FAUSTO PIRANDELLO e ARTISTI PER NOTO E ALTROVE > a cura di VITTORIO SGARBI > Venezia, Palazzo Grimani > fino al 27 novembre
15/10/2011
WEB: http://arteinforma.blogspot.com/2011/10/fausto-pirandello-e-artisti-per-noto-e.html
Proseguono con grande successo le iniziative speciali promosse dal Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia in occasione del 150° dell’Unità d’Italia.
Fotografie di Barbara Modolo per Arthemisia Group
Dopo “Kcho. Monumento Final” e “Enzo Cucchi. Disegn…Io Vincent Van Gogh” in corso a Palazzo Grimani di Venezia, Vittorio Sgarbi, curatore del Padiglione Italia alla 54. Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia, presenta una straordinaria esposizione dedicata al pittore Fausto Pirandello.Promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Direzione Generale PaBAAC, dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda Lagunare e dalla Fondazione Fausto Pirandello, la mostra è organizzata e prodotta da Arthemisia Group.
L’esposizione “Fausto Pirandello. I nudi” sarà ospitata nelle suggestive sale di Palazzo Grimani dal 3 luglio al 27 novembre 2011.
Fausto Pirandello nasce a Roma il 17 giugno 1899 e muore il 30 novembre 1975. Al termine della “Grande Guerra” il padre, Luigi Pirandello, lo sprona a studiare scultura e frequenta un corso di disegno presso Sigismondo Lipinsky. Scopre però che la creta gli irrita i polmoni e passa alla pittura che non abbandonerà per tutta la vita e che egli stesso definisce come la felicità mia di dipingere, o il piacere solitario provocato a tratti.
Frequenta l’Accademia di nudo e rimane affascinato, come Pirandello stesso afferma, dalle incredibili libertà estetiche di uomini come Van Gogh, Gauguin fino al giovane Kokoschka. Tra il 1921 e l’anno successivo inizia un “alunnato” presso Felice Carena ad Anticoli Corrado, un piccolo borgo famoso per essere il paese degli artisti e delle modelle, una delle quali, Pompilia D’Aprile, diventerà sua moglie.
Nel 1926 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia e nel febbraio del 1928 si trasferisce a Parigi per due anni lasciandosi entusiasmare dall’arte di Cézanne, Picasso, Braque e Matisse.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale riprende l’attività espositiva partecipando alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia, intanto conosce e frequenta Lionello Venturi che nel 1954 pubblica un saggio fondamentale dedicato alla pittura di Pirandello che ne consolida la fama.
LA MOSTRA
Un tema di grande fascino, coltivato da Fausto Pirandello in tutta la sua produzione, è il nudo del corpo femminile. La mostra racconta, con oltre venti dipinti, tra cui sei pastelli inediti, i corpi “spogliati”, prorompenti, incombenti e tormentati, concepiti secondo un’intuizione che raffigura il peso del corpo nel tormento del pensiero e della psiche umana.
Un’occasione unica per ammirare dunque tutti questi nudi di Fausto Pirandello, tra cui tre mai esposti a Venezia prima d’ora:
Nudo in prospettiva del 1923 che apre il percorso espositivo, la brillante Composizione con nudi e pantofole gialle del 1923 circa
e il prorompente Nudo su fondo bianco del 1928 che tanto sarebbe piaciuto nella sua grossa coscia a Lucien Freud.
Queste opere fanno parte dei nudi “isolati” di Pirandello; corpi femminili in posa in cui la materia pittorica è pastosa, strumentale alla loro condizione di essere “soli con se stessi” con la pesantezza di un corpo vissuto come condanna, come lo è Donne al mare / Bagnanti del 1931 eseguito dopo il soggiorno parigino dell’artista. Questo dipinto documenta il passaggio dai singoli nudi messi in posa, alle bagnanti in cui ogni cosa è immobile, fino alla scomposizione astratta delle sue opere più mature realizzate negli anni ’50: il Nudo seduto del 1948, la Donna con occhi azzurri del 1950 o ancora il materico e compatto Nudo del 1949.
