Gli artisti in mostra

Opera di Jackson Pollock
 

24/03/2002

Edward Hopper (1882-1967) Nasce a Nyack, New York, nel 1882; dal 1900 al 1906 studia alla New York Art School, mentre comincia a lavorare come illustratore, rappresentando scene di vita urbana e rurale negli Stati Uniti. Nel 1924 i suoi dipinti vengono esposti in una galleria newyorchese, ed il successo ottenuto gli consente di dedicarsi interamente alla pittura. I suoi soggetti preferiti sono paesaggi, soprattutto urbani, rappresentati con una grande attenzione alla luce, sia artificiale che naturale. A partire dal 1913 la tranquilla serenità dei suoi quadri cede il passo ad un sentimento di crescente malinconia, che, soprattutto nelle scene di vita cittadina, si trasforma spesso in atmosfere di desolazione e solitudine. I suoi quadri raccontano la vita della classe media americana, della massa degli impiegati delle grandi città, dove per la prima volta si sperimentavano alcuni aspetti tipici delle società industrializzate, aspetti che oggi sembrano essere a quasi tutti paesi occidentali, ma che allora la società statunitense e soprattutto newyorchese conosceva per la prima volta. Alex Calder (1898-1976) Dopo aver ricevuto la propria formazione artistica a New York, Calder si trasferisce nel 1926 a Parigi, dove si dedica prevalentemente alla scultura, intesa ancora in senso figurativo. In questi anni realizza il “Calder's Circus", una riproduzione in miniatura di un tendone da circo, realizzato con materiali eterogenei: filo metallico, legno, tessuto e pittura. E' solo dopo il 1930, in particolare dopo aver visitato lo studio di Mondrian, che lo colpì profondamente, che Calder aderisce completamente all'astrattismo. E' in questo periodo che nascono i primi mobiles, le sue sculture mobili in metallo, legno e filo metallico, che rivoluzionano completamente la tradizionale nozione di scultura come massa plastica solida, in favore di un nuovo concetto di scultura che mette in primo piano la relazione dell'opera con lo spazio circostante, all'interno del quale essa si inscrive come un corpo delicato e vibrante. Roy Lichtenstein (1923-1997) Dopo essersi laureato in arte alla Ohio State University nel 1949, Roy Lichtenstein aderisce alla corrente gestuale dell'espressionismo astratto, realizzando grandi opere astratte. A partire dal 1961, tuttavia, il suo stile cambia radicalmente, e l'artista si dedica alla riproduzione fedele – anche se ingigantita – di vignette tratte da fumetti d'amore e di guerra, estremamente popolari e a buon mercato. Dei fumetti l'artista non riproduce solo soggetto e stile, ma giunge ad imitare anche la caratteristica puntinatura della stampa, che realizza dapprima dipingendola a mano, ed in seguito aiutandosi con uno stampino metallico. La sua prima personale alla Leo Castelli Gallery, nel 1962, cui fa seguito nello stesso anno la collettiva de "The New Realists", alla galleria Sidney Janis, decreta il successo e la popolarità dell'artista, destinati ad aumentare nel corso degli anni, al punto che oggi alcune delle sue opere più famose, come "Drawing Girl" ad esempio, sono diventate simboli dell'arte americana di quegli anni. Negli anni successivi Roy Lichtenstein, pur mantenendo le caratteristiche fondamentali del suo stile, abbandona i soggetti tratti dai fumetti, per rappresentare interni, paesaggi o nature morte. Jackson Pollock (1912-1956) Nato nel Wyoming, Pollock compie i suoi studi d'arte alla Manual Arts High School di Los Angeles nel 1928. Nel 1930 si trasferisce a New York, nel Greenwich Village, dove frequenta la Art Student League, sotto la guida di Thomas Hart Benton e Robert Laurens. La sua prima personale è del 1942, presso la galleria Art of This Century di Peggy Guggenheim: i quadri di questo periodo sono ancora di matrice figurativa, lontani dall'immediatezza gestuale che lo renderà famoso. E' solo nel 1947, infatti, che comincia a definirsi il suo stile maturo, caratterizzato dal “dripping”, dalla casualità del gesto della mano o del pennello che lasciano cadere le macchie di colore sulla tela. Pollock diviene così il fondatore dell'Action Painting, movimento artistico caratterizzato appunto dalla rinuncia a qualsiasi figurazione in favore dell'immediatezza, della spontaneità del gesto artistico, che viene quindi considerato come l'aspetto più importante dell'opera d'arte. Jeff Koons (1955) Nato e cresciuto a York, Pennsylvania, Koons compie i suoi studi d'arte a Baltimora e Chicago fino al 1977, anno in cui si trasferisce a New York. Qui svolge diverse lavori, fra cui l'agente commerciale a Wall Street. L'attenzione del mondo dell'arte si concentrerà su di lui solo a metà degli anni Ottanta, quando l'artista comincia a produrre le sue sculture, nelle quali oggetti d'uso quotidiano sono inseriti in un contesto estraniante (come gli aspirapolvere Hoover esposti all'interno di vetrine di plexiglas illuminate in “New Hoover Convertibles”, “Green, Blu; New Hoover Convertibles”, “Green, Blue: Double Decker”, 1981-1987). Tutta la sua opera, in bilico tra ironia, provocazione e calcolo, riprende alcuni dei simboli della Pop Art, spingendo fino all'estremo limite il processo di demitizzazione.