Davide Halevim. Unico e raro
halevim
23/11/2007
“Ci sono nomi che evocano memorie indefinite, Halevim è uno di questi nomi. C’è la suggestione dell’esotico, il richiamo di un oriente favoloso. Il volto nobile di questo giovane signore desta curiosità”. Così Vittorio Sgarbi, descrive uno tra i personaggi più interessanti e visionari del mondo dell’arte contemporanea.
Davide Halevim è infatti un artista del collezionismo, un uomo libero e schietto, tra i pochi eletti a possedere pezzi unici o rarissimi capolavori. Un artista appunto.
Com’è diventato collezionista?
“Nel 1977 a ventidue anni ho aperto la prima galleria, sono da sempre un appassionato di arazzi e tappeti antichi. A furia di frequentare i miei clienti e gli ambienti dell’arte, le mostre e la gallerie, ho sviluppato un grande interesse verso le opere di arte contemporanea.
A trenta anni ho iniziato ad acquistare quadri. Quattordici anni fa il grande amore per l’arte contemporanea, ho quindi cominciato a credere ed investire sui giovani artisti. Per me stesso ho iniziato a collezionare opere che sentivo straordinari; per gli investimenti dei miei clienti, propongo pezzi unici e rari, Picasso, Fontana, Ernst, opere di valore assolutamente sicuro.
Oggi mi considero un Totti del collezionismo di arte contemporanea, su 100 opere riesco ad azzeccarne 80, il mio advisor Edoardo Gnemmi è come Maradona riesce a cogliere nel segno 99 volte su 100”.
Quali sono le caratteristiche fondamentali per la sua professione?
"Gusto, sensibilità, tempo, visitare le mostre in Italia e all’estero, la lettura, lo studio, e una certa disponibilità economica, che non sempre, però, è il fattore preminente.”
Lei ha creato una Fondazione a Milano, per promuovere l’arte contemporanea…
“Ho creato la Fondazione perché credo che in tutte le famiglie del mondo, ogni cento anni nasca un cretino, che vende tutto e disperde il patrimonio di generazioni, magari per comprarsi un’automobile.
È importante tutelare l’arte, una fondazione, un trust possono garantire e proteggere le fortune di famiglia dall'avventatezza di un figlio imbecille.
Penso inoltre che l’arte sia di tutti e per tutti, quindi è importante che esistano luoghi dove chiunque possa avvicinarla”.
Sogni nel cassetto e progetti…
“Il sogno è da sempre quello di recitare, è un mondo discriminante quello dello spettacolo e per niente meritocratico.
A gennaio riprenderò la rubrica di barzellette colte per Markette. E poi un film di cui sono anche autore, non ne parliamo per scaramanzia.
Progetti: a Natale sarò a Cortina con miei pezzi unici e rari di arte contemporanea ed antica, ma anche con gioielli unici, arazzi e tappeti. Il 2 gennaio ci sarà un'asta, dove sarà anche battitore!”
Davide Halevim è infatti un artista del collezionismo, un uomo libero e schietto, tra i pochi eletti a possedere pezzi unici o rarissimi capolavori. Un artista appunto.
Com’è diventato collezionista?
“Nel 1977 a ventidue anni ho aperto la prima galleria, sono da sempre un appassionato di arazzi e tappeti antichi. A furia di frequentare i miei clienti e gli ambienti dell’arte, le mostre e la gallerie, ho sviluppato un grande interesse verso le opere di arte contemporanea.
A trenta anni ho iniziato ad acquistare quadri. Quattordici anni fa il grande amore per l’arte contemporanea, ho quindi cominciato a credere ed investire sui giovani artisti. Per me stesso ho iniziato a collezionare opere che sentivo straordinari; per gli investimenti dei miei clienti, propongo pezzi unici e rari, Picasso, Fontana, Ernst, opere di valore assolutamente sicuro.
Oggi mi considero un Totti del collezionismo di arte contemporanea, su 100 opere riesco ad azzeccarne 80, il mio advisor Edoardo Gnemmi è come Maradona riesce a cogliere nel segno 99 volte su 100”.
Quali sono le caratteristiche fondamentali per la sua professione?
"Gusto, sensibilità, tempo, visitare le mostre in Italia e all’estero, la lettura, lo studio, e una certa disponibilità economica, che non sempre, però, è il fattore preminente.”
Lei ha creato una Fondazione a Milano, per promuovere l’arte contemporanea…
“Ho creato la Fondazione perché credo che in tutte le famiglie del mondo, ogni cento anni nasca un cretino, che vende tutto e disperde il patrimonio di generazioni, magari per comprarsi un’automobile.
È importante tutelare l’arte, una fondazione, un trust possono garantire e proteggere le fortune di famiglia dall'avventatezza di un figlio imbecille.
Penso inoltre che l’arte sia di tutti e per tutti, quindi è importante che esistano luoghi dove chiunque possa avvicinarla”.
Sogni nel cassetto e progetti…
“Il sogno è da sempre quello di recitare, è un mondo discriminante quello dello spettacolo e per niente meritocratico.
A gennaio riprenderò la rubrica di barzellette colte per Markette. E poi un film di cui sono anche autore, non ne parliamo per scaramanzia.
Progetti: a Natale sarò a Cortina con miei pezzi unici e rari di arte contemporanea ed antica, ma anche con gioielli unici, arazzi e tappeti. Il 2 gennaio ci sarà un'asta, dove sarà anche battitore!”
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