Sono queste opere le deformazioni del corpo che riflettono perfettamente le anime tormentate dei soggetti raffigurati.
In Nudo su fondo rosso del 1951 o in Figura riversa del 1953 i corpi divengono schematici e lineari.
La mostra presenta inoltre sei pastelli inediti di Fausto Pirandello che egli stesso definisce come un estemporaneo battito d’ali di farfalla:
Dirò che il punto d’arrivo di questi pastelli non è a tanto: e il perché è chiaro. Il perché è proprio nella loro natura estemporanea e indicativa; e in me stesso, che me ne servo nella mia ricerca per studio e per «soggetto». Una successiva elaborazione avverrà dopo, nell’«invenzione» del quadro, nell’invenzione, precisamente, delle forme compiute.
Non per ciò credo che manchino d’interesse e, a loro modo, di piacevolezza e di grazia. A un critico straniero che una volta li ha visti schierati sul muro del mio studio, sono parsi farfalle. Non trovando la parola italiana, muoveva le braccia e poi sviava la mano per rendere l’immagine di quelle. Ce l’ho visto palpitare appresso con molto divertimento. Ci trovammo a un punto, tutti
quanti eravamo presenti, braccia aperte, fino a che la parola non venne e si sostituì all’immagine; che un alito di vento, penetrato dalla finestra, rese verosimile, agitando i pastelli; e lui edificato.
Teniamocene contenti anche noi che, infine, non presumiamo di passare con questi sotto l’arco di Tito.
Fausto Pirandello, 1952 Questi sei pastelli su carta possono essere quindi considerati come uno studio o una ricerca fine a se stessa oppure una
ispirazione utile per l’elaborazione di altre opere.
In mostra una interessante sezione didattica con un video e alcune fotografie mette a confronto le opere di Fausto Pirandello con quelle di Lucian Freud: un ideale parallelismo pittorico tra il figlio di Luigi Pirandello, drammaturgo legato ai disturbi della personalità, e il nipote di Sigmund Freud, padre della psicanalisi e interprete dei turbamenti dell’animo umano.
Il confronto tra i due artisti non nasce dalla loro condizione di parentela ma proprio dalle loro opere. Infatti, già Robert Hughes, il critico d’arte australiano, aveva notato che in alcune opere di Fausto Pirandello, particolarmente quelle fra il 1923/24 e il 1940, vi sono molti nudi di uomini e di donne che possiedono nella materia, nella posizione e nell’intreccio dei corpi, una evidente e
straordinaria affinità con i nudi di Lucien Freud, drammatici, intensi e densi di una materia pittorica che è l’equivalente della carne.
Catalogo Silvana Editoriale
INAUGURAZIONE E CONFERENZA STAMPA
Sabato 2 luglio, ore 18.30
Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa
Ramo Grimani, Castello 4858, Venezia
Ufficio stampa Arthemisia Group
Ilaria Bolognesi
ib@arthemisia.it - M +39 393 9673674
Adele Della Sala
ads@arthemisia.it - M +39 345 7503572
press@arthemisia.it - T +39 06 69380306
SCHEDA TECNICA
Titolo
Fausto Pirandello. I nudi
Sede
Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa
Ramo Grimani, Castello 4858, Venezia
A cura di
Vittorio Sgarbi
Coordinamento e ricerca
Antonio D’Amico
Promossa da
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Direzione Generale PaBAAC
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico
ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di
Venezia e dei comuni della Gronda Lagunare
Fondazione Fausto Pirandello
Organizzazione generale
Arthemisia Group
Catalogo
Silvana Editoriale
Orari apertura
Da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00
Lunedì dalle 9.00 alle 14.00
La biglietteria chiude 45 minuti prima
Biglietto solo mostre collaterali Biennale
Intero 7,00 euro
Ridotto 5,00 euro
Biglietto Mostre collaterali Biennale + Veronese
(valido fino al 24/07, giorno di chiusura di Veronese)
Cumulativo 10,00 euro
Informazioni
T + 39 041 5200345
Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia, presenta un’altra straordinaria esposizione: “Artisti per Noto e altrove. L’ombra del Divino nell’arte contemporanea”.
Promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Direzione Generale PaBAAC, dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei muni della Gronda Lagunare, la mostra è organizzata e prodotta da Arthemisia Group e sarà allestita nelle suggestive sale di Palazzo Grimani dal 1 ottobre al 27 novembre 2011.
L’esposizione è stata realizzata con il contributo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, della Regione Siciliana, della Regione Sardegna, del Comune di Sant’Antioco, della Banca di Sassari e dell’Associazione culturale Arciere – Isola di Sant’Antioco.
La mostra sarà inaugurata il 30 settembre 2011 nel contesto della seconda e ultima giornata del convegno nazionale
“Illuminazioni. Luce e Chiese” promosso dal Patriarcato di Venezia con il Patrocinio della Pontificia Commissione per i Beni Culturali che, in continuità con la proposta della 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, dal titolo ILLUMInazioni, affronta il tema della Luce che si irradia all’interno dell’edificio chiesa e “illumina” non solo la struttura architettonica ma anche e soprattutto le opere d’arte custodite all’interno.
Il percorso espositivo inizia con le opere degli “artisti per Noto”: Francesco Mori e Roberto Altmann, Giuseppe Bergomi, Tullio Cattaneo, Vito Cipolla, Bruno d’Arcevia, Gaspare da Brescia, Stefano Di Stasio, Filippo Dobrilla, Giuseppe Ducrot, Roberto Ferri, Cesare Inzerillo, Ottavio Mazzonis, Rocco Normanno, Livio Scarpella, Demetrio Spina, Oleg Supereco, Croce Taravella,Giovanni Tommasi Ferroni.
Per ogni artista saranno esposti alcuni dei bozzetti eseguiti in previsione della realizzazione delle pale d’altare, vetrate, sculture e catino absidale per la Cattedrale di Noto, la grandiosa Basilica barocca del Settecento che, dopo alcuni primi danni alla struttura dovuti al terremoto di Santa Lucia nel 1990, subì il crollo della cupola, avvenuto nel 1996, della navata maggiore e di quella orientale anche a causa di un difetto costruttivo. Subito dopo la Chiesa fu definitivamente chiusa al culto.
A partire dal 2000 la Cattedrale siciliana fu sottoposta a una straordinaria opera di restauro degli apparati architettonici, un grande cantiere che in mostra sarà visibile con un video che documenta le fasi salienti dell’intervento “risanatore”. Ricostruita l’architettura, si è proceduto con la decorazione degli interni e i primi affreschi eseguiti sono stati quelli dei pennacchi, portati a termine dal russo Oleg Supereco. Successivamente, una commissione consultiva di esperti assegnerà gli altri ambienti della Cattedrale - catino absidale, altari laterali, vetrate e arredi sacri -, dopo aver esaminato tutti i bozzetti, compresi quelli esposti in mostra. Ciascun artista si è espresso con un linguaggio visivo che rispecchia l’interiorizzazione del tema sacro, avendo come monito una relazione tecnico-teologico del compianto Monsignor Chenis, Vescovo di Civitavecchia e Tarquinia (deceduto il diciannove marzo del 2010, prima della portata a termine del progetto).
Il percorso espositivo si snoda dalle piccole sculture che campeggeranno in futuro, a grande dimensione, sugli altari della Cattedrale di Noto, fino ai vari e interessanti progetti decorativi del catino absidale - testimonianza di un grande cantiere “sacro” - dove la Chiesa ristabilisce il suo ruolo di committente delle arti come lo è stata nell’antichità. Inoltre, questa sarà anche la felice occasione per rendere omaggio al maestro Ottavio Mazzonis, chiamato dalla commissione di Noto per aderire al concorso e deceduto durante la realizzazione delle opere per la Cattedrale netina.
