Dal 10 marzo al 17 giugno a Castrocaro
Le opere grafiche di Guido Reni, Rembrandt e van Dyck tra sacro e profano
Antoon van Dyck, Ecce Homo, collezione privata
Samantha De Martin
09/03/2018
Forlì-Cesena - Una giovane donna vissuta nella Roma del 510 a.C. è intenta a trafiggersi il petto con un coltello in segno di fedeltà al marito Collatino dopo essere stata abusata sessualmente da Sesto Tarquinio. Si tratta di Lucrezia, figura mitica innalzata dall’arte, che Guido Reni ha rilanciato e che Guido Cagnacci ha reso ancora più seducente. C’è anche questo affascinante soggetto, con il suo dramma aggrappato alle nudità del seno gonfio, straziata dal vigoroso gesto, tra i protagonisti della mostra Sacro e profano. Le arti tra ‘500 e ‘600 allestita negli spazi del Padiglione delle Feste a Castrocaro Terme e Terra del Sole.
Avvalendosi di una quarantina di opere - tra pitture, grafiche, oreficerie sacre, provenienti quasi interamente da collezioni private, dal Museo-Pinacoteca Diocesano di Imola e dal Museo Diocesano di Faenza-Modigliana - il percorso espositivo si snoda attraverso una continua tensione tra il divino e il terreno, binomio che ha caratterizzato l’humus politica, sociale, culturale e artistica a cavallo tra i due secoli.
Dal 10 marzo al 17 giugno i visitatori potranno scoprire un serie di opere grafiche, dalla Madonna con Bambino e San Giovannino di Guido Reni all'Andromeda di Agostino Carracci, dal Trionfo di Mordecai di Rembrandt all’Ecce Homo di Antoon van Dyck.
I lavori dell’incisore francese Jacques Callot illustreranno invece l’importanza della stampa, per secoli usata per riprodurre le opere d’arte, rendendole note al grande pubblico, oltre che per raccontare i principali avvenimenti dell’epoca.
L’esposizione, a cura di Paola Babini, dedica ampio spazio a San Girolamo, poliedrica figura nell’ambito della cultura cristiana, rappresentato ora come un anziano penitente nel deserto, ora in veste solenne, nel suo studiolo ad attendere alla meditazione delle Sacre Scritture.
Opera di Francesco Albani è invece il Riposo durante la Fuga in Egitto, mentre lo spirito fortemente profano del tempo fa capolino nel dipinto (olio su rame) dell’artista belga Hendrick Aerts, divenuto un modello per molti incisori del tempo.
Lungo il percorso verranno anche presentati al pubblico alcuni lavori di Giovan Battista Crespi, Girolamo Troppa e due piccole opere di cerchia Bassanesca, oltre all’Annunciazione con Santi Sebastiano, Arcangelo Michele e Giovanni Battista, concessa dal Museo Diocesano di Faenza-Modigliana ed esposta per la prima volta dopo il restauro realizzato in occasione della mostra.
Leggi anche:
• L'eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio
Avvalendosi di una quarantina di opere - tra pitture, grafiche, oreficerie sacre, provenienti quasi interamente da collezioni private, dal Museo-Pinacoteca Diocesano di Imola e dal Museo Diocesano di Faenza-Modigliana - il percorso espositivo si snoda attraverso una continua tensione tra il divino e il terreno, binomio che ha caratterizzato l’humus politica, sociale, culturale e artistica a cavallo tra i due secoli.
Dal 10 marzo al 17 giugno i visitatori potranno scoprire un serie di opere grafiche, dalla Madonna con Bambino e San Giovannino di Guido Reni all'Andromeda di Agostino Carracci, dal Trionfo di Mordecai di Rembrandt all’Ecce Homo di Antoon van Dyck.
I lavori dell’incisore francese Jacques Callot illustreranno invece l’importanza della stampa, per secoli usata per riprodurre le opere d’arte, rendendole note al grande pubblico, oltre che per raccontare i principali avvenimenti dell’epoca.
L’esposizione, a cura di Paola Babini, dedica ampio spazio a San Girolamo, poliedrica figura nell’ambito della cultura cristiana, rappresentato ora come un anziano penitente nel deserto, ora in veste solenne, nel suo studiolo ad attendere alla meditazione delle Sacre Scritture.
Opera di Francesco Albani è invece il Riposo durante la Fuga in Egitto, mentre lo spirito fortemente profano del tempo fa capolino nel dipinto (olio su rame) dell’artista belga Hendrick Aerts, divenuto un modello per molti incisori del tempo.
Lungo il percorso verranno anche presentati al pubblico alcuni lavori di Giovan Battista Crespi, Girolamo Troppa e due piccole opere di cerchia Bassanesca, oltre all’Annunciazione con Santi Sebastiano, Arcangelo Michele e Giovanni Battista, concessa dal Museo Diocesano di Faenza-Modigliana ed esposta per la prima volta dopo il restauro realizzato in occasione della mostra.
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