GEN Z ART STORIEZ, il 15 dicembre il quarto episodio sui canali web e social
Arte in movimento. Alla Collezione Peggy Guggenheim la GEN Z incontra il fotografo Matteo Marchi per parlare di Boccioni
Samantha De Martin
15/12/2021
C’è un filo che lega Umberto Boccioni, due giovani studenti e un fotografo sportivo che ha fermato nei suoi scatti le grandi sfide dell’NBA.
Ha il fascino magnetico del movimento, lo stesso che tracima da Dinamismo di un cavallo in corsa+case, la scultura in legno cartone e metallo custodita presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, con la quale il pittore futurista, nel 1915, ha imbrigliato per sempre la velocità nella semplicità di materiali facilmente deperibili.
Il cavallo in primo piano, che galoppa così velocemente al punto da fondersi con il paesaggio circostante attraversato da una serie di case affastellate, suggerisce l’idea di una compenetrazione tra oggetto e ambiente, ottenuta mediante piani che si intersecano. La percezione visiva genera l’illusione di una fusione di forme: quando la distanza tra il cavallo in corsa e la casa è visivamente impercettibile, l’animale e l’edificio sembrano sommarsi in un’unica, mutevole immagine.
Di fronte all’opera, Lorenzo, studente d’ingegneria, appassionato di musica e disegno, e Alice, amante dell'arte, all’ultimo anno del liceo linguistico, interpretano l’arte “come piace a loro”, interrogandosi su temi e linguaggi che ruotano intorno al capolavoro dell’artista calabrese.
Umberto Boccioni, Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1915, Guazzo, olio, legno, cartone, rame e ferro dipinto, 115 x 112.9 cm, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim | Courtesy Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)
Queste due voci della Generazione Z guidano il quarto e ultimo episodio di Gen Z Art Storiez, una mini serie realizzata dalla Collezione Peggy Guggenheim in collaborazione con il team editoriale e creativo di ARTE.it, con il sostegno di Lavazza, Institutional Patron del museo dal 2016.
La quarta clip dedicata al capolavoro di Umberto Boccioni sarà online da oggi, mercoledì 15 dicembre, sui canali social e sul sito di ARTE.it e del museo.
“È stata un’esperienza nuova e ispirante che mi ha dato la possibilità di legare la passione per l’arte con un tipo di divulgazione nuova” commenta Lorenzo. E infatti questo nuovo tipo di divulgazione è l’obiettivo di “Gen Z Art Storiez”: co-progettare insieme a un team di ragazzi tra i 17 e i 24 anni una serie di quattro video che, attraverso alcune opere della Collezione Guggenheim, facciano emergere temi in sintonia con i loro interessi.
Matteo Marchi | Courtesy Collezione Peggy Guggenheim
A raccontare la genesi del progetto è la direttrice della Collezione Guggenheim, Karole P. B. Vail. “Lo scorso anno - spiega Vail - durante il lockdown il museo ha cominciato a riflettere su alcune attività destinate ai ragazzi tra i 17 e i 24 anni, con il desiderio di realizzare programmi pensati per e da loro che prevedessero anche la progettazione partecipata, per ascoltare le loro parole e renderli protagonisti attraverso la creazione di contenuti. Gen Z Art Storiez vede, fin dalle fasi iniziali della sua ideazione, la partecipazione attiva dei ragazzi di quella età, con i quali abbiamo avviato un dialogo reale e diretto che ci ha portato a creare insieme dei contenuti a loro destinati. Il nostro desiderio era, e rimane, quello di stabilire una conversazione con i giovani per realizzare iniziative e progettualità che ne interpretino la freschezza, ma che, con i loro interrogativi e riflessioni, possano anche raccontare l’arte come piace a loro”.
E come piace a loro anche Lorenzo e Alice raccontano l’arte, affiancati dal fotografo sportivo Matteo Marchi, nei cui scatti spazio e soggetto si fondono, proprio come nell’opera di Boccioni.
“Il movimento e la dinamicità sono sempre stati parte della mia vita - confessa Marchi. - Nelle fotografie voglio comunicare il movimento e le emozioni. Nell’opera di Boccioni il dinamismo è super rappresentato. Se l'artista nel 1915 pensava che il mondo andasse veloce, adesso va un milione di volte più veloce”.
Matteo Marchi con il team di Gen Z Art Storiez | Courtesy Collezione Peggy Guggenheim
Poi il confronto tra Matteo Marchi e i due giovani art lovers abbraccia anche il tema dell’effimero che distingue una fotografia da un’opera d’arte.
“Una mia fotografia - commenta Marchi - la si vede su Instagram, dentro un hard disk, in un computer. Ma tra 15 anni dove sarà? La nostra è un’arte bellissima però molto immateriale. La mia è una fotografia del momento e momentanea”.
Nel corso dei quattro approfondimenti, “Gen Z Art Storiez” ha visto protagonisti Alice C., Alice S., Enrico, Eugenia, Lorenzo, Marcello, Pietro, Sofia, affiancati ora dal musicista Lorenzo Senni, ora dai fotografi Piero Percoco e Matteo Marchi, accanto alla scrittrice e attivista Carlotta Vagnoli, che, insieme ai ragazzi, si sono rapportati con l’arte di Kandinsky, Magritte, Fini e Boccioni in uno scambio reciproco di idee e opinioni su tematiche attuali.
