Cenni biografici

Durer
 

19/11/2001

Il 21 maggio 1471 a Norimberga nasce Albrecht Dürer terzo di diciotto figli, da padre orafo. Comincia a lavorare a bottega paterna, ma dopo tre anni il disegno sembra essere la sua passione, così entra nella bottega di Michael Wolgemut un pittore tardomedioevale. Nel 1490 Dürer comincia a viaggiare per l’Europa. Si ferma a Colmar, la città di Martin Schongauer il più famoso incisore e pittore dell’epoca, per poi raggiungere Basilea e Strasburgo, imponendosi in questo periodo come incisore e intagliando le sue prime opere. Nel 1494, di ritorno a Norimberga, si sposa con Hans Frey per poi intraprendere il primo dei due viaggi in Italia. La "Morte di Orfeo", da un’opera Mantenga, rimane a testimonianza di come Dürer si dedicò in questo periodo allo studio dell’arte italiana, conosciuta a Venezia attraverso i quadri di Giovanni Bellini e Carpaccio e le incisioni di Mantenga e Pollaiolo. Tornato a Norimberga, nel 1496 riceve la visita di Federico il Saggio, elettore di Sassonia, che gli commissiona il proprio ritratto e due polittici per la chiesa di Wittenberg. Dürer è un’instancabile fonte di opere, mostra un eclettismo eccezionale e le sue abilità tecniche nel disegno, nell’incisione a bulino, nella xilografia e nella pittura migliorano di anno in anno. Le sue stampe circolano per le città europee diffuse dai mercanti, giacché la moglie e la madre dell’artista le vendono alle fiere e nei mercati. Nel 1498 stampa a proprie spese l’"Apocalypsis", la sua più impegnativa impresa. Le due edizioni in latino e in tedesco si diffondono per tutta l’Europa. La drammaticità delle visioni di san Giovanni e i forti contrasti in bianco e in nero rendono famose e inconfondibili le due lettere con cui Dürer si firma: “AD”. E’ anche l’anno in cui comincia ad incidere un’altra celebre serie di xilografie, quella della "Grande Passione". Nel 1505 compie il suo secondo viaggio in Italia, fermandosi a Padova e a Venezia. Con la realizzazione della "Festa del Rosario", per San Bartolomeo, la chiesa della nazione tedesca a Venezia, impressiona per il suo stile pittorico, per l’analisi dei particolari e per la ricchezza cromatica. Giorgione, Bellini, Lotto, saranno infatti influenzati da Dürer e ciò dimostra come i suoi due viaggi in Italia rappresentino un momento fondamentale di scambio tra la realtà nordica e quella veneziana. Le sue incisioni intanto divengono sempre più note e sono spesso copiate o prese a modello. Nel 1507 fa ritorno a Norimberga e dipinge le tavole di "Adamo ed Eva" del Prado. Poi lavora all’"Altare Heller", oggi perduto, e dipinge i "Diecimila martiri" e l’ "Adorazione della Trinità". Intanto si dedica agli studi della matematica e alla teoria artistica e dal 1511 si dedica principalmente all’incisione, integrando la serie della "Piccola Passione" (1509-1511) e realizzando le tre famose stampe così dense di significati da diventare nell’ottocento il simbolo della nuova scuola iconologica di Aby Warburg, negli studi di Erwin Panofsky e Fritz Saxl. Sono le xilografie del "Cavaliere, la morte e il diavolo> (1513), de "San Gerolamo nello studio" (1514) e la "Melencolia I" (1514). Il 1512 è l’anno in cui iniziano i suoi rapporti con l’imperatore Massimiliano I, che culmineranno nella realizzazione del mastodontico "Arco di Trionfo di Massimiliano I" del 1515 in 92 tavole. Allo stesso anno appartiene la xilografia del "Rinoceronte del Libro d’Ore dell’imperatore". Parallelamente alla sua assidua produttività artistica Dürer continua anche a lavorare ad opere teoriche tra cui un trattato sulle fortificazioni di castelli, città e borghi e l’importante opera sulle proporzioni che sarà poi pubblicata nell’anno della sua scomparsa, il 1528.

 
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