Uno studio getta nuova luce su uno dei capolavori più avvincenti dell’arte

Ecco gli ultimi misteri (svelati) del Polittico di Gent dei fratelli Van Eyck

Jan e Hubert van Eyck, L’Adorazione dell’Agnello Mistico, 1432, Dettaglio del pannello centrale della Pala d'altare di Gand aperta con l'Adorazione dell'Agnello, Dopo il restauro, Olio su tavola, Gand, Cattedrale di San Bavone | Courtesy of Saint-Bavo’s Cathedral Ghent © Lukasweb.be-Art in Flanders vzw | Photo: KIK-IRPA
 

Samantha De Martin

14/10/2021

Il rompicapo che dal 1823 infiamma il dibattito intorno al più grande polittico del Rinascimento fiammingo giunge a un punto di svolta, sollevando nuove domande intorno al capolavoro dei fratelli Jan e Hubert van Eyck che grandeggia nella Cattedrale di San Bavone di Gent dopo uno dei più ambiziosi progetti di restauro mai intrapresi in Belgio.
Non bastavano le peripezie subite nel tempo dal Polittico dell'Agnello Mistico a tenere viva la curiosità di pubblico e studiosi intorno a quest’opera più volte rubata, minacciata dal fuoco e dalle guerre, copiata, censurata per i nudi “troppo conturbanti” di Adamo ed Eva, sequestrata e persino nascosta, negli anni Quaranta, in una miniera di sale.


Il Polittico dell'Agnello Mistico nella sua nuova teca, Cattedrale di San Bavone, Gand I Courtesy VisitFlanders

Il primo intervento sul capolavoro, che mette in scena il tema della Redenzione, da parte dei restauratori, iniziato nel 2012 e completato nel 2016, aveva riguardato i pannelli posteriori. Al momento il team sta lavorando alla seconda fase che riguarda il registro inferiore contenente il pannello centrale con l'agnello. L’autenticità dell’iscrizione sulla cornice, scoperta nel 1823, era stata provata nel 2020. Grazie a questa sappiamo che Hubert, il fratello maggiore, iniziò a lavorare al dipinto e che Jan portò a termine l'opera a partire dal 1426, anno della morte del fratello. Fin qui niente di nuovo.
Adesso nuove scoperte rese note ieri, 13 ottobre, gettano nuova luce su uno dei capolavori più avvincenti dell’arte.

Sappiamo adesso che il dipinto originario di Hubert presentava importanti differenze rispetto alla composizione giunta fino a noi. Al centro del pannello centrale, per esempio, era prevista una sorgente naturale poi sovra-dipinta da Jan con l'iconica “fontana della vita”. Le parti del dipinto originario di Hubert - molte delle quali ritoccate da Jan - benché coperte da uno strato di vernice successive, si possono scorgere con l’aiuto di apparecchiature all’avanguardia.


 L'Adorazione dell'Agnello Mistico durante il restauro I Courtesy VisitFlanders

Il recente studio fa anche luce sul ruolo preciso svolto da Hubert van Eyck nella creazione della Pala di Gent.
Un altro grande mistero ha riguardato il versetto latino rinvenuto nel 1823 sulla cornice della Pala, che contiene informazioni cruciali sul preciso ruolo svolto, nella realizzazione dell’opera, da parte di Hubert van Eyck. L’iscrizione, già nota agli studiosi, recita così: “Il pittore Hubert van Eyck, un uomo più grande non è mai stato trovato, ha iniziato questo lavoro. Suo fratello Jan, secondo in arte, ha completato questo arduo compito su richiesta di Joos Vijd. Ti invita, il 6 maggio [1432], con questo versetto a contemplare ciò che è stato fatto”. Nel 2020, i restauratori del Regio Istituto per i Beni Culturali ne avevano dimostrato l'autenticità, rimuovendo dubbi persistenti sul fatto che la quartina fosse un'aggiunta successiva inaffidabile.

Chi dipinse cosa?
Sul pannello centrale con l'Adorazione è stato rinvenuto un dipinto sottostante abbastanza elaborato che, grazie alla quartina, può essere attribuito con certezza a Hubert van Eyck. Precisamente sappiamo che la mano di Hubert realizzò il cielo, un paesaggio collinare con pochi edifici, le città all'orizzonte e un prato. In questa prima composizione, l'altare con l'Agnello e gli Angeli e alcune delle le figure centrali erano già presenti. Una sorgente naturale era stata invece dipinta nel prato davanti all'altare.


