La scoperta è avvenuta nell’area della chiesa medievale di San Pier Scheraggio
Dal ventre degli Uffizi emerge uno scheletro del Rinascimento
La chiesa medievale di San Pier Scheraggio, Piazza della Signoria e Loggia dell'Orcagna in un dipinto di Fabio Borbottoni (1823-1902). Collezione Cassa di Risparmio di Firenze
Francesca Grego
08/07/2019
Firenze - Negli ultimi decenni del Quattrocento Firenze era il cuore pulsante del Rinascimento: il giovane Leonardo si divideva già tra scienza e pittura, Michelangelo muoveva i primi passi sotto la guida del Ghirlandaio, Sandro Botticelli produceva gioielli come la Primavera e la Nascita di Venere per il più grande mecenate dell’epoca, Lorenzo de’ Medici.
Le Gallerie degli Uffizi, oggi custodi dei capolavori dei maestri, non esistevano ancora: al loro posto si ergeva la chiesa romanica di San Pier Scheraggio, prioria di uno dei sestrieri cittadini frequentata un tempo da Dante Alighieri e impreziosita da Cimabue con la Madonna della Ninna Nanna. Quando per volere di Cosimo I Giorgio Vasari iniziò i lavori per il Palazzo degli Uffizi (1560), l’edificio di culto fu in gran parte distrutto.
È proprio in quest’area, oggi inglobata nel museo fiorentino, che gli archeologi hanno appena riportato alla luce un testimone inatteso: uno scheletro femminile risalente alla fine del Quattrocento e perfettamente conservato.
Non è un caso: nel corso degli anni, dagli scavi di San Pier Scheraggio è emersa una sezione dei sotterranei della chiesa medievale che, come nel costume del tempo, con ogni probabilità erano usati anche come luogo di sepoltura.
Chi era la donna? Che cosa può raccontarci dei tempi del Magnifico, della Firenze di Botticelli, di Leonardo e Michelangelo? Per ora al posto del nome ha un codice identificativo, 101. Le analisi che inizieranno presto nel laboratorio di archeoantropologia della Soprintendenza per Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Firenze tenteranno di svelare i segreti della messaggera del Rinascimento.
Le Gallerie degli Uffizi, oggi custodi dei capolavori dei maestri, non esistevano ancora: al loro posto si ergeva la chiesa romanica di San Pier Scheraggio, prioria di uno dei sestrieri cittadini frequentata un tempo da Dante Alighieri e impreziosita da Cimabue con la Madonna della Ninna Nanna. Quando per volere di Cosimo I Giorgio Vasari iniziò i lavori per il Palazzo degli Uffizi (1560), l’edificio di culto fu in gran parte distrutto.
È proprio in quest’area, oggi inglobata nel museo fiorentino, che gli archeologi hanno appena riportato alla luce un testimone inatteso: uno scheletro femminile risalente alla fine del Quattrocento e perfettamente conservato.
Non è un caso: nel corso degli anni, dagli scavi di San Pier Scheraggio è emersa una sezione dei sotterranei della chiesa medievale che, come nel costume del tempo, con ogni probabilità erano usati anche come luogo di sepoltura.
Chi era la donna? Che cosa può raccontarci dei tempi del Magnifico, della Firenze di Botticelli, di Leonardo e Michelangelo? Per ora al posto del nome ha un codice identificativo, 101. Le analisi che inizieranno presto nel laboratorio di archeoantropologia della Soprintendenza per Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Firenze tenteranno di svelare i segreti della messaggera del Rinascimento.
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Udine | Segreti e splendori del sito Unesco
“Viaggia con noi nella storia di Aquileia”, il nuovo tour guidato per scoprire l’antica città
-
Milano | In mostra a Milano dal 20 marzo
Ricomposto dopo 500 anni il Polittico Agostiniano, capolavoro di Piero della Francesca
-
Firenze | Dal 23 marzo al 15 settembre al Museo Novecento
A Firenze ritornano i capolavori di Alberto Della Ragione, dall'autoritratto di Modì a Morandi
-
Venezia | Fino al 23 giugno alle Gallerie dell’Accademia e Casa dei Tre Oci
Affinità elettive. A Venezia i capolavori della Collezione Berggruen
-
Firenze | Dal 6 aprile a Empoli
Al via la più grande mostra dedicata a Masolino da Panicale, pioniere del Rinascimento
-
Roma | A Roma fino al 28 luglio
Donne, fiori, colore. L'impressionismo conquista gli spazi militari del Museo Storico della Fanteria