Dal 20 novembre sarà al centro dell'allestimento curato dall'architetto spagnolo
La Vittoria Alata torna a Brescia. La città riparte dalla luce di Juan Navarro Baldeweg
La Vittoria Alata di Brescia, Bronzo, 250 a.C., Museo Santa Gulia | Courtesy © Turismo Brescia
Samantha De Martin
29/09/2020
Brescia - Dopo la dolorosa ferita della pandemia, Brescia si appresta a rialzarsi per spiccare il volo con le grandi ali in bronzo della sua Vittoria che farà ritorno a casa il prossimo 20 novembre.
In attesa che la “Leonessa d’Italia" - come il poeta Aleardo Aleardi aveva definito la città - torni a incontrare il suo capolavoro, spostato due anni fa a Firenze per un restauro condotto dall’Opificio delle pietre dure, un folto programma di appuntamenti abbraccia la città in vista del grande ritorno.
Il rientro della statua, nella sede che accoglie da duemila anni il preziosissimo e amatissimo bronzo - D’Annunzio e Napoleone III ne vollero addirittura una copia, mentre Carducci lo celebrò in un’ode - avviene dopo un intervento durato due anni e sarà destinato a valorizzare l’area archeologica Brixia - Parco Archeologico di Brescia Romana.
A restituire alla statua nuova vita sono stati trenta specialisti - tra restauratori, chimici, storici, ingegneri, archeologi - coordinati dall’archeologa Francesca Morandini, della Fondazione Brescia musei, attraverso un microscavo che ha permesso di osservare la statua per la prima volta dal suo interno, consegnandole un nuovo scheletro, un supporto in acciaio che, dalla nuca arriva fino al basamento. Le équipe dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, di Fondazione Brescia Musei, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Sapienza Università di Roma hanno dedicato grande cura alla progettazione e realizzazione di questo supporto interno utile a sorreggere le ali e le braccia che furono trovate staccate dal corpo centrale nel 1826 e che fino a due anni fa erano sostenute da un dispositivo ideato nell’Ottocento.
A una prima pulitura della scultura è seguita la rimozione controllata dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna di epoca ottocentesca - alla quale si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria - e infine la stesura di un materiale protettivo.
Vittoria Alata, restauro dell'Opificio delle Pietre Dure
Juan Navarro Baldeweg e l’inedito allestimento per la Vittoria
La Vittoria Alata avrà una collocazione d’eccezione. Ad attenderla sarà la cella orientale del Capitolium, il Tempio capitolino nel quale il bronzo del I secolo d.C. restò nascosto per 1400 anni prima di essere ritrovato nel 1826 in un’intercapedine dell’antico tempio, in seguito a una campagna di scavi archeologici finanziata da privati, alimentando quegli istinti di libertà e riscossa patria che valsero alla città la medaglia d’oro del Risorgimento.
Lo scenografico progetto di riallestimento del Capitolium è affidato a Juan Navarro Baldeweg, l’architetto di Santander, una delle personalità più originali del panorama contemporaneo internazionale.
La Vittoria Alata circondata dal personale del Museo in un'immagine di inizio Novecento
Ecco come sarà la nuova sede della Vittoria
Un allestimento inedito, all’avanguardia. Si preannuncia così il progetto che accoglierà la Vittoria alata. Un tavolo-vetrina accanto all’ingresso metterà in mostra alcune cornici in bronzo ritrovate insieme alla statua nel 1826. Altri frammenti di cornici saranno disposti sulla parete occidentale, mentre la sicurezza e stabilità della scultura, che il visitatore vedrà innalzarsi su un piedistallo cilindrico di pietra di Botticino, saranno assicurate da una piattaforma antisismica progettata appositamente. La luce artificiale, concentrata in un’unica lampada sospesa nello spazio e simile a una luna solitaria, conferirà all’ambiente una dimensione fuori dal tempo.
Come aveva anticipato ad ARTE.it il direttore di Fondazione Brescia Musei, Stefano Karadjov, “L'allestimento evoca lo spazio aperto in cui la statua era originariamente collocata. L'effetto monumentale, dovuto anche a un grande lavoro di illuminotecnica, restituisce alla Vittoria Alata il ruolo di icona della Brescia romana”.
Vista dell’interno della cella orientale del Capitolium (fotomontaggio) con Vittoria alata e diversi gradi di trattamento sulla pelle del mattone
Al Museo di Santa Giulia una mostra omaggia Juan Navarro Baldeweg
A questo “viaggiatore delle arti”, come lui stesso si definisce, all’ “Uomo del Rinascimento”, come lo definisce Pierre Alain Croset, in grado di dialogare con le preesistenze storiche attraverso un linguaggio fatto di luce, spazio, gravità, il Museo di Santa Giulia dedica una mostra-tributo, la prima in Italia, in attesa di sfoggiare il nuovo allestimento da lui stesso progettato per la Vittoria alata.
