura del Centro Teatrale Bresciano diretto da Gian Mario Bandera.
Per festeggiare la il ritorno del bronzo, la Fondazione Brescia Musei ha pensato a un nutrito palinsesto di eventi espositivi al Museo di Santa Giulia e al Capitolium, inaugurato già nell’estate del 2019, nell’ambito del Brescia Photo Festival, con la mostra Dea. La Vittoria alata dalle immagini d’archivio a Galimberti, che ne ripercorreva la storia fotografica.
Nell’ambito delle mostre, proseguirà fino al 5 aprile l’esposizione dedicata all’architetto Navarro Baldeweg, Architettura, pittura, scultura; mentre dal 5 marzo 2021 Alfred Seiland sarà al centro del percorso fotografico Imperium Romanum. Fotografie 2005-2020. Ad aprile 2021 Francesco Vezzoli sarà nella sua Brescia per rendere omaggio alla Vittoria Alata con Palcoscenici archeologici, una serie di interventi curatoriali dedicati alla scultura.
Il lungo viaggio di un mito sarà invece la grande mostra dedicata alla metamorfosi del bronzo, in programma dal 24 settembre 2021 al 30 gennaio 2022, mentre nel 2022 una retrospettiva di Emilio Isgrò per Santa Giulia riporterà l’artista in città, dopo il suo recente intervento Incancellabile Vittoria, pensato per la parete nord della fermata ‘Stazione FS’ della Metropolitana di Brescia.
E così, dopo essere stata festeggiata da Topolino con la storia Topolino e l’avventura della Minni Alata, che ne ripercorre il mito lungo duemila anni, dopo essere finita sul francobollo celebrativo emesso dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che raffigura la Vittoria Alata in grafica stilizzata, il bronzo aspetta adesso di tornare a incontrare il suo pubblico. Quando ancora non si sa. Certo l’abbraccio ideale, sotto le sue imponenti ali, sarà potente. All’insegna della riscoperta e di una collettiva rinascita.
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