Dal 24 marzo al 27 agosto nella Capitale italiana della Cultura
Al via il Brescia Photo Festival 2023. Ecco gli appuntamenti da non perdere
Axel Hütte, Pietra Grande, 2022
Francesca Grego
24/03/2023
Brescia - Per il sesto anno il Brescia Photo Festival torna sulla breccia, in un’edizione ricca ed eclettica diretta da Renato Corsini. Dal 24 marzo al 27 agosto la fotografia sarà sul palcoscenico della Capitale italiana della Cultura in un ambizioso programma espositivo, spaziando dal paesaggio all’attualità con grandi nomi e progetti di ampio respiro.
Evento di spicco della kermesse 2023 sarà la mostra La luce della montagna, inaugurata oggi al Museo di Santa Giulia e in corso fino al prossimo 25 giugno: 120 immagini per quattro grandi fotografi - Vittorio Sella, Martin Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte - che hanno documentato il mondo delle vette come pochi altri. Quest’anno il Photo Festival raggiunge anche Bergamo, che condivide con Brescia il titolo di Capitale della Cultura 2023. E anche qui la montagna è protagonista: nell’esposizione Vette di luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie un racconto fotografico realizzato per l’occasione dall’artista contemporaneo e alpinista giapponese dialogheranno con preziosi dipinti del XIX secolo conservati all’Accademia Carrara o nelle collezioni del CAI.
David LaChapelle, The Last Supper, 2003 © David LaChapelle
Tornando a Brescia, fino al 21 maggio, al Mo.Ca. - Centro delle nuove Culture Cose mai viste svelerà al pubblico circa 100 scatti inediti del maestro Gianni Berengo Gardin, stampati per l’occasione in camera oscura su carta ai sali d’argento. Dalla Svezia a Venezia, da Mosca a Parigi, fino all’Andalusia, il celebre fotografo italiano ci invita a ripercorrere le sue poliedriche ricerche, toccandone i temi principali: l’indagine sociale e la vita quotidiana, il paesaggio, l’architettura, il mondo del lavoro, in un appassionante viaggio attraverso 70 anni di carriera.
Gianni Berengo Gardin, Central Park, New York, 1969 © Gianni Berengo Gardin I Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
Natura fragile, in programma dal 24 marzo al 18 giugno, riunirà invece le immagini di alcuni importanti reporter italiani, come Giuseppe Palmas, Giorgio Lotti, Aldo Durazzi, Giorgio Salomon. Al centro del progetto, la delicatezza dell’ambiente e la furia della natura in occasione di fenomeni come sismi, esondazioni e maremoti: lungo il percorso al Ma.Co.f - Centro della Fotografia italiana rivivremo attraverso l’obiettivo storici episodi come l’alluvione del Polesine del 1951 e quella di Firenze nel ’66, il terremoto del Belice del ’76 e la Tempesta Vaia del 2018.
Giorgio Salomon, Tempesta Vaia, 2016
Sempre al Ma.co.f tre mostre monografiche riporteranno alla ribalta altrettanti talenti della fotografia italiana. Dal 3 giugno al 16 luglio L’archivio ritrovato ricorderà Nicola Sansone, protagonista della vivace stagione del fotogiornalismo iniziata negli anni Cinquanta. In scena i reportage realizzati dal fotografo napoletano in America, Africa, Giappone, Thailandia, Germania e Italia, provenienti dall’archivio personale di Sansone, venuto alla luce solo nel 2020.
Dal 24 giugno al 27 agosto, invece, Istanti di storia presenterà una panoramica completa sulla fotografia di Maurizio Galimberti, noto per i suoi singolari “mosaici” di immagini: Galimberti assembla scatti iconici legati agli eventi cruciali degli ultimi decenni, scomponendoli e ricomponendoli per sottolinearne la forza evocativa.
Federico Garolla, Sophie Malga, 1970
Dal 22 luglio al 27 agosto, sarà la volta di Federico Garolla, un fotografo che negli anni Settanta e Ottanta ha fatto scuola. I percorsi della fotografia presenterà immagini vintage e di grande formato, testimoni di un talento estremamente versatile, capace di spaziare dall’indagine sociale alla moda, fino a celebri ritratti di personaggi del mondo della politica, del cinema e della cultura.