L’allestimento della mostra Juan Navarro Baldeweg. Architettura, Pittura, Scultura. In un campo di energia e processo, al Museo di Santa Giulia | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Fino al prossimo 5 aprile, infatti, l’architetto che ha scelto di incentrare il suo lavoro su una pratica a tutto campo in un’epoca che premia sempre di più la specializzazione, è al centro di un percorso che si snoda attraverso tre luoghi particolarmente suggestivi: il Coro delle Monache, la Basilica di San Salvatore e la sottostante Cripta.
Se nel Coro delle Monache un grande polittico bifacciale con sei quadri per ogni lato lato documenta i processi espressivi manuali e le forme elementari di manipolazione, la Basilica longobarda di San Salvatore accoglie la sezione Metafore dell’orizzonte e della natura, con i lavori plastici sul tema dell’equilibrio e della gravità, accanto a opere che indagano il tema della luce zenitale.
Nella Cripta, dove prende forma una sorta di città in miniatura, si potranno invece osservare i disegni e i modelli dei più importanti progetti di Navarro Baldeweg, dal Palazzo dei Congressi di Salamanca alla Biblioteca Hertziana a Roma.
La mostra bresciana punta a evidenziare la straordinaria coerenza e continuità dell’opera di Navarro Baldeweg, insieme architettonica ed artistica, ma anche la sua capacità rara di saper dialogare con le preesistenze storiche.
Pierre Alain Croset e Juan Navarro Baldeweg | Courtesy Fondazione Brescia Musei
A Brescia un anno di eventi nel segno della Vittoria
La mostra dedicata a Navarro Baldeweg - curata da Pierre-Alain Croset, organizzata dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei diretta da Stefano Karadjov - rientra nel folto palinsesto di celebrazioni per la restituzione alla città di Brescia della Vittoria Alata.
Il 20 novembre, quindi, l'arrivo della statua e la presentazione della cella orientale del tempio capitolino.
A ottobre prossimo Emilio Isgrò presenterà l'installazione monumentale Incancellabile Vittoria nella metropolitana di Brescia, cui seguirà, ad aprile 2022, una retrospettiva per Santa Giulia e il Parco Archeologico di Brescia Romana.
Particolarmente attesa, per il prossimo settembre 2021, è invece la mostra dedicata al lungo viaggio della Vittoria Alata, un mito presente per 2500 anni nell'iconografia mediterranea ed europea.
La mostra Vittoria. Il lungo viaggio di un mito, curata da Marcello Barbanera, Francesca Morandini e Valerio Terraroli, approfondirà il tema della Vittoria, indagandone storia, aspetti e declinazioni dall’antichità all’età moderna e contemporanea. Bisognerà invece attendere marzo 2021 per Imperium Romanum, la prima grande mostra italiana dedicata all’austriaco Alfred Seiland nell’ambito di Brescia Photo Festival, una riflessione sul rapporto tra uomo e rovine, condotta attraverso un viaggio tra 150 immagini che ritraggono i territori dell’ex Impero romano, dalla Siria alla Scozia.
A partire da aprile 2021 l’antica Brixia spalancherà le porte all’arte contemporanea con il Progetto Palcoscenici archeologici dell’artista bresciano Francesco Vezzoli che traccerà un inedito itinerario tra la terrazza del Capitolium e la Chiesa di San Salvatore con una serie di interventi curatoriali. A testimonianza del fatto che l’archeologia non è un relitto, ma una costante produzione di senso, come solo un vero classico può essere.
Lo stesso modello di conversazione archeologica proseguirà a ottobre 2022 con Emilio Isgrò attraverso una grande mostra diffusa dal titolo Incancellabile Vittoria che celebrerà il decennale dell’inclusione del sito bresciano nel Patrimonio dell’Umanità Unesco all’interno del sito seriale dei Longobardi in Italia.
Non resta quindi che lasciarsi avvolgere dalle rassicuranti ali della Dea, e ripartire, guidati dalla buona stella dell’arte, oltre la paura.
L’allestimento della mostra Juan Navarro Baldeweg. Architettura, Pittura, Scultura. In un campo di energia e processo, al Museo di Santa Giulia, a Brescia | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Leggi anche:
• Sulle ali della Vittoria: a Brescia il 2020 è nel segno dell'archeologia
• Dopo il lockdown, da Brescia il nuovo modello di museo aperto
• "Non conosco nulla di più bello". Le iniziative 2020-2021 per il ritorno della Vittoria alata
In attesa che la “Leonessa d’Italia" - come il poeta Aleardo Aleardi aveva definito la città - torni a incontrare il suo capolavoro, spostato due anni fa a Firenze per un restauro condotto dall’Opificio delle pietre dure, un folto programma di appuntamenti abbraccia la città in vista del grande ritorno.
