Il Louvre, incredibile virtuoso con manodopera italiana. Un'indagine rivela le cifre dell'immenso colosso francese contro i risicati incassi della penisola. Perché qui con la cultura mangiano da anni
25/02/2012
WEB: http://arteinforma.blogspot.com/2012/02/il-louvre-incredibile-virtuoso-con.html
Sarà un caso, o forse no, ma sul Corriere della Sera oggi si sono fatti nomi e cognomi degli italiani, e sono parecchi, alla guida del più prestigioso museo del mondo, il Louvre. Si parte da Salvatore Settis, presidente del comitato scientifico, ex presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali. Poi c'è Mario Bellini con Rudy Ricciotti alla realizzazione della nuova Ala Islamica. Antonio Fabro è invece il responsabile delle biglietterie che strappano 9 milioni di biglietti l'anno. Poi c'è Federica Mancini, del Dipartimento arti grafiche e Daniela Miccolis, della Direzione Lavori, Monica Preti, responsabile della programmazione di storia dell'arte dell'Auditorium e Claudia Ferrazzi, 34 anni e una nomina di Amministratore Generale Aggiunto. Ma l'inchiesta di Gian Antonio Stella è molto più incisiva sulle acquisizioni del Museo e sui numeri che girano intorno al grande contenitore culturale di Parigi. Il Louvre, per i nuovi acquisti, accantona il 20% dell'incasso dei biglietti, ovvero circa 10 milioni di euro. «Soldi intoccabili se non per comprare nuovi capolavori» ribadisce la Ferrazzi. Un gruzzolo che in Italia arriva a poco più di 6 milioni l'anno e poi va a anche a finire che qualcuno si fa fregare (volontariamente?) con un Cristo-farlocco. Poi ovviamente ci sono gli appelli ai vari mecenati, non in ultimo quello per il completamento dell'Ala Islamica. Perché in Francia il cittadino può detrarre dalle tasse il 66% di quanto donato e le imprese fino al 90%. Poi c'è la «Società amici del Louvre», che ha 70mila membri e in un secolo ha regalato al Louvre 800 capolavori: «Gli Amici sono il principale mecenate privato, con una media di 4 milioni di euro l'anno. E poi vi sono lasciti su cui non paghiamo tasse di successione» spiega l'Accademico Marc Fumaroli.Cifre impensabili per l'Italia e soprattutto, anche in questo caso, un bilancio che mette la penisola in una situazione a dir poco imbarazzate: qualsiasi museo al mondo non riesce a mantenersi solo con i biglietti strappati, Louvre compreso, ma con donazioni da privati e mecenatismo e simili il museo francese incasserà, secondo le previsioni del 2012, 35 milioni di euro in più rispetto al bilancio del 2010 di tutti gli utili, tranne quelli siciliani, dei siti archeologici italiani.Certo gestire un patrimonio artistico concentrato in una sola città è più facile che organizzare il diffuso sistema culturale italiano con i suoi mille siti e musei e scavi anche se, continua Stella, "in Italia gli incassi delle biglietterie riescono sì e no a coprire un settimo dei 650 milioni necessari per gli stipendi di 21mila dipendenti mentre in Francia le entrate coprono tutto, con un avanzo di una decina di milioni”. Ed è sempre tempo di rinnovarsi: anche il Louvre avrà il suo PS1: nascerà nell'ex area industriale di Lens, finanziato anche da Stato ed enti locali. Perché? Perché il progetto Louvre-Lens costa circa 200 milioni di euro ma i contribuenti sono sicuri che il nuovo polo, con tutto l'indotto turistico, farà guadagnare la cifra di spesa iniziale moltiplicata per sette volte. Un miliardo e quattrocento milioni. Quando inizierà la vera "economia dell'arte" italiana?Exibart
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