Le mostre sul rivoluzionario fenomeno anni Sessanta

Da Treviso a Palermo l'autunno è Pop

Mimmo Rotella, Dalla Sicilia, 1961, decollage su tela 88 x 78 cm, dono di Eugenio Battisti, 1966 Museo Sperimentale, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
 

Samantha De Martin

10/11/2017

Con il suo tumulto di colori, icone, immagini scoppiettanti, l’eclettica frenesia della Pop Art continua a mostrare, attraverso i sui molteplici volti e le geniali interpretazioni, la sua forma più smagliante, scolpita da un intramontabile successo.
E mentre i lovers di Warhol attendono con ansia il taglio del nastro - a novembre del 2018 al Whitney Museum di New York - di quella che si preannuncia coma la più completa retrospettiva dedicata all’artista, da Treviso a Palermo, passando per Torino, i capolavori dei grandi mattatori del XX secolo si fanno ammirare, protagonisti di alcuni appuntamenti da non perdere.

Vero amore, a Torino l’Italian Pop Art dalle collezioni della GAM
Una selezione di circa 60 opere provenienti dalle collezioni della Gallera d’Arte Moderna di Torino compone un percorso che, prendendo il nome dall’opera Vero amore realizzata nel 1962 da Mario Schifano, ripercorre la vicenda della Pop Art in Italia. La reazione rivoluzionaria degli artisti al bombardamento visivo di una nuova società consumistica basata sul predominio della pubblicità e dei mass-media, emersa alla fine degli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta negli Stati Uniti e in Inghilterra, ha spinto i suoi intrepidi venti anche in Italia. Ed è qui che la celebre Biennale del 1964 ha costituito un terreno fertile per l’esplosione del fenomeno Pop americano, ma anche per il personalissimo estro degli artisti nostrani.
Ed è tra le differenti inclinazioni di stile di questi interpreti, da Franco Angeli a Tano Festa, da Ugo Nespolo a Michelangelo Pistoletto, da Salvatore Scarpitta a Mario Schifano, che il percorso espositivo si insinua, presentando, fino al 26 febbraio 2018, anche alcuni esempi di ricerche pioneristiche di Mimmo Rotella ed Enrico Baj.
Vero Amore è anche l’occasione per presentare, per la prima volta al pubblico, l’opera Simboli del Concilio che l’artista torinese Ezio Gribaudo ha donato al museo nel 2017.

A Treviso Andy Warhol Superstar
Il guru della Pop Art sbarca a Treviso con 40 opere provenienti da collezioni private. Parterre di questa mostra-evento, in programma dall’11 novembre al 1° maggio, la storica sede della Fondazione Cassamarca di Casa Carraresi.
Il pubblico è invitato ad entrare nella New York degli anni Sessanta e Settanta, con la quale potrà anche interagire grazie alla presenza di uno spazio sperimentale, divenendo esso stesso un’opera d’arte e godendosi i suoi 15 minuti di celebrità.
Lungo il percorso espositivo, popolato da star, ma anche dai parvenu del mondo dello spettacolo, spicca il ritratto della grande regina Regina Schrecker.

Un omaggio agli anni Sessanta nel palinsensto di GrandArt
L’onda rivoluzionaria dei mitici anni Sessanta conquista anche GrandArt. La nuova fiera dell’arte moderna e contemporanea che debutta al The Mall dal 10 al 12 novembre, con la sua prima edizione e il suo ricco parterre di gallerie italiane e internazionali, ospita, tra i tanti appuntamenti, la mostra Roma a ‘60.
Presentata dallo Spazio culturale Marzia Spatafora, l’esposizione offre una panoramica sul corteo di artisti - da Carla Accardi a Franco Angeli, da Tano Festa a Giosetta Fioroni, da Renato Mambor a Mimmo Rotella e Mario Schifano - che, nella Roma degli anni Sessanta, hanno sfoderato il loro inconfondibile genio, diffondendolo nel mondo.

A Palermo il volto “intimo” di Warhol, dal passaporto alle pagelle
Immagini che ritraggono alcuni documenti personali del genio della Pop Art, dal passaporto a una delle sue prime pagelle, dagli strumenti da lavoro al foglio di un ricovero ospedaliero. Ci sono anche queste curiose testimonianze accanto ai 180 soggetti provenienti dalla Rosini Gutman Collection e al centro della mostra Andy Warhol. L’arte di essere famosi, in corso a Palermo presso Palazzo Sant’Elia fino al 7 gennaio.
Il percorso racchiude gran parte dell’intera carriera artistica del maestro che considerava la Pop Art come “un modo di amare le cose”.
Dal Gold Book, realizzato da Warhol in occasione di una delle sue prime personali di successo alla Bodley Gallery di New York, nei primi anni Cinquanta, al mito di Marilyn Monroe, dal fascino di Liz Taylor alle storiche bottiglie di Coca Cola e alle leggendarie lattine di Zuppa Campbell's, oltre a Flowers, Mao, Mick Jagger, Liza Minnelli. Ci sono davvero tutte le icone del genio americano, accanto ad alcune opere inedite come gli Space Fruits, di cui Warhol stesso descrive la realizzazione nei suoi diari, a dieci anni dall’attentato subito assieme al compagno Mario Amaya ad opera di Valerie Solanas, in seguito al quale l’artista apparve sempre meno in pubblico.
La Rosini Gutman Foundation offre una lettura di Warhol da una prospettiva diversa, focalizzando l’attenzione su opere che costituiscono la parte più intima e più vicina alle sue radici europee, sia dal punto di vista intellettuale che da quello artistico.

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