Il rientro della statua, nella sede che accoglie da duemila anni il preziosissimo e amatissimo bronzo - D’Annunzio e Napoleone III ne vollero addirittura una copia, mentre Carducci lo celebrò in un’ode - avviene dopo un intervento durato due anni e sarà destinato a valorizzare l’area archeologica Brixia - Parco Archeologico di Brescia Romana.
A restituire alla statua nuova vita sono stati trenta specialisti - tra restauratori, chimici, storici, ingegneri, archeologi - coordinati dall’archeologa Francesca Morandini, della Fondazione Brescia musei, attraverso un microscavo che ha permesso di osservare la statua per la prima volta dal suo interno, consegnandole un nuovo scheletro, un supporto in acciaio che, dalla nuca arriva fino al basamento. Le équipe dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, di Fondazione Brescia Musei, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Sapienza Università di Roma hanno dedicato grande cura alla progettazione e realizzazione di questo supporto interno utile a sorreggere le ali e le braccia che furono trovate staccate dal corpo centrale nel 1826 e che fino a due anni fa erano sostenute da un dispositivo ideato nell’Ottocento.
A una prima pulitura della scultura è seguita la rimozione controllata dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna di epoca ottocentesca - alla quale si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria - e infine la stesura di un materiale protettivo.
Vittoria Alata, restauro dell'Opificio delle Pietre Dure
Juan Navarro Baldeweg e l’inedito allestimento per la Vittoria
La Vittoria Alata avrà una collocazione d’eccezione. Ad attenderla sarà la cella orientale del Capitolium, il Tempio capitolino nel quale il bronzo del I secolo d.C. restò nascosto per 1400 anni prima di essere ritrovato nel 1826 in un’intercapedine dell’antico tempio, in seguito a una campagna di scavi archeologici finanziata da privati, alimentando quegli istinti di libertà e riscossa patria che valsero alla città la medaglia d’oro del Risorgimento.
Lo scenografico progetto di riallestimento del Capitolium è affidato a Juan Navarro Baldeweg, l’architetto di Santander, una delle personalità più originali del panorama contemporaneo internazionale.
La Vittoria Alata circondata dal personale del Museo in un'immagine di inizio Novecento
Ecco come sarà la nuova sede della Vittoria
Un allestimento inedito, all’avanguardia. Si preannuncia così il progetto che accoglierà la Vittoria alata. Un tavolo-vetrina accanto all’ingresso metterà in mostra alcune cornici in bronzo ritrovate insieme alla statua nel 1826. Altri frammenti di cornici saranno disposti sulla parete occidentale, mentre la sicurezza e stabilità della scultura, che il visitatore vedrà innalzarsi su un piedistallo cilindrico di pietra di Botticino, saranno assicurate da una piattaforma antisismica progettata appositamente. La luce artificiale, concentrata in un’unica lampada sospesa nello spazio e simile a una luna solitaria, conferirà all’ambiente una dimensione fuori dal tempo.
Come aveva anticipato ad ARTE.it il direttore di Fondazione Brescia Musei, Stefano Karadjov, “L'allestimento evoca lo spazio aperto in cui la statua era originariamente collocata. L'effetto monumentale, dovuto anche a un grande lavoro di illuminotecnica, restituisce alla Vittoria Alata il ruolo di icona della Brescia romana”.
Vista dell’interno della cella orientale del Capitolium (fotomontaggio) con Vittoria alata e diversi gradi di trattamento sulla pelle del mattone
Al Museo di Santa Giulia una mostra omaggia Juan Navarro Baldeweg
A questo “viaggiatore delle arti”, come lui stesso si definisce, all’ “Uomo del Rinascimento”, come lo definisce Pierre Alain Croset, in grado di dialogare con le preesistenze storiche attraverso un linguaggio fatto di luce, spazio, gravità, il Museo di Santa Giulia dedica una mostra-tributo, la prima in Italia, in attesa di sfoggiare il nuovo allestimento da lui stesso progettato per la Vittoria alata.
L’allestimento della mostra Juan Navarro Baldeweg. Architettura, Pittura, Scultura. In un campo di energia e processo, al Museo di Santa Giulia | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Fino al prossimo 5 aprile, infatti, l’architetto che ha scelto di incentrare il suo lavoro su una pratica a tutto campo in un’epoca che premia sempre di più la specializzazione, è al centro di un percorso che si snoda attraverso tre luoghi particolarmente suggestivi: il Coro delle Monache, la Basilica di San Salvatore e la sottostante Cripta.
Se nel Coro delle Monache un grande polittico bifacciale con sei quadri per ogni lato lato documenta i processi espressivi manuali e le forme elementari di manipolazione, la Basilica longobarda di San Salvatore accoglie la sezione Metafore dell’orizzonte e della natura, con i lavori plastici sul tema dell’equilibrio e della gravità, accanto a opere che indagano il tema della luce zenitale.