Il coinvolgimento dell’Associazione Arciere – Isola di Sant’Antioco ha portato anche all’intuizione di Antonio D'Amico, coordinatore della mostra, di chiedere a Livio Scarpella la realizzazione di una scultura dedicata all’iconografia di Sant’Antioco che sarà collocata in mostra fra le altre sculture pensate per Noto, in un’armonica visione di creatività e senso devozionale.
Oltre agli “artisti per Noto” in mostra altri importanti artisti indagano l’immagine del sacro attraverso le loro opere: Roberto Altmann, Agostino Arrivabene, Paolo Annibali, Carlo Balljana, Renato Balsamo, Maurizio Bottoni, Daniele Cazzato, Adele Ceraudo, Giovanni Cerri, Dino Cunsolo, Mario Donizetti, Ettore Greco, Concetto Guzzetta, Domenico Militello, Riccardo Negri,Carlo Pizzichini, Franco Politano, Stefano Solimani, Lucia Stefanetti, Barbara Tutino e Valentino Vago.
La mostra sarà illustrata dallo straordinario volume “L’ombra del Divino nell’arte contemporanea” (in uscita a metà ottobre per l’editore Cantagalli) che riporta all’attenzione del dibattito culturale il legame imprescindibile tra arte, bellezza e ricerca del significato ultimo dell’esistenza umana.
Prendendo le mosse dalla “Teologia della liturgia” di Benedetto XVI, Vittorio Sgarbi indaga il rapporto tra architettura sacra e fede nel contemporaneo, soffermandosi ad approfondire alcuni casi esemplari, e passando poi a discutere il ruolo della bellezza e la figura dell’artista in relazione al Divino. “L’artista - scrive Sgarbi - non è un semplice mediatore o strumento della volontà di Dio ma divinità egli stesso, in quanto creatore dell’opera d’arte. L’artista manifesta la divinità immanente, la divinità che cammina per strada”.
All’interno del volume si scoprono inoltre l’inedito “Programma iconografico” per la Cattedrale di Noto di monsignor Carlo Chenis, introdotto dalle indicazioni liturgico-teologiche di monsignor Mariano Crociata, Vescovo emerito di Noto e attuale Segretario Generale della CEI; e il racconto del cardinale Stanis?aw Dziwisz delle ultime ore di Giovanni Paolo II (in mostra sarà inoltre possibile soffermarsi dinanzi al reliquiario di bronzo eseguito da Carlo Balljana in occasione della beatificazione di Wojtyla).
In una breve sezione conclusiva Antonio D’Amico commenta le Lettere e i discorsi agli artisti dei pontefici Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; e Stefano Saponaro, intervista gli artisti in mostra sul loro personale rapporto con L’ombra del Divino nella vita e nell’arte.
Il volume è impreziosito dalle immagini di tutte le opere in mostra.
Da Noto all’altrove, l’arte contemporanea si confronta col sacro, stimolando riflessioni sulla rappresentazione del Divino resa da giovani artisti che vivono all’interno di un interessante panorama contemporaneo finora poco esplorato.
INAUGURAZIONE E VERNICE STAMPA
30 settembre, ore 14.00
Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa
Ramo Grimani, Castello 4858, Venezia
Ufficio stampa mostra
Arthemisia Group
Ilaria Bolognesi
ib@arthemisia.it - M +39 393 9673674
Adele Della Sala
ads@arthemisia.it - M +39 345 7503572
press@arthemisia.it - T +39 06 69380306Volume “L’ombra del Divino nell’arte contemporanea”
Edizioni Cantagalli
Ufficio stampa Edizioni Cantagalli
Mariavera Speciale
T +39 0577 42102
ufficiostampa@edizionicantagalli.com
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