Amore, sangue e santità

Le donne dei Malatesta
 

26/02/2004

La mostra "Le donne dei Malatesta. Amore, sangue e santità", curata da Giovanni Rimondini, autorevole studioso della storia della famiglia Malatesta, si inserisce all’interno delle manifestazioni organizzate per il grande evento riminese dell’anno: l’inaugurazione della rocca Malatestiana di Rimini, dopo il restauro, con la parallela esposizione su Sigismondo Malatesta, terminata lo scorso giugno. Mentre a Rimini sono stati esposti vari oggetti della cultura malatestiana tra cui icone, dipinti e altri documenti, a Verucchio viene presentata una differente esposizione fatta di allestimenti multimediali, ideati da Paolo Mantelli, finalizzati ad una lettura più libera rispetto a quella strettamente iconografica. I reperti di Verucchio sono “emozioni, suoni, racconti, immagini”: il tentativo della mostra malatestiana “al femminile” si propone di rappresentare le storie e le vicende delle protagoniste nelle sale del castello dove ebbero luogo. Allo stesso tempo la mostra si propone di mantenere il rispetto per un’informazione scientificamente corretta, arricchita però, grazie alla tecnologia messa al servizio del pubblico, di un forte impatto emotivo superiore a quello che di solito emana dagli oggetti imprigionati nelle teche di molti musei. Si cerca così di dare un panorama quanto mai completo delle donne che entrarono a far parte di una delle più grandi famiglie italiane del Rinascimento. In quanto appartenenti a tale contesto le figure femminili ci vengono presentate come virtuose, feconde, discrete, ubbidienti, ma soprattutto come madri di figli legittimi atti a proseguire la dinastia. E' documentata anche la presenza di un’altra realtà generata dai signori con amanti e concubine, madri di illeggittimi figli nati dall'unione con le famiglie di stato sociale inferiore. Molte delle figure femminili della cerchia dei Malatesta nutrono grandi interessi culturali e spesso si trovano a proteggere in prima fila gli artisti stessi: è il caso della grande scuola di pittori del XIV secolo, sostenuta dalle figlie e dalle nipoti di Malatesta da Verucchio detto il “Centenario” (1212-1312), colui che proprio attraverso un’attenta politica matrimoniale aumentò il potere della sua famiglia gettando le basi per il celebrato futuro dei Malatesta. Donne che vanno spose alle corti di Faenza, Ravenna, Bagnacavallo, Bologna, Treviso, spesso dipinte con i loro corpi dalle forme abbondanti, abiti con alte cinture appena sotto il seno ad aumentare i caratteri di fecondità, capelli biondi raccolti in lunghe trecce. Ai valori familiari se ne aggiungono altri provenienti dai trovatori e dai romanzi bretoni che cantano amori passionali, lontani dai matrimoni politici, elementi culturali che rischiano di minare dalle fondamenta le antiche strategie. Il percorso espositivo ha il suo inizio appena varcata la soglia della rocca: il visitatore è accompagnato nelle varie stanze da voci e suoni. Ognuna delle sale è dedicata ad una delle quattro donne-simbolo dei Malatesta prese in esame: Francesca, Parisina, Isotta e Chiara. Si ammirano così immagini proiettate nell’acqua di una vasca da bagno dell’epoca, una grande tinozza fatta di legno e corda, simile ad una vecchia botte. Si prosegue con fedeli riproduzioni degli abiti di queste dame, ispirati a descrizioni recuperate dai manoscritti, letti a baldacchino, postazioni virtuali da cui apprendere i ricordi delle storie antiche. E tra queste ultime un ruolo preminente spetta alla Francesca cantata da Dante: elementi scenografici ne evocano la vicenda narrata nella Divina Commedia, al fianco di Paolo, suo cognato, di fronte al libro galeotto, avvenuta nella Rocca di Gradara. LE DONNE DEI MALATESTA. Amore, sangue e santità. Rocca Malatestiana di Verucchio (RN) Fino al 31 dicembre 2001 Tutti i giorni 10-12.30 e 15-19.30 Ingresso Rocca: L. 7000 Ingresso Mostra: L. 3000 Tel: 0541/670222