"Giotto e il suo tempo" a Padova dal 25 novembre
03/12/2000
Giotto e una città, Padova. La grande mostra organizzata dalla città veneta per celebrare i settecento anni della Cappella degli Scrovegni racconta Giotto, ma non solo. Racconta soprattutto di come la presenza del maestro fiorentino in città, trasformò Padova in uno dei principali centri culturali del trecento. E infatti la mostra non si svolge unicamente all’interno di un museo, ma coinvolge la città, la fa scoprire al visitatore. Un ottimo modo per raccontare il tempo di Giotto.
Oltre alle opere pittoriche a gli affreschi, “Giotto e il suo tempo” dedica alcune sezioni alla scultura, all’oreficeria, alla musica, ai documenti e alla numismatica. Un’esposizione ricca che presenta in un nuovo allestimento le opere di Giotto e degli altri artisti attivi a Padova nel Trecento, il “secolo d’oro della Città”, conservate nella Pinacoteca Civica, accanto ad altre concesse da musei ed istituzioni europee e nordamericane.
Molti gli artisti: Guariento, pittore di corte dei signori Carraresi, le cui 30 famose tavole raffiguranti le diverse Gerarchie angeliche si potranno, per la prima volta, ammirare nella sequenza e nell’organizzazione spaziale con cui vennero concepite. Le tavole sono state ricollocate all’interno di una attenta ricostruzione della Cappella della Reggia Carrarese, edificio per il quale l’artista le concepì verso la metà del secolo.
Altra nuova proposta sarà la ricomposizione degli affreschi staccati di Pietro e Giuliano da Rimini, provenienti proprio dal Convento degli Eremitani, oggi sede della Pinacoteca Civica. I grandi frammenti (spesso intere scene) ritroveranno finalmente il senso narrativo con cui vennero realizzati poco prima del 1324.
E ancora Jacopo da Verona, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero, Semitecolo, Lorenzo Veneziano, Giovanni da Bologna.
Originale e affascinante il percorso all’uscita del Museo Civico agi Eremitani, il nucleo espositivo centrale insieme alla Cappella degli Scrovegni. Una passeggiata attraverso quel complesso palinsesto artistico che fu Padova nel ‘300: dalla Chiesa degli Eremitani al Palazzo della Ragione, dal Battistero del Duomo alla Reggia Carrarese, per finire con la Basilica del Santo e l’ Oratorio di San Giorgio.
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