Il Duomo di Pisa
Pisa
25/02/2004
Al visitatore moderno la Cattedrale di Pisa si presenta scenograficamente isolata al centro del Campo dei Miracoli, contornata dalle bianche forme del Battistero, del Camposanto, del Campanile. Quando fu fondata, nel 1064, la zona era ai margini del centro urbano, lambita dalle acque del fiume Auser e attraversata dall’antica via del console Emilio Scauro.
La storia del Duomo, dedicato alla Vergine Assunta, è nota grazie al ricco corredo epigrafico che si dispiega sulla facciata. L’iscrizione che ne attesta la fondazione fa intendere che sorse come simbolo della potenza municipale della Repubblica Marinara, orgogliosa erede di Roma. Fu proprio la volontà di Pisa di presentarsi come “novella Roma” a determinare le scelte formali dell’edificio che, nell’impianto, nell’ardita articolazione delle membrature architettoniche, nei partiti decorativi e nel diffuso impiego del marmo e di materiali di spoglio evocò e ricalcò i modelli delle grandi basiliche romane e paleocristiane. Protagonisti di questa impresa furono Buscheto e Rainaldo: al primo spetta l’ideazione del complesso architettonico e la direzione della prima fase dei lavori; al secondo, il completamento della navata centrale e l’esecuzione della facciata.
L’esterno dell’edificio conserva abbastanza nettamente l’aspetto originario; soprattutto i fianchi laterali e l’abside mantengono la rigorosa impostazione classicheggiante caratterizzata da archi a tutto sesto, lesene, colonne coronate da capitelli, losanghe. Ovunque emerge la presenza di elementi e materiali di spoglio inseriti a vista nelle murature o reimpiegati nella loro funzione strutturale.
La facciata è scandita nella parte inferiore da arcate e in quella superiore da quattro ordini di loggette percorribili. Una ricca decorazione di tarsie policrome e girali scolpiti copre i sottarchi e gli archivolti. Di rara suggestione e potenza narrativa è la porta bronzea centrale, realizzata da Bonanno Pisano nel 1180. In ventiquattro scomparti raffigura scene del Nuovo Testamento e figure di profeti, secondo un complesso disegno teologico e dottrinale che attinge a fonti orientali e occidentali.
All’interno il corpo maggiore è un rettangolo di quasi cento metri, spartito in cinque navate da quattro poderosi colonnati in granito che esibiscono basi e capitelli corinzi e pseudocorinzi, in parte di spoglio, in parte rilavorati, in parte realizzati ex novo. Nel punto di unione della navata maggiore con il transetto si imposta la cupola ellittica, memore di forme mediorientali.
Tra la ricca decorazione d’arredo spicca il pulpito di Giovanni Pisano, realizzato tra il 1301 e il 1310. Sorretto da colonne riccamente e splendidamente decorate, secondo un articolato programma iconografico che comprende Profeti, Sibille e figure allegoriche, esso racconta, nel parapetto, “Scene della Vita di Cristo” e il “Giudizio Universale”. I suoi rilievi, per la forza espressiva e l’accentuato dinamismo, costituiscono forse la più alta espressione del gotico italiano, tra le prime del gotico europeo.
Di notevole interesse il mosaico absidale, con la figura del “San Giovanni Evangelista” realizzata da Cimabue, la zona presbiteriale, arricchita di lavori di Andrea del Sarto e Beccafumi, il soffitto ligneo di fine Cinquecento, il transetto, alle cui pareti sono belle tele settecentesche.
L’ingresso alla cattedrale è a pagamento (3 euro circa).
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