Adorazione dell'Agnello mistico: teste attribuite a Hubert van Eyck (tratteggiate in giallo), a Jan van Eyck (tratteggiate in rosso) e teste attribuite a Hubert e rielaborate da Jan (tratteggiate in giallo e rosso)

In una seconda fase, che risale probabilmente a dopo la morte di Hubert, nel 1426, si riconosce la mano di Jan van Eyck. Fu Jan a completare e a ridipingere gran parte dell'opera del fratello, lasciando tuttavia intatti alcuni punti. Il motivo centrale della sorgente naturale è stato sostituito con la grande fontana che vediamo oggi. Jan intervenne meticolosamente intorno ad alcune delle figure centrali di Hubert, alcune ne ritoccò, altre ne aggiunse. Dipinse il paesaggio, arricchendolo della straordinaria varietà di vegetazione visibile oggi. Nel cielo ha inserito uno strato di azzurro e l'aureola colorata. Alla composizione di Hubert ha aggiunto motivi riconoscibili come la torre della cattedrale di Utrecht, l'ex abbazia di San Bavone e la chiesa di Nostra Signora di Bruges.


Jan e Hubert van Eyck, L’Adorazione dell’Agnello Mistico, 1432, Dettaglio del paesaggio sullo sfondo del pannello centrale dalla Pala d'altare di Gand aperta con l'Adorazione dell'Agnello, Dopo il restauro, Oio su tavola, Gand, Cattedrale di San Bavone | Courtesy of Saint-Bavo’s Cathedral Ghent © Lukasweb.be - Art in Flanders vzw | Photo: KIK-IRPA

I risultati della ricerca dimostrano, infine, che alcuni dettagli sono stati aggiunti solo in una terza fase, probabilmente da uno o più assistenti, dopo la morte di Jan van Eyck (nel 1440), e comunque prima della grande ridipintura della metà del Cinquecento. Nel corso di quest’ultimo intervento è stata ingrandita la colomba dello Spirito Santo e sono stati aggiunti alcuni dettagli relativi alla vegetazione e qualche edificio.

Nuova luce sulle tecniche e i pigmenti utilizzati di van Eyck
I laboratori del Regio Istituto per i Beni Culturali che hanno analizzato la vernice con un'ampia gamma di prodotti high-tech e scansioni di ultima generazione hanno rilevato l’impiego, da parte di Van Eyck, di additivi sorprendenti come il vetro incolore finemente macinato, l’uso del solfato di zinco come agente essiccante, menzionato nei libri di ricette del XV secolo.


Jan e Hubert Van Eyck, Adorazione dell'Agnello Mistico, Dettaglo dello sfondo del pannello centrale dopo il restauro con la torre della Cattedrale di Utrecht| © Saint-Bavo’s Cathedral Ghent | © Lukasweb.be-Art in Flanders vzw, photo KIK-IRPA

Nuove prospettive
Le recenti scoperte sulla Pala di Gent aprono le porte a un nuovo capitolo nello studio dei primitivi fiamminghi, che punta alla ricerca di altri dipinti di Hubert van Eyck. Il maggiore degli illustri fratelli potrebbe infatti essere l'"anello mancante" tra l'arte rivoluzionaria di Jan van Eyck e la cosiddetta tradizione pittorica pre-eyckiana. Altri dipinti potrebbero aver preceduto la realizzazione della Pala, conosciuta invece come la sua unica produzione, realizzata con una maestria tale che lascia tuttavia immaginare lavori antecedenti.
La ricerca fornisce anche un nuovo spunto per lo studio dei pannelli della Pala nel registro superiore del polittico aperto, non ancora restaurati o analizzati utilizzando le nuove tecniche.


Immagine MA-XRF di rame. Il verde indica il prato. Sotto la fontana, l'ovale nero è il fonte naturale di Hubert

"Ancora una volta - commenta il primo ministro Jan Jambon, responsabile per la cultura - il restauro della Pala di Gent e la ricerca che ne è seguita portano a una svolta spettacolare. Oggi, anche il mistero di Hubert Van Eyck è stato risolto e possiamo onorare definitivamente entrambi grandi artisti fiamminghi. Siamo estremamente curiosi delle scoperte che ci aspetteranno nella fase successiva e finale del restauro". Fase, la terza e ultima, per la quale l'amministrazione della chiesa cattedrale ha lanciato una gara pubblica. Il finanziamento è già stato promesso dal Dipartimento fiammingo per la cultura e il restauro dovrebbe iniziare nel 2022. Chissà con quali sorprese e nuove sorprendenti scoperte.

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