Nella Cripta, dove prende forma una sorta di città in miniatura, si potranno invece osservare i disegni e i modelli dei più importanti progetti di Navarro Baldeweg, dal Palazzo dei Congressi di Salamanca alla Biblioteca Hertziana a Roma.
La mostra bresciana punta a evidenziare la straordinaria coerenza e continuità dell’opera di Navarro Baldeweg, insieme architettonica ed artistica, ma anche la sua capacità rara di saper dialogare con le preesistenze storiche.
Pierre Alain Croset e Juan Navarro Baldeweg | Courtesy Fondazione Brescia Musei
A Brescia un anno di eventi nel segno della Vittoria
La mostra dedicata a Navarro Baldeweg - curata da Pierre-Alain Croset, organizzata dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei diretta da Stefano Karadjov - rientra nel folto palinsesto di celebrazioni per la restituzione alla città di Brescia della Vittoria Alata.
Il 20 novembre, quindi, l'arrivo della statua e la presentazione della cella orientale del tempio capitolino.
A ottobre prossimo Emilio Isgrò presenterà l'installazione monumentale Incancellabile Vittoria nella metropolitana di Brescia, cui seguirà, ad aprile 2022, una retrospettiva per Santa Giulia e il Parco Archeologico di Brescia Romana.
Particolarmente attesa, per il prossimo settembre 2021, è invece la mostra dedicata al lungo viaggio della Vittoria Alata, un mito presente per 2500 anni nell'iconografia mediterranea ed europea.
La mostra Vittoria. Il lungo viaggio di un mito, curata da Marcello Barbanera, Francesca Morandini e Valerio Terraroli, approfondirà il tema della Vittoria, indagandone storia, aspetti e declinazioni dall’antichità all’età moderna e contemporanea. Bisognerà invece attendere marzo 2021 per Imperium Romanum, la prima grande mostra italiana dedicata all’austriaco Alfred Seiland nell’ambito di Brescia Photo Festival, una riflessione sul rapporto tra uomo e rovine, condotta attraverso un viaggio tra 150 immagini che ritraggono i territori dell’ex Impero romano, dalla Siria alla Scozia.
A partire da aprile 2021 l’antica Brixia spalancherà le porte all’arte contemporanea con il Progetto Palcoscenici archeologici dell’artista bresciano Francesco Vezzoli che traccerà un inedito itinerario tra la terrazza del Capitolium e la Chiesa di San Salvatore con una serie di interventi curatoriali. A testimonianza del fatto che l’archeologia non è un relitto, ma una costante produzione di senso, come solo un vero classico può essere.
Lo stesso modello di conversazione archeologica proseguirà a ottobre 2022 con Emilio Isgrò attraverso una grande mostra diffusa dal titolo Incancellabile Vittoria che celebrerà il decennale dell’inclusione del sito bresciano nel Patrimonio dell’Umanità Unesco all’interno del sito seriale dei Longobardi in Italia.
Non resta quindi che lasciarsi avvolgere dalle rassicuranti ali della Dea, e ripartire, guidati dalla buona stella dell’arte, oltre la paura.
L’allestimento della mostra Juan Navarro Baldeweg. Architettura, Pittura, Scultura. In un campo di energia e processo, al Museo di Santa Giulia, a Brescia | Courtesy Fondazione Brescia Musei
Leggi anche:
• Sulle ali della Vittoria: a Brescia il 2020 è nel segno dell'archeologia
• Dopo il lockdown, da Brescia il nuovo modello di museo aperto
• "Non conosco nulla di più bello". Le iniziative 2020-2021 per il ritorno della Vittoria alata
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Udine | Il 5 e 6 dicembre 2024 ad Aquileia
Aquileia meta sostenibile, terra di cammini. La perla patrimonio Unesco si racconta in due convegni
-
Cuneo | Dal 30 novembre al 30 marzo presso il Complesso Monumentale di San Francesco
Da Roma a Cuneo con Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città va in scena in una mostra
-
Roma | L’opera dall'Art Institute of Chicago in mostra fino al 27 gennaio
La speranza fondata sull'amore. La Crocifissione bianca di Chagall inaugura a Roma un nuovo spazio museale
-
Mondo | Dal 5 dicembre 2024 al 9 marzo 2025
La National Gallery celebra il genio di Parmigianino
-
Roma | A Roma dal 26 novembre al 30 marzo
Tiziano, Lotto, Crivelli, Guercino. Ai Musei capitolini arrivano i capolavori della Pinacoteca di Ancona
-
Aosta | Un maestro del contemporaneo tra le montagne della Valle d’Aosta
Questa è pittura: Emilio Vedova al Forte di Bard