In stallo il restauro della Battaglia di Anghiari

Leonardo da Vinci, La battaglia di Anghiari (copia di un dettaglio), 1503-1505
 

14/08/2012

Sei fori su sette. Uno in meno per saperne di più sul grande mistero della Battaglia di Anghiari, affresco perduto di Leonardo Da Vinci che si trova sotto una decorazione di Giorgio Vasari presso il Palazzo Vecchio di Firenze.
Adesso il sindaco Matteo Renzi scrive una lettera al ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi.  Da mesi il team guidato dall'ingegner Maurizio Seracini aspetta l'ok per effettuare sondaggi in parti dell'affresco non ancora esplorate. "Se ha paura ad autorizzare ciò che viene autorizzato costantemente in tutti i restauri del mondo aspetteremo che cambi il governo” - scrive Renzi.
Il sindaco ha chiesto da tempo l'attivazione della seconda fase della ricerca, che prevedeva nuovi fori sulla parete e uno strappo dell'intonaco. La Sovrintendenza aveva dato l'ok condizionato dal fatto che non si effettuassero nuovi fori. Condizionamento considerato inaccetabile da sindaco e da ricercatori.
Adesso i ponteggi sulla parete est del Salone dei Cinquecento saranno rimossi. E' proprio Renzi ad averlo deciso: “Seracini ha individuato alcune zone dell'affresco del Vasari che sono state interessate da restauri ottocenteschi, più vicine alla zona in cui ritiene possa esserci l'opera e ha proposto di staccarli per verificare la situazione della Battaglia d'Anghiari attraverso una microsonda".
La microsonda, infatti, secondo l’equipe di ricerca, non è in grado di prelevare altro materiale nei fori già aperti dall’Opificio anche perchè "sono tutti troppo distanti dalla zona sulla quale si voleva investigare".
Secondo Renzi il ministro è reo di una posizione pilatesca perché, da una parte, ha autorizzato le richieste di fine anno 2011 che parlavano dei sette fori per trovare le tracce del dipinto sotto quello del Vasari, ma, dall’altra, ha ignorato la nuova richiesta di staccare un pezzo del restauro ottocentesco del Vasari che, secondo il primo cittadino, darebbe “la certezza della consistenza dell’opera di Leonardo”.

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