Fermenti d’avanguardia

quadro Kazimir Malevic
26/04/2005
La mostra romana dedicata al geniale Kazimir Malevic, grazie al prezioso contributo del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, è in grado di presentare una retrospettiva completa dell’opera dell’artista russo, attraverso il superamento della figurazione tradizionale verso l’invenzione di una nuova, totale forma di astrazione.
L’itinerario comprende i primi quadri simbolisti in cui Malevic (già attento ai temi simbolici che costituiranno la cifra principale della sua opera) subì l’influsso delle opere postimpressioniste, le sue opere cubofuturiste, collegate all’incontro in Russia con il pittore futurista italiano Marinetti, e i grandi quadri astratti del Suprematismo, compreso il famosissimo trittico del Quadrato nero, della Croce nera, del Cerchio nero.
Il Quadrato nero, 1914-15, fu la prima opera suprematista dell’artista, e segnò la prima fase del movimento da lui fondato che, da questa data, si sarebbe evoluto in “suprematismo colorato” e “suprematismo bianco” (1918). La nuova ottica suprematista, come Malevic amò definirla, indusse il maestro ad analizzare anche a ritroso il tema della figurazione, dando origine a una sorta di autobiografia pittorica, rivista con gli occhi nuovi del “dopo astrazione”: Malevic tratteggiò così un itinerario del tutto personale, dal periodo impressionista a quello fauve, riutilizzando vecchie opere o ridatando opere dipinte successivamente.
L’artista si dedicò anche alla realizzazione di ritratti, tra cui le famosissime silhouette di manichini, non più puramente astratte ma nemmeno semplicemente figurative. Di questo periodo, la mostra presenta un’amplissima selezione di opere, di cui alcune mai uscite precedentemente dal Museo Russo. Arricchiscono la sezione anche i celeberrimi ritratti neo-rinascimentali, in cui Malevic raffigura se stesso, sua moglie e la figlia.
Nell’esposizione romana, due degli inestimabili Architekton, elaborazioni di corpi tridimensionali, documentano l’attività di Malevic come architetto, mentre le uniche copie esistenti al mondo dei suoi oggetti di porcellana ne testimoniano la versatilità di designer.
Concludono il percorso il video dell’opera cubo-futurista “La vittoria sul sole”, a cura dell’Università di Los Angeles, alcuni costumi disegnati per essa da Malevic, la maschera funeraria che, come per i personaggi storici, gli venne ricalcata sul viso e, infine, un breve testo e la documentazione fotografica di Ettore Sottsass, che descrive la sua riscoperta attuale della tomba, con quadrato nero, del genio russo.
L’itinerario comprende i primi quadri simbolisti in cui Malevic (già attento ai temi simbolici che costituiranno la cifra principale della sua opera) subì l’influsso delle opere postimpressioniste, le sue opere cubofuturiste, collegate all’incontro in Russia con il pittore futurista italiano Marinetti, e i grandi quadri astratti del Suprematismo, compreso il famosissimo trittico del Quadrato nero, della Croce nera, del Cerchio nero.
Il Quadrato nero, 1914-15, fu la prima opera suprematista dell’artista, e segnò la prima fase del movimento da lui fondato che, da questa data, si sarebbe evoluto in “suprematismo colorato” e “suprematismo bianco” (1918). La nuova ottica suprematista, come Malevic amò definirla, indusse il maestro ad analizzare anche a ritroso il tema della figurazione, dando origine a una sorta di autobiografia pittorica, rivista con gli occhi nuovi del “dopo astrazione”: Malevic tratteggiò così un itinerario del tutto personale, dal periodo impressionista a quello fauve, riutilizzando vecchie opere o ridatando opere dipinte successivamente.
L’artista si dedicò anche alla realizzazione di ritratti, tra cui le famosissime silhouette di manichini, non più puramente astratte ma nemmeno semplicemente figurative. Di questo periodo, la mostra presenta un’amplissima selezione di opere, di cui alcune mai uscite precedentemente dal Museo Russo. Arricchiscono la sezione anche i celeberrimi ritratti neo-rinascimentali, in cui Malevic raffigura se stesso, sua moglie e la figlia.
Nell’esposizione romana, due degli inestimabili Architekton, elaborazioni di corpi tridimensionali, documentano l’attività di Malevic come architetto, mentre le uniche copie esistenti al mondo dei suoi oggetti di porcellana ne testimoniano la versatilità di designer.
Concludono il percorso il video dell’opera cubo-futurista “La vittoria sul sole”, a cura dell’Università di Los Angeles, alcuni costumi disegnati per essa da Malevic, la maschera funeraria che, come per i personaggi storici, gli venne ricalcata sul viso e, infine, un breve testo e la documentazione fotografica di Ettore Sottsass, che descrive la sua riscoperta attuale della tomba, con quadrato nero, del genio russo.
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