Ultimato a Catania l'intervento finanziato da Coop Alleanza 3.0
Il "Ritratto di gentiluomo" di El Greco torna al Castello Ursino
Domínikos Theotokópoulos (El Greco), Ritratto di gentiluomo, 1570 circa, Olio su tela, 11.5 x 16.5 cm, Catania, Castello Ursino | Courtesy of Fondaco
Samantha De Martin
18/02/2019
Catania - Sono stati necessari oltre tre mesi di restauro, ma alla fine la tecnologia ha restituito agli esperti dettagli che l’occhio umano non era mai riuscito a cogliere.
E così il Ritratto di gentiluomo di El Greco, grazie alle accurate indagini diagnostiche (radiografia e riflettografia) condotte da Claudio Falcucci presso il laboratorio di Roma, ha fatto emergere il disegno preparatorio sottostante di cui non si era ancora a conoscenza.
«Su un fondo bituminoso tendente al nerastro è impostato un ritratto di gentiluomo dal collare a pizzi spagnoli. Lo si potrebbe chiamare “ritratto in livido” perché questo gioiello del museo catanese è ricavato da un gioco miracoloso di lividi e di verdini qua e là accesi da lievi bagliori di carminio tendenti all’incarnato». Scriveva così, entusiasta, lo studioso Enzo Maganuco che per primo, nel 1933, aveva attribuito la tela al primo maestro del Siglo de Oro.
L’olio su tavola della Collezione Benedettini, datato 1570 circa, si può adesso nuovamente ammirare, in tutta la sua luce, al Museo Civico Castello Ursino di Catania, con quella tecnica «vivida, rapida, sintetica, che disorienta», come la definiva Maganuco, portata avanti dal pittore convinto che il colore fosse l'elemento più importante e allo stesso tempo meno governabile di un dipinto.
Il recupero del capolavoro è stato reso possibile grazie a “Opera tua”, il progetto di Coop Alleanza 3.0, un viaggio alla scoperta del patrimonio artistico locale, composto da grandi e piccoli pezzi, talvolta dimenticati e segnati dal tempo, che possono così essere restituiti alla comunità in tutta la loro bellezza. A selezionarle, la società Fondaco Italia, attiva nella valorizzazione dei beni culturali, in collaborazione con le istituzioni territoriali.
A novembre scorso l'opera era stata prelevata dai restauratori per volare a Roma in un laboratorio specializzato nella valorizzazione di lavori su tavola e su tela. L’intervento ha dapprima richiesto un rilievo fotografico e la localizzazione delle aree deteriorate, anche con l’uso degli infrarossi, seguito dal consolidamento e dalla pulizia dell’opera con l’asportazione dell’ossidazione dovuta al tempo. Un successivo intervento pittorico ha reso omogenea la cromatura dei colori. L'ultima fase ha visto l'applicazione di un protettivo neutro e il rafforzamento della struttura che sorregge e contiene il dipinto.
Una delle più autorevoli figure del Rinascimento spagnolo torna così a Catania, regalando al pubblico un tassello in più nel percorso di visita alla città.
Leggi anche:
• L'Annunciazione di El Greco
E così il Ritratto di gentiluomo di El Greco, grazie alle accurate indagini diagnostiche (radiografia e riflettografia) condotte da Claudio Falcucci presso il laboratorio di Roma, ha fatto emergere il disegno preparatorio sottostante di cui non si era ancora a conoscenza.
«Su un fondo bituminoso tendente al nerastro è impostato un ritratto di gentiluomo dal collare a pizzi spagnoli. Lo si potrebbe chiamare “ritratto in livido” perché questo gioiello del museo catanese è ricavato da un gioco miracoloso di lividi e di verdini qua e là accesi da lievi bagliori di carminio tendenti all’incarnato». Scriveva così, entusiasta, lo studioso Enzo Maganuco che per primo, nel 1933, aveva attribuito la tela al primo maestro del Siglo de Oro.
L’olio su tavola della Collezione Benedettini, datato 1570 circa, si può adesso nuovamente ammirare, in tutta la sua luce, al Museo Civico Castello Ursino di Catania, con quella tecnica «vivida, rapida, sintetica, che disorienta», come la definiva Maganuco, portata avanti dal pittore convinto che il colore fosse l'elemento più importante e allo stesso tempo meno governabile di un dipinto.
Il recupero del capolavoro è stato reso possibile grazie a “Opera tua”, il progetto di Coop Alleanza 3.0, un viaggio alla scoperta del patrimonio artistico locale, composto da grandi e piccoli pezzi, talvolta dimenticati e segnati dal tempo, che possono così essere restituiti alla comunità in tutta la loro bellezza. A selezionarle, la società Fondaco Italia, attiva nella valorizzazione dei beni culturali, in collaborazione con le istituzioni territoriali.
A novembre scorso l'opera era stata prelevata dai restauratori per volare a Roma in un laboratorio specializzato nella valorizzazione di lavori su tavola e su tela. L’intervento ha dapprima richiesto un rilievo fotografico e la localizzazione delle aree deteriorate, anche con l’uso degli infrarossi, seguito dal consolidamento e dalla pulizia dell’opera con l’asportazione dell’ossidazione dovuta al tempo. Un successivo intervento pittorico ha reso omogenea la cromatura dei colori. L'ultima fase ha visto l'applicazione di un protettivo neutro e il rafforzamento della struttura che sorregge e contiene il dipinto.
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