E’ di scena il circo

Lattuada
 

26/02/2004

Si è aperto a Roma il Romaeuropa festival con lo spettacolo Circo/Lattuada della coreografa-regista Francesca Lattuada realizzato con sedici giovani, scatenati allievi del Centre National des Arts du Cinque alla loro prima prova come professionisti. Il pubblico è stato accolto nello splendido piazzale di Villa Medici dove per l’occasione è stato montato un vero tendone da circo con tanto di lucine colorate e pedana circolare. Ma lo spettacolo a cui si è assistito non ha niente a che vedere con i nostri ricordi di bambini popolati di belve ammaestrate e di rulli di tamburo.Nel momento in cui si abbassano le luci convergono in pista dai vari angoli del tendone, in una cerimonia che vede riuniti gli artisti prima dello spettacolo, strani personaggi: un faraone egiziano, un indiano, una cubista con tacchi vertiginosi accompagnata da un cowboy con tanto di stivaloni e pantaloni con le frange. Passato e presente insieme. Oriente e occidente. Immagini tratte dai nostri sogni di bambini (un angelo seduto su un trapezio).Perché questo è il circo: un’arte che appartiene alla storia dell’uomo, che accomuna nella voglia di fantastico ogni società. Da questo assunto è iniziato il lavoro di Lattuada, dalla volontà di unire tra loro varie culture. Non deve meravigliare allora il corteo di lettighe trasportate a spalla su cui varie protagoniste si contorcono e si lasciano guardare, che riporta alla mente le tradizionali processioni religiose, o il complesso gitano (sono gli stessi acrobati a suonare) con la cantante sospesa in aria, nell’unico momento in cui è la musica a farla da padrone. Anche la colonna sonora, composta da Jean Marc Zelwer, si muove all’interno di varie tradizioni: dalla musica indiana a quella popolare, alla più moderna musica elettronica, in una fusione perfetta con le immagini dello spettacolo. La kermesse si sviluppa, con un ritmo che ha più il sapore teatrale che circense, in una sequenza non di numeri ma di veri e propri quadri di natura ludica ed ironica al tempo stesso. Così chi si aspettava la domatrice con le tigri, le vede sfidarsi a colpi di volteggi su due trapezi, o giusto per soddisfare la bramosia della visione, si assiste anche ad uno spogliarello, che somiglia più ad una cerimonia in cui è bandita ogni sensualità. La donna si mostra senza volontà di provocazione e si riveste molto tranquillamente mentre volteggiano attorno a lei coppie di uomini impegnati in un ballo lento, turbolento. Il ritmo si fa sempre più incalzante ed il pubblico si lascia sedurre da personaggi sempre nuovi, scoprendosi emozionato per le evoluzioni mozzafiato di due acrobati sul filo, e divertito da una dama del 700 che, con una gonna ampia come una tavola per dodici persone, fa roteare mazze infuocate. Ed ancora si ride e si trattiene il fiato per la riproduzione della natività con tanto di re Magi e stella Cometa letteralmente catapultati in pista. Lo spettacolo si è tramutato in festa grazie alla bravura e generosità di questi giovani artisti, la Tribù Iota, che non si sono risparmiati.

 
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