Biennale di Venezia 2015. Il programma

L’arte per una nuova geografia del mondo

56. Esposizione Internazionale d'Arte, Venezia, padiglione centrale ai Giardini
 

Eleonora Zamparutti

05/03/2015

Per la 56. Esposizione Internazionale d’Arte, che inaugurerà il prossimo 9 maggio, la data di riferimento è il 1974: durante quell’anno una parte consistente dei programmi fu dedicata al Cile dove era appena avvenuto il colpo di stato per mano del generale Augusto Pinochet. Fu una presa di posizione chiara e netta da parte del mondo dell’arte contro il fascismo, unita alla volontà di condividere il palcoscenico artistico con il contesto politico e storico di quegli anni.

Quarant’anni dopo il curatore Okwui Enwezor, convoca a sé artisti da oltre 53 paesi per interpretare All the World’s Futures, il tema portante del percorso espositivo di questa Biennale che si articolerà dal Padiglione Centrale presso i Giardini all’Arsenale.

Si avverte di fondo l’inquietudine di un mondo attraversato da gravi fratture e lacerazioni” spiega Paolo Baratta, presidente di Biennale. “Nonostante i colossali progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, viviamo una sorta di ‘age of anxiety’. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l'arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica”.

Prenderanno la parola artisti provenienti da ogni parte del mondo per restituire una sorta di nuova geografia dell’arte, in un progetto che ha una forte dimensione corale per volere del suo curatore.

All the World’s Futures presenterà ARENA, uno spazio attivo nel Padiglione Centrale dei Giardini dedicato a una programmazione interdisciplinare dal vivo. Il cardine di questo programma sarà la lettura dal vivo dei tre volumi di Das Kapital di Karl Marx (Il Capitale). Das Kapital diventerà una sorta di Oratorio: per i sette mesi di apertura dell’Esposizione la lettura dal vivo sarà un appuntamento che si svolgerà senza soluzione di continuità” afferma Okwui Enwezor.

Una sezione dell’Esposizone sarà invece dedicata a rassegne, organizzate in forma di antologie che hanno come obiettivo quello di utilizzare linguaggi differenti per restituire una prospettiva storica a un tema. In questa raccolta di pratiche artistiche trovano collocamento due collettivi chiamati a esporre i loro lavori: The Invisible Borders Trans-African Project, organizzazione di artisti africani fondata in Nigeria e Abounaddara, un collettivo anonimo di cineasti siriani che lavora su documentari estemporanei.

La Biennale sarà aperta al pubblico da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2015, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale.
 
La Mostra sarà affiancata da 89 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles. Altri paesi partecipano quest’anno dopo una lunga assenza: Ecuador (1966), Filippine (1964), Guatemala (1954).
 
Anche quest’anno la Santa Sede parteciperà con una mostra allestita nelle Sale d’Armi, in quegli spazi che la Biennale ha restaurato per essere destinati a padiglioni durevoli.
 
Il Padiglione Italia in Arsenale, sarà curato quest’anno da Vincenzo Trione.
 
Saranno 44 gli Eventi Collaterali ufficiali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città.

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