Dreams 2005. Emilio Leofreddi. Diario 1

emilio leofreddi | foto di un treno in india
 

11/11/2005

Sono arrivato in India da una settimana e sembra una vita per gli eventi e i chilometri percorsi per arrivare da Mumbay (ma gli indiani continuano a chiamarla Bombay) a Goa: Roma - Bombay - Goa: quasi una settimana di decompressione, jetlag e di viaggio!

Tutto oggi ci sembra vicino e conosciuto, ma l`India è sempre quel grande distante, magnifico, mistico e incasinato paese che è, con i suoi Santi di ogni religione e i suoi black out elettrici e computer ovunque (che spesso non funzionano).
È come un diamante prezioso con mille sfaccettature, da vivere su ogni lato e da osservare in trasparenza.

...Quindi di nuovo a Mumbay da Roma,  fa un caldo terrificante anche se sembra Londra ed è l'inizio di novembre. Ricchissima, poverissima. Bombay con il suo Taj Mahal a 5 stelle e i suoi "slums", ghetti straboccanti diseredati e alcoolici da due lire che sembrano benzina.

Ho preso una stanza in un hotel dietro il porto vicino il Taj Mahal, penso sia una zona ricca e frequentata dai junkies occidentali negli anni '70, perchè il ritornello ogni volta che entro o esco dall'albergo,a qualsiasi ora, è sempre lo stesso: "Hallo mister...best staff...premiere quality...ho roba di prima qualità: hashish, eroina cocaina, oppio, erba".

Giovani "paria" (sottoproletari) indiani tossicomani a dormire e a farsi di eroina per strada, in gruppo, per sfuggire la miseria, la loro emarginazione di casta, i nostri vizi occidentali, a cercare un momento di paradiso ("..and I feel like Jesus son.." Lou Reed) e lasciare ad altri il sogno di vivere Bombay oggi: Bollywood!


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