IL RITORNO DI GERMANICO

 

26/02/2004

È tornata finalmente alla città di Amelia la bellissima statua di bronzo detta del “Germanico”. Dopo moltissimi anni di assenza del reperto archeologico alla vista del pubblico a causa di un lunghissimo e complesso restauro, la città ha potuto finalmente accogliere il ritorno di questo “colosso” con festa e permettere a chiunque di visitare la statua all’interno del nuovissimo Museo civico archeologico, che è stato tra l’altro inaugurato proprio in quest’occasione. Sabato 7 aprile è avvenuta l’apertura ufficiale della struttura museale e l’esposizione di questo che ormai è stato definito uno dei più importanti ritrovamenti archeologici della regione Umbria, ma anche una delle più grandi e significative realizzazioni di bronzo in Italia. A celebrare questo ritorno erano presenti molte autorità, tra le quali il sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Micheli, il ministro Katia Bellillo, ma anche il Vescovo della diocesi di Terni, e naturalmente il sindaco del comune. Il Germanico sarà esposto ad Amelia per otto mesi e poi riconsegnato alla città di Perugia, dove era stato già esposto a conclusione del restauro nel 1999, ma la speranza di tutti gli amerini è quella che la statua rimanga poi definitivamente nel loro paese. La struttura immensa e all’avanguardia del Museo, ristrutturazione di un bellissimo convento quattrocentesco, che si snoda su tre livelli per una superficie complessiva di circa duemila metri quadri, è stata, infatti, pensata proprio nella speranza di un’esposizione permanente di questo pezzo unico nel suo genere, insieme naturalmente ad altri interessantissimi ritrovamenti fatti nell’area umbra e qui conservati. Il comune di Amelia vuole così dimostrare di avere tutte le carte in regola per la valorizzazione della statua. Il sindaco, Fabrizio Bellini, ha inoltre sottolineato come questo “ritorno” abbia per gli abitanti un grande significato, anche e soprattutto per la riqualificazione del comune e per lo sviluppo economico locale; ma naturalmente oltre al richiamo turistico, questo per gli amerini è anche un pezzo della loro storia ed un nuovo impulso alle ricerche archeologiche e storiche della città.