I quattro video sono disponibili sul sito del museo e su tutte la piattaforme social.
Gen Z Art Storiez | © Collezione Peggy Guggenheim e ARTE.it | Courtesy of Lavazza
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Ha il fascino magnetico del movimento, lo stesso che tracima da Dinamismo di un cavallo in corsa+case, la scultura in legno cartone e metallo custodita presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, con la quale il pittore futurista, nel 1915, ha imbrigliato per sempre la velocità nella semplicità di materiali facilmente deperibili.
Il cavallo in primo piano, che galoppa così velocemente al punto da fondersi con il paesaggio circostante attraversato da una serie di case affastellate, suggerisce l’idea di una compenetrazione tra oggetto e ambiente, ottenuta mediante piani che si intersecano. La percezione visiva genera l’illusione di una fusione di forme: quando la distanza tra il cavallo in corsa e la casa è visivamente impercettibile, l’animale e l’edificio sembrano sommarsi in un’unica, mutevole immagine.
Di fronte all’opera, Lorenzo, studente d’ingegneria, appassionato di musica e disegno, e Alice, amante dell'arte, all’ultimo anno del liceo linguistico, interpretano l’arte “come piace a loro”, interrogandosi su temi e linguaggi che ruotano intorno al capolavoro dell’artista calabrese.
Umberto Boccioni, Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1915, Guazzo, olio, legno, cartone, rame e ferro dipinto, 115 x 112.9 cm, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim | Courtesy Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)
Queste due voci della Generazione Z guidano il quarto e ultimo episodio di Gen Z Art Storiez, una mini serie realizzata dalla Collezione Peggy Guggenheim in collaborazione con il team editoriale e creativo di ARTE.it, con il sostegno di Lavazza, Institutional Patron del museo dal 2016.
La quarta clip dedicata al capolavoro di Umberto Boccioni sarà online da oggi, mercoledì 15 dicembre, sui canali social e sul sito di ARTE.it e del museo.
“È stata un’esperienza nuova e ispirante che mi ha dato la possibilità di legare la passione per l’arte con un tipo di divulgazione nuova” commenta Lorenzo. E infatti questo nuovo tipo di divulgazione è l’obiettivo di “Gen Z Art Storiez”: co-progettare insieme a un team di ragazzi tra i 17 e i 24 anni una serie di quattro video che, attraverso alcune opere della Collezione Guggenheim, facciano emergere temi in sintonia con i loro interessi.
Matteo Marchi | Courtesy Collezione Peggy Guggenheim
A raccontare la genesi del progetto è la direttrice della Collezione Guggenheim, Karole P. B. Vail. “Lo scorso anno - spiega Vail - durante il lockdown il museo ha cominciato a riflettere su alcune attività destinate ai ragazzi tra i 17 e i 24 anni, con il desiderio di realizzare programmi pensati per e da loro che prevedessero anche la progettazione partecipata, per ascoltare le loro parole e renderli protagonisti attraverso la creazione di contenuti. Gen Z Art Storiez vede, fin dalle fasi iniziali della sua ideazione, la partecipazione attiva dei ragazzi di quella età, con i quali abbiamo avviato un dialogo reale e diretto che ci ha portato a creare insieme dei contenuti a loro destinati. Il nostro desiderio era, e rimane, quello di stabilire una conversazione con i giovani per realizzare iniziative e progettualità che ne interpretino la freschezza, ma che, con i loro interrogativi e riflessioni, possano anche raccontare l’arte come piace a loro”.
E come piace a loro anche Lorenzo e Alice raccontano l’arte, affiancati dal fotografo sportivo Matteo Marchi, nei cui scatti spazio e soggetto si fondono, proprio come nell’opera di Boccioni.
“Il movimento e la dinamicità sono sempre stati parte della mia vita - confessa Marchi. - Nelle fotografie voglio comunicare il movimento e le emozioni. Nell’opera di Boccioni il dinamismo è super rappresentato. Se l'artista nel 1915 pensava che il mondo andasse veloce, adesso va un milione di volte più veloce”.
Matteo Marchi con il team di Gen Z Art Storiez | Courtesy Collezione Peggy Guggenheim
Poi il confronto tra Matteo Marchi e i due giovani art lovers abbraccia anche il tema dell’effimero che distingue una fotografia da un’opera d’arte.
“Una mia fotografia - commenta Marchi - la si vede su Instagram, dentro un hard disk, in un computer. Ma tra 15 anni dove sarà? La nostra è un’arte bellissima però molto immateriale. La mia è una fotografia del momento e momentanea”.
Nel corso dei quattro approfondimenti, “Gen Z Art Storiez” ha visto protagonisti Alice C., Alice S., Enrico, Eugenia, Lorenzo, Marcello, Pietro, Sofia, affiancati ora dal musicista Lorenzo Senni, ora dai fotografi Piero Percoco e Matteo Marchi, accanto alla scrittrice e attivista Carlotta Vagnoli, che, insieme ai ragazzi, si sono rapportati con l’arte di Kandinsky, Magritte, Fini e Boccioni in uno scambio reciproco di idee e opinioni su tematiche attuali.
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Gen Z Art Storiez | © Collezione Peggy Guggenheim e ARTE.it | Courtesy of Lavazza
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