Il Photo Festival continua in provincia: a Marone una mostra renderà omaggio a Lorenzo Antonio Predali (1886-1953) e al suo prezioso archivio, mentre a Concesio, la città natale di papa Paolo VI, il progetto Jamais plus la guerre ricorderà l’impegno del pontefice per la pace.
Beatrice Burlone, Melissa. Forme di Intelligenza Artificiale, Museo di Scienze Naturali
Evento di spicco della kermesse 2023 sarà la mostra La luce della montagna, inaugurata oggi al Museo di Santa Giulia e in corso fino al prossimo 25 giugno: 120 immagini per quattro grandi fotografi - Vittorio Sella, Martin Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte - che hanno documentato il mondo delle vette come pochi altri. Quest’anno il Photo Festival raggiunge anche Bergamo, che condivide con Brescia il titolo di Capitale della Cultura 2023. E anche qui la montagna è protagonista: nell’esposizione Vette di luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie un racconto fotografico realizzato per l’occasione dall’artista contemporaneo e alpinista giapponese dialogheranno con preziosi dipinti del XIX secolo conservati all’Accademia Carrara o nelle collezioni del CAI.
David LaChapelle, The Last Supper, 2003 © David LaChapelle
Tornando a Brescia, fino al 21 maggio, al Mo.Ca. - Centro delle nuove Culture Cose mai viste svelerà al pubblico circa 100 scatti inediti del maestro Gianni Berengo Gardin, stampati per l’occasione in camera oscura su carta ai sali d’argento. Dalla Svezia a Venezia, da Mosca a Parigi, fino all’Andalusia, il celebre fotografo italiano ci invita a ripercorrere le sue poliedriche ricerche, toccandone i temi principali: l’indagine sociale e la vita quotidiana, il paesaggio, l’architettura, il mondo del lavoro, in un appassionante viaggio attraverso 70 anni di carriera.
Gianni Berengo Gardin, Central Park, New York, 1969 © Gianni Berengo Gardin I Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
Natura fragile, in programma dal 24 marzo al 18 giugno, riunirà invece le immagini di alcuni importanti reporter italiani, come Giuseppe Palmas, Giorgio Lotti, Aldo Durazzi, Giorgio Salomon. Al centro del progetto, la delicatezza dell’ambiente e la furia della natura in occasione di fenomeni come sismi, esondazioni e maremoti: lungo il percorso al Ma.Co.f - Centro della Fotografia italiana rivivremo attraverso l’obiettivo storici episodi come l’alluvione del Polesine del 1951 e quella di Firenze nel ’66, il terremoto del Belice del ’76 e la Tempesta Vaia del 2018.
Giorgio Salomon, Tempesta Vaia, 2016
Sempre al Ma.co.f tre mostre monografiche riporteranno alla ribalta altrettanti talenti della fotografia italiana. Dal 3 giugno al 16 luglio L’archivio ritrovato ricorderà Nicola Sansone, protagonista della vivace stagione del fotogiornalismo iniziata negli anni Cinquanta. In scena i reportage realizzati dal fotografo napoletano in America, Africa, Giappone, Thailandia, Germania e Italia, provenienti dall’archivio personale di Sansone, venuto alla luce solo nel 2020.
Dal 24 giugno al 27 agosto, invece, Istanti di storia presenterà una panoramica completa sulla fotografia di Maurizio Galimberti, noto per i suoi singolari “mosaici” di immagini: Galimberti assembla scatti iconici legati agli eventi cruciali degli ultimi decenni, scomponendoli e ricomponendoli per sottolinearne la forza evocativa.
Federico Garolla, Sophie Malga, 1970
Dal 22 luglio al 27 agosto, sarà la volta di Federico Garolla, un fotografo che negli anni Settanta e Ottanta ha fatto scuola. I percorsi della fotografia presenterà immagini vintage e di grande formato, testimoni di un talento estremamente versatile, capace di spaziare dall’indagine sociale alla moda, fino a celebri ritratti di personaggi del mondo della politica, del cinema e della cultura.
Il Photo Festival continua in provincia: a Marone una mostra renderà omaggio a Lorenzo Antonio Predali (1886-1953) e al suo prezioso archivio, mentre a Concesio, la città natale di papa Paolo VI, il progetto Jamais plus la guerre ricorderà l’impegno del pontefice per la pace.
Beatrice Burlone, Melissa. Forme di Intelligenza Artificiale, Museo di Scienze Naturali
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