Il Liberty sui litorali italiani

Il Liberty in Italia
 

14/05/2001

All’inizio del Novecento l’abitudine del “rigenerare il corpo e lo spirito” nei grandi centri di cura termali si era diffusa presso la borghesia industriale e commerciale di tutta Europa, ricca e disposta ad investire denaro in attività ricreative e svaghi. L’idea del moderno stabilimento balneare, luogo di incontro e di mondanità, è riconducibile proprio all’evoluzione del turismo curativo-vacanziero che abbandona le località di campagna e conquista i litorali mediterranei. In Italia furono molte le cittadine costiere che all’inizio del Novecento si attrezzarono per andare incontro alla nuova moda balneare con infrastrutture funzionali, architettonicamente attraenti. La Liguria (Genova e le Cinque Terre) e la Toscana (Livorno, Viareggio) sul versante tirrenico, Grado, Venezia e Rimini su quello adriatico ospitarono complessi alberghieri di prima grandezza, oggi in gran parte demoliti o trasformati dalle ristrutturazioni edilizie del dopoguerra. Nei Bagni Balena di Viareggio, ancora esistenti, l’architettura e la decorazione in maiolica policroma, con riferimenti a Galileo Chini, si fondono in un unicum secondo schemi di matrice Liberty-secessionista. Stessa cosa avviene nello Stabilimento di Mondello presso Palermo, realizzato nel 1912 in cemento armato dall’architetto Rudolph Stualker, il cui interno, disegnato da Ernesto Basile, era in coerente stile con il frizzante rivestimento esterno. Un altro fortunato esempio di complesso balneare sopravvissuto è il Padiglione Spiaggia d’Oro di Imperia-Porto Maurizio. L’edificio, costruito prima dell’estate 1913 dall’architetto milanese Alfredo Campanili, rivela coerenti scelte Liberty-secessioniste: una pianta a ferro di cavallo che accompagna il profilo dell’arenile; un corpo di fabbrica centrale su due livelli (quello inferiore finalizzato in origine a deposito di attrezzature da spiaggia, quello superiore atto ad ospitare i locali comuni dell’albergo); due parallelepipedi di dimensioni minori ai lati dell’edificio centrale, leggermente arretrati; un fascione pittorico che attraversa orizzontalmente la facciata; inserti di ceramica policroma a sottolineare l’estradosso degli archi-finestra; un motivo di ghirlanda floreale a chiudere il corpo di fabbrica. L’utilizzo di maiolica colorata, che contrasta con la sobria struttura del padiglione (caratterizzata da un rigore geometrico assoluto), rende dunque singolare il progetto, riferibile a moduli di artisti viennesi cresciuti alla scuola di Otto Wagner. L’interno è costituito da un grande spazio quadrangolare finalizzato a ristorante-sala da ballo, collegato tramite doppia arcata a due spazi laterali minori, l’uno per l’orchestra, l’altro per usi diversi. La decorazione presenta pitture di soggetto marino e floreale alle pareti e uno spettacolare volo di cicogne sul soffitto. L’ambiente, illuminato da lampioni in ferro battuto e guarnizioni in pasta vitrea, risulta anche per la scelta degli accessori perfettamente coordinato all’intero progetto sia architettonico che decorativo di Campanili. Il complesso merita una visita. E’ quasi estate. Ai fortunati che si troveranno a passare da quelle parti consigliamo almeno una breve sosta.

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