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Il cuore della Valtellina con i suoi graffiti millenari

Castello Venosta Visconti a Grosio in Valtellina. Courtesy of  © Armand K, via Flikr
 

Samantha De Martin

11/11/2016

Dalle impronte del Neolitico, depositate tra i graffiti e dentro le figure antropomorfe della spettacolare “Rupe Magna” alle trincee della Grande Guerra, la Valtellina, con i suoi mulini, i castelli immersi tra i vigneti, le dimore storiche, descrive un importante itinerario artistico denso di fascino.

Da Sondrio a Tirano tra castelli e nobili dimore
Arroccato sulle stratificazioni sviluppatesi nel corso dei secoli che, da roccaforte militare, lo trasformarono in dimora signorile e poi in caserma, Castel Masegra, a Sondrio, accoglie oggi un museo. Il progetto museale “Castello Masegra e Palazzi Salis - un circuito culturale dell'area retica alpina” si sviluppa lungo un interessante percorso espositivo all'interno della fortezza. Castel Masegra è l'unico dei tre castelli della città a esser sopravvissuto allo smantellamento di tutte le fortificazioni valtellinesi, disposto dai Grigioni.
 
Alcuni brandelli della Torre di Mancapane - realizzata molto probabilmente per controllare il castello Grumello - sorvegliano la valle, dalla loro posizione dominante. Fondato nel XIV secolo dalla famiglia dei De Piro, il duecentesco Castel Grumello, nel comune di Montagna, è uno dei rari castelli gemini esistenti, i cui resti si possono apprezzare in occasione di visite guidate organizzate dal Fondo Ambiente Italiano. La costruzione della struttura è realizzata attraverso due edifici originariamente separati, collegati da una cinta muraria.
 
Nei pressi di Sondrio, una teoria di torri con funzione strategica si erge a controllo del territorio. Ne è un esempio, a Chiuro, la Torre di Castionetto, la cui porta di accesso si è molto ben conservata. Una corona di antichissime strutture difensive - dal Castello Paribelli di Albosaggia (celebre per la stua cinquecentesca, tra le più belle della Valtellina) alle fortificazioni della Valmalenco - orbitano intorno a Sondrio, città dalle diverse anime.
 
La chiesa dei Santi Gervasio e Protasio è una delle più antiche della Valtellina, mentre il complesso che racchiude Palazzo Sertoli, l'edificio Giacconi e Palazzo Paribelli, svetta nel cuore della città. Palazzo Sertoli, con il salone scenografico che si affaccia sulla suggestiva piazza Quadrivio, ospita diverse opere d'arte antica e contemporanea, tra le quali “L'ultima cena” di Andy Warhol.
Nei pressi dell'ottocentesca Piazza Garibaldi svetta Palazzo Martinengo, con i mosaici che riproducono personaggi della storia e dell'arte valtellinese.
 
Il cinquecentesco Palazzo Sassi De' Lavizzari, attualmente sede del Museo Valtellinese di Storia e Arte, raccoglie dipinti seicenteschi e grandi tele del 1700, oltre alle opere di Pietro Ligari, il più importante pittore valtellinese.
Dall'alto di uno sperone roccioso, stretto nella quiete dei vigneti terrazzati, il Santuario della Madonna della Sassella protegge Sondrio.
 
Palazzo Besta, impreziosito da un salone d'onore con scene dell'”Orlando Furioso”, abbellito dalle Storie dell'Eneide affrescate sull'intera parete del loggiato superiore, è il vero gioiello di Teglio. Questo paesino, antico “castrum” dell'Impero romano, conserva tra i resti della Torre medievale “de li beli miri” le antiche vestigia di un castello.
 
Vale la pena raggiungere, nei pressi del borgo di Piuro, a poco più di un'ora da Teglio, Palazzo Vertemate Franchi, una delle più affascinanti dimore cinquecentesche lombarde. Tra gli imperdibili capolavori di questa straordinaria residenza immersa in un parco con un vigneto e un orto, la Sala dello Zodiaco e la Sala di Giunone, dalle pareti in legno intarsiato.
 
A Tirano, Palazzo Salis propone un percorso museale attraverso alcune sale, finemente decorate e affrescate, della prestigiosa residenza dei Conti Sertoli Salis. L'elegante giardino all'italiana sarà una piacevole sorpresa nel corso della visita.

Tracce di Neolitico tra le incisioni rupestri di Grosio
Con la sua caratteristica forma a dorso di balena e le oltre 5mila iscrizioni databili tra il IV e il I millennio a.C, la Rupe Magna - una delle più grandi rocce incise dell'arco alpino - è la vera attrazione nel Parco delle Incisioni rupestri di Grosio. Di grande interesse è anche la Roccia degli Armigeri, caratterizzata da figure antropomorfe armate di scudo e lancia, risalenti all'età del Ferro.
 
Le vestigia del Castello Vecchio di San Faustino, del X secolo, e del trecentesco castello Nuovo Visconteo dominano il colle che si innalza tra la valle dell'Adda e il torrente Roasco.
 
Nell'Antiquarium dell'edificio del Ca' del Cap, un'esposizione illustra i fortunati risultati degli scavi archeologici condotti sul Dosso dei Castelli e sul Dosso Giroldo, sedi di due insediamenti protostorici.
Una visita guidata al Parco farà immergere i visitatori in un suggestivo ambiente naturale, sulle tracce dell'antica storia valtellinese.
 
In Valtellina, tra mulini e trincee
Dai mulini alle trincee della Grande Guerra, la Valtellina custodisce un patrimonio vastissimo che spazia da veri e propri musei di archeologia industriale agli itinerari storici attraverso fortificazioni e valichi.
 
Dal mulino Moro di Bottonera, a Chiavenna - oggi trasformato in un museo - all'ottocentesco mulino del Dosso di Rasura, tuttora funzionante, dal mulino Osmetti di Grosotto, a quello di Ca' Zoia e Ca' Mazza, nel comune di Montagna, queste interessanti costruzioni raccontano la vita contadina della Valtellina.
 
Per rintracciare le testimonianze della Grande Guerra basta, invece, raggiungere, dal Passo dello Stelvio, la cima del monte Scorluzzo, il punto più avanzato del fronte sotto il controllo austriaco. Per fotografare piazzole militari e trincee si dovrà raggiungere la zona delle Rese Alte.
Un altro punto strategico è il Passo dell'Ablès, sfruttato dai militari italiani per contrastare la presenza austriaca sul monte Cristallo.
 
Dalla Valtellina alla Svizzera a bordo del treno più lento d'Europa
Un viaggio “slow”, dalla Valtellina, a St. Moritz, attraverso paesini, scorci e paesaggi mozzafiato da ammirare da panoramiche vetrate a cupola a bordo del treno più lento d'Europa.
 
Con i suoi cento anni di attività, il Bernina Express - il treno della compagnia ferroviaria svizzera Ferrovia Retica - regala ai viaggiatori un'esperienza all'insegna delle forti emozioni. Dai 429 metri di Tirano, punto di partenza del viaggio, ai 2253 metri di quota dell'Ospizio Bernina, dall'alta Engadina fino all'elegante St. Moritz, un percorso in 15 tappe, lungo 145 chilometri, offre ai passeggeri un'esperienza culturale entusiasmate.
 
Da Campocologno a Campascio, da Brusio a Miralago - dove ha sede la chiesetta medievale di San Remigio - da Poschiavo a Pontresina sarà, infatti, possibile scendere ad ogni fermata e visitare senza fretta chiese e musei delle singole località, aspettando di risalire sul Bernina successivo.

 
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