Il 24, 25 e 26 maggio nelle sale Banksy - L'arte della ribellione

L'arte torna al cinema con Banksy, il genio ribelle

BANKSY – L'arte della ribellione I Getty Images | Courtesy of Adler Entertainment
 

Samantha De Martin

21/05/2021

Un'avvincente sfida, accolta dal grande schermo, ricostruisce i lineamenti dell’artista senza volto più misterioso e influente del secondo millennio per restituirli al pubblico attraverso un appassionante viaggio culturale nell'universo della street art, strizzando l'occhio alla storia.
Questa sfida che ha nome Banksy - L’Arte della Ribellione, il primo docufilm che racconta la storia completa della carriera dell'artista di Bristol, è pronto ad approdare il 24, 25 e 26 maggio nelle sale di tutta Italia, finalmente riaperte al pubblico dopo lo stop imposto dalla pandemia.

Prodotto dallo studio indipendente britannico SpiritLevel, diretto da Elio España e distribuito in Italia da Adler Entertainment, il film trascende l’idea comune che riduce Banksy a un divertente stencil apparso in qualche città, da qualche parte nel mondo, (o all’istrionico artefice di qualche irriverente mostra occasionale) per indagare piuttosto il contesto nel quale la sua rivoluzione prende forma.


Banksy in Messico, Dal film BANKSY – L'arte della ribellione I Courtesy of Adler Entertainment

Assieme al regista Elio España scopriamo in che modo l’arte politicizzata del genio di Bristol, i suoi epigrammi sovversivi e le sue incursioni audaci, abbiano oltraggiato l'establishment dando vita a un nuovo movimento rivoluzionario.
Attraverso materiali interessanti, un raro archivio proveniente da collezioni private e interviste inedite, il film fruga nel contesto storico e culturale che assiste al fiorire dell’arte di Banksy e dei suoi colleghi nel background di Bristol, mettendo in connessione i linguaggi dello street artist con il panorama culturale e politico frutto di un preciso momento storico, indagando i motivi che hanno spinto l’artista ad abbracciare la via dell’anonimato.


BANKSY – L'arte della ribellione I Getty Images | Courtesy of Adler Entertainment

Pronto a portare al cinema interventi e lavori del genio ribelle - da “Turf War", la prima grande mostra di Banksy, allestita nel 2003 in un magazzino in Kingsland Road, alla "performance" della celebre Girl with Balloon autodistruttosi durante l'asta da Sotheby’s nel 2018 - il film si addentra tra le incursioni dell’uomo incappucciato. Ma soprattutto punta alle radici della sua ribellione a colori che riflette sulle paure e le speranze di un mondo in continuo cambiamento, sferzando il pensiero comune con tematiche che spaziano dalla povertà ai fondamentalismi politici e religiosi, dal capitalismo alla guerra.

In questo polifonico viaggio dove l’arte di strada, la musica house, i rave clandestini, la comunità gipsy, si mescolano ai linguaggi di Blek le rat, Basquiat ed Haring, senza trascurare l’esperienza estrema del Dragon Bar, l’immagine dell'artista che ha il merito di aver trasformato il movimento della Street Art in forma d’arte mainstream, emerge più delineata.


BANKSY – L'arte della ribellione I Getty Images | Courtesy of Adler Entertainment

Avvalendosi di numerosi interventi - dal promotore d’arte Steve Lazarides, ex braccio destro di Banksy, all’artista di fama mondiale Ben Eine, uno dei suoi collaboratori più stretti - il film attraversa la carriera e le vicende personali dell’artista, tra i più detestati e osannati al mondo, facendoci guardare con nuovi occhi al "graffitaro" che, attraverso topi, scimmie, bombe simili a giocattoli, fa riflettere il mondo con il suo penetrante sguardo sulla realtà.

 Leggi anche:
• Come raccontare un uomo senza volto? Parla Elio España, regista di Bansky - L'arte della ribellione
• Banksy - L'arte della ribellione.
La nostra recensione