Autoritratto inedito con baffi: ecco come Baudelaire vedeva se stesso
L'autoritratto inedito di Charles Baudelaire
18/04/2013
Il poeta Charles Baudelaire rischia di rubare la scena al vero protagonista dell'esposizione «Dans l'intimité de l'atelier, Geoffroy-Dechaume, sculpteur romantique» che sta per essere inaugurata presso la Cité de l'Architecture et du Patrimoine, a Parigi. Il motivo? Il ritrovamento fortuito di un suo autoritratto inedito avvenuto, a seguito di una donazione, proprio durante l'organizzazione della mostra dedicata allo scultore parigino Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume (1816-1892). Il disegno era nascosto tra le carte in possesso dei discendenti dello scultore e rappresenta - insieme ad altri soggetti schizzati dalla stessa mano, come un cane e una donna - il volto di un uomo con il volto girato di tre quarti, occhi penetranti che guardano verso lo spettatore, labbra chiuse tra baffi e "mosca" (ossia un ciuffetto di barba sopra il mento) e un foulard rosso annodato al collo. Una versione nuova dell'aspetto del poeta, finora conosciuto attraverso quattordici sue foto e altri tre autoritratti, questi ultimi conservati presso il Musée d'Orsay.
La scoperta si deve a Caroline Lenfant, conservatrice della Cité de l'Architecture et du Patrimoine che, riferisce, ha subito intuito di trovarsi di fronte a qualcosa di importante. Per arrivare ad attribuire il disegno però sono occorsi tempo e la consulenza di esperti, dal momento che il foglio non è né firmato né datato. Poi la rivelazione, arrivata grazie ad un'incisione del 1868 in cui Baudelaire presenta il medesimo aspetto dell'uomo del ritratto, che probabilmente costituì la preparazione proprio per quell'incisione. Per decidere che si tratta di un "autoritratto" sono stati decisivi i pareri di Thierry Bodin, grafologo, esperto di autografi, e Jean-Paul Avice, studioso esperto di Baudelaire.
Rimaneva un dubbio: come faceva il prezioso foglio a trovarsi tra i cimeli dell'eredità di Geoffroy-Dechaume? Anche questa domanda ha, molto probabilmente, trovato una risposta: lo scultore e il poeta avevano un illustre amico comune, il famoso Honoré Daumier, pittore e caricaturista, al quale il disegno dovrebbe essere appartenuto.
Nicoletta Speltra
La scoperta si deve a Caroline Lenfant, conservatrice della Cité de l'Architecture et du Patrimoine che, riferisce, ha subito intuito di trovarsi di fronte a qualcosa di importante. Per arrivare ad attribuire il disegno però sono occorsi tempo e la consulenza di esperti, dal momento che il foglio non è né firmato né datato. Poi la rivelazione, arrivata grazie ad un'incisione del 1868 in cui Baudelaire presenta il medesimo aspetto dell'uomo del ritratto, che probabilmente costituì la preparazione proprio per quell'incisione. Per decidere che si tratta di un "autoritratto" sono stati decisivi i pareri di Thierry Bodin, grafologo, esperto di autografi, e Jean-Paul Avice, studioso esperto di Baudelaire.
Rimaneva un dubbio: come faceva il prezioso foglio a trovarsi tra i cimeli dell'eredità di Geoffroy-Dechaume? Anche questa domanda ha, molto probabilmente, trovato una risposta: lo scultore e il poeta avevano un illustre amico comune, il famoso Honoré Daumier, pittore e caricaturista, al quale il disegno dovrebbe essere appartenuto.
Nicoletta